Polizia "razzista". Il rapporto internazionale che insulta l'Italia
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il rapporto Ecri, la commissione contro il razzismo e le discriminazioni del Consiglio d'Europa, condanna la nostra polizia perché farebbe "profilazione razziale". Protesta anche Mattarella.
- Da che pulpito viene la predica sulla nostra polizia di Stefano Fontana
I sostenitori del governo, nell’elogiare l’operato di Giorgia Meloni, evidenziano anche il suo prestigio internazionale e il seguito che starebbe riscuotendo presso i partner europei. In altri termini, da quando c’è lei a Palazzo Chigi, il clima sarebbe diverso, il nostro Paese si starebbe facendo valere e avrebbe ottenuto ragguardevoli risultati in termini di autorevolezza.
Sarebbe bello se fosse così, ma purtroppo la realtà dice altro. L’Italia continua ad essere sorvegliato speciale, sia in ambito economico che in altri contesti. Il nostro debito pubblico viene visto con crescente fastidio e con diffidenza e su altri fronti, migranti in primis, l’Italia non sembra particolarmente apprezzata a Bruxelles e dintorni.
In particolare sul versante del rispetto dei diritti fondamentali, si registrano rimostranze eclatanti da parte degli europei nei confronti dell’operato del nostro Paese. Il Consiglio d'Europa - l'organismo nato nel 1949 dopo la Seconda guerra mondiale per promuovere la democrazia e i diritti nel continente – due giorni fa ha pubblicato un duro rapporto stilato dalla Commissione contro il razzismo e l'intolleranza (l'Ecri).
Secondo il documento, la polizia italiana compie "profilazione razziale" nel corso delle sue attività - soprattutto nei confronti dei rom e delle persone di origine africana - mentre la politica negli ultimi anni è diventata sempre più "xenofoba", con un dibattito pubblico dai toni "divisivi" su stranieri e Lgbti.
In altre parole, i poliziotti italiani, che rischiano la vita ogni giorno per difendere la sicurezza dei cittadini percependo compensi spesso inadeguati, andrebbero puniti, secondo il Consiglio d’Europa, perché violerebbero i diritti fondamentali. Si tratta di affermazioni davvero ineleganti e incomprensibili che hanno suscitato l'indignazione della premier Giorgia Meloni e lo "stupore" del presidente Sergio Mattarella e che rischiano di delegittimare il ruolo e di squalificare l’operato delle forze dell’ordine agli occhi dei cittadini.
Il capo dello Stato, in una telefonata, ha espresso al responsabile della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, «stima e vicinanza» alle forze dell'ordine. La presidente del Consiglio ha invece attaccato l'Ecri: «Le nostre forze sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni, meritando rispetto, non simili ingiurie». Ancora più netto il leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale «donne e uomini in divisa sono stati attaccati vergognosamente da un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani». «Se a questi signori piacciono tanto rom e clandestini - ha aggiunto il vicepremier - se li portino tutti a casa loro a Strasburgo». Critico anche l'altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non condivido una parola di ciò che è stato scritto, escludo che ci siano agenti, carabinieri, poliziotti o finanzieri razzisti».
L’organo europeo non si ferma agli attacchi al linguaggio e agli atteggiamenti dei poliziotti e nel documento evidenzia che «le autorità non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l'esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale». Inoltre chiede a Roma uno studio «completo e indipendente». Per quanto riguarda invece la politica, il documento evidenzia che «purtroppo un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati dispregiativi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali». E tra «gli esempi recenti di dichiarazioni razziste e Lgbti-fobiche nella vita pubblica», l'Ecri cita «le osservazioni fatte in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane», ossia Roberto Vannacci (che pure non viene mai citato per nome), su gay e italiani di colore. Non solo. Tra gli esempi non virtuosi la commissione denuncia «critiche indebite che mirano a minare l'autorità dei singoli giudici che decidono sui casi di migrazione», quando invece la magistratura deve essere «rispettata, protetta e promossa».
Sembra un vero e proprio manifesto contro il centrodestra e il governo in carica. Si parte, infatti, dalle critiche al “racial profiling” del quale si sarebbero macchiate sistematicamente le forze dell’ordine, effettuando controlli e fermi di polizia basati sulla razza e si arriva alla demolizione di tutto ciò che ruota attorno agli ambienti del nostro esecutivo. «Donne e uomini in divisa attaccati vergognosamente dall’Ecri, un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Come Lega proporremo di risparmiare questi soldi per destinarli alla Sanità anziché infangare le nostre forze dell’Ordine. Se a questi signori piacciono tanto Rom e clandestini, se li portino tutti i casa loro a Strasburgo». Lo scrive su X il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, incassando il gradimento delle forze dell’ordine, davvero scosse per quest’attacco ingeneroso.