Povertà sanitaria: la società si muove, la politica no
In sei anni la raccolta di farmaci proveniente da donazioni - di privati e di aziende - è aumentata del 241%, ma la copertura del bisogno è calata dal 55% al 43,2%. Effetto dell'impennata della povertà, ma le leggi non aiutano chi vuole rispondere ai bisogni.
Il dato più eclatante del Primo rapporto sulla povertà sanitaria e la donazione dei farmaci, presentato ieri a Roma dalla Fondazione Banco Farmaceutico, è quello relativo alla povertà assoluta, che dal 2007 al 2012 è cresciuta di circa il 60%, arrivando a interessare il 6,8% della popolazione, pari a 4,8 milioni di persone. Nelle famiglie povere si spendono in media 16,34 euro al mese per la sanità (pari a circa il 2% dell’intero budget famigliare), rispetto ai 92,45 euro spesi in media dalle famiglie italiane (pari al 3,7% dell’intero budget famigliare).
All’interno di questa spesa, circa 12,50 euro sui 16 complessivi sono dedicati all’acquisto di farmaci. Si tratta di un’incidenza superiore rispetto alla media delle famiglie italiane, che spendono invece 44 euro al mese in farmaci. Complessivamente, ogni mese le famiglie povere italiane spendono dunque 21,5 milioni di euro per acquistare farmaci, pari al 3,4% della spesa privata farmaceutica totale. «A partire da questi dati – sostiene Marco Malinverno, Direttore del Banco Farmaceutico – si può comprendere lo sforzo che dev’essere ancora fatto, in modo da conseguire risultati ancora più grandi di quelli che finora abbiamo conseguito».
Attraverso l’ODF, Osservatorio nazionale sulla Donazione Farmaci, redattore del rapporto – che utilizza i dati provenienti dalla Giornata di Raccolta del Farmaco annuale (GRF), dalle donazioni delle aziende farmaceutiche, dai sistemi di monitoraggio degli oltre 1.500 enti caritativi che fanno parte della rete servita dal Banco Farmaceutico – si rileva che nel periodo 2007-2013 la Fondazione Banco Farmaceutico ha incrementato la raccolta di farmaci del 241%. I farmaci donati nell’ultimo anno sono stati 1.162.859. L’aumento è dovuto da un lato alla crescita delle donazioni durante la GRF (+23%), dall’altro al boom delle donazioni aziendali (+1345%). Il trend di forte crescita della povertà ha però aumentato la forbice tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni: se nel 2007 la GRF riusciva a coprire quasi il 55% delle richieste, nel 2013 la copertura del bisogno è scesa al 43,2%.
Dal punto di vista economico, la FBF ha distribuito nel 2013 farmaci per oltre 8 milioni di euro, rispetto ai 2,1 milioni di euro del 2007. Il 75% di questo valore è oggi garantito dalle aziende (era il 15% nel 2007). Per quanto riguarda le tipologie di farmaci donati, i più diffusi sono quelli contro l’acidità (11,5%), gli analgesici (11,2%), gli antiinfiammatori (7,7%), i preparati per la tosse (6,8%) e i farmaci contro i dolori articolari e muscolari (5,8%). Nel corso del 2013, 24 aziende hanno effettuato 274 donazioni, per un totale di oltre 812mila confezioni. Nel 2013, hanno aderito alla GRF 3.366 farmacie, distribuite in tutte le regioni, ad eccezione del Molise. Il tasso di adesione delle farmacie è risultato più consistente al Nord (circa il 28%), rispetto ad una media nazionale di 18,7 farmacie aderenti ogni 100. Complessivamente nelle farmacie sono state raccolte oltre 350mila confezioni, di cui quasi una su tre è stata acquistata in Lombardia. Nel 2013, hanno partecipato alla GRF oltre 12mila volontari.
Le donazioni raccolte dalla FBF sono state utili a rispondere al bisogno di 1.506 organizzazioni caritative, diffuse soprattutto in Lombardia (22%), Emilia-Romagna (12,5%), Piemonte (11,4%) e Veneto (8,8%). Questi enti hanno aiutato nel 2013 quasi 680mila persone, delle quali il 51% sono donne e il 57% sono italiani. Negli ultimi due anni la presenza di italiani è diventata maggioritaria, modificando un trend storico di prevalenza di utenti stranieri. Più di un assistito su tre sono minori. «La propensione al dono che registriamo con le nostre iniziative – dice Malinverno – potrebbe incrementarsi, rimuovendo taluni vincoli normativi e burocratici che ancora rendono complesso il sistema delle donazioni. La politica deve fare la sua parte e riconoscere il nostro ruolo come soggetto attivo nel mondo della sussidarietà. Occorre una legislazione che equipari l’ente assistenziale al consumatore finale, com’è già avvenuto nel settore alimentare. La giornata di ieri è stata molto importante, perché si è articolato un confronto tra tutti coloro che operano in prima fila nel Terzo Settore, che costituiscono l’intera filiera della donazione dei farmaci, con il Governo, al quale chiediamo risposte immediate».
Insieme al Presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, Paolo Gradnik, alla presentazione del Rapporto, sono intervenuti, tra gli altri: Mons. Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana; Gianni Bottalico, Presidente Nazionale ACLI; Giancarlo Rovati, Università Cattolica Sacro Cuore; Andrea Mandelli, Presidente Federazione Ordine Farmacisti Italiani; Stefano Brovelli, Presidente Assosalute; Annarosa Racca, Presidente Federfarma, Enrique Hausermann, Presidente AssoGenericiMedia. In rappresentanza del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta il Direttore Generale, Marcella Marletta.