Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Maria Faustina Kowalska a cura di Ermes Dovico
EDITORIALE

Politica, tempo di scelte forti

Gli ultimi sviluppi mettono in evidenza come - a sinistra e a destra - si siano ristretti gli spazi di presenza dei cattolici, che nel prossimo Parlamento rischiano di essere fortemente ridotti, e i princìpi non negoziabili messi da parte. Servono scelte forti e immediate.

Editoriali 10_12_2012
Angiolino Alfano

Dopo la vittoria di Bersani alle primarie del Pd, il ritorno di Berlusconi e il prossimo addio di Monti, mentre le elezioni si avvicinano – affare di un paio di mesi – sembra che il tempo sia tornato al 1994: di qua un Pd sicuro di vincere, con Bersani al posto di Occhetto, di là Berlusconi che ci tenta. In realtà, però, così non è: qualcosa è cambiato.

In un precedente articolo avevamo sostenuto che esiste il grave  rischio che nel prossimo Parlamento venga completamente a mancare un punto politico di riferimento per i principi non negoziabili o, se vogliamo usare un’altra espressione, per la legge morale naturale. Questa dovrebbe essere la preoccupazione principale dei cattolici. Ora, il punto è esattamente il seguente: in tutte le aree politiche lo spazio per portare avanti questa preoccupazione si riduce drasticamente.

Al ritorno in campo di Berlusconi non tutti i deputati Pdl hanno applaudito immediatamente. La stampa ha pubblicato i nomi dei fedeli senza se e senza ma e da questa lista mancavano molti nomi che possono essere ricondotti ad una matrice cattolica e che nella passata legislatura si sono battuti per il rispetto della legge naturale. Probabilmente costoro confidavano in Alfano e in un rilancio del partito sulla base del programma del PPE ma senza la presenza diretta di Berlusconi. Il che non è avvenuto, anche perché Alfano non è riuscito ad agganciare su questo progetto Casini. Ora stanno pensando a cosa fare, perché sembra che sui programmi il prossimo Pdl sia più laicista e liberale del precedente. Aveva suscitato polemiche l’uscita pubblica di Bondi e di Galan a criticare la connotazione a loro dire troppo cattolica del partito e a chiedere invece un ritorno alle origini laiche e liberali. Non si sa se sia stato lo stesso Berlusconi a spingere per questa presa di posizione, ma di certo i cattolici nel Pdl ora stanno molto più stretti che prima e lo spazio di agibilità per chi vuole proteggere i principi non negoziabili si fa esiguo. 

Nel frattempo, però, non si è ancora costituita l’area di centro di Casini e Montezemolo, che del resto finora non ha minimamente accennato ai temi eticamente sensibili, anzi, per bocca di Casini ha espresso la volontà di lasciarli al di fuori di un prossimo programma di governo. Mario Monti poi non ha ancora sciolto la riserva di una sua discesa in campo a capo di questa lista per l’Italia, né poteva farlo da presidente del Consiglio. Finora è quindi un’area senza un capo e senza un programma chiaro, soprattutto per i temi di cui stiamo parlando. E’ per questo che non è ancora riuscita ad attrarre i deputati insofferenti del nuovo Pdl. Se Monti, dopo le dimissioni previste, dovesse accettare di scendere in campo (e lo farà dopo aver definitivamente accertato che non ci sono  per lui possibilità per sostituire Napolitano al Quirinale) le cose potrebbero cambiare. Se ciò non avvenisse, però, rimarrebbe ancora aperta la possibilità di una intesa tra Casini e Alfano. Anche in questa area politica, come si vede, gli spazi per i deputati che hanno a cuore i temi etici si restringono o comunque si rendono più problematici. Il nuovo partito di Magdi Allam potrebbe ricavarne qualche beneficio, però bisogna realisticamente riconoscere che, nonostante il coraggio, non andrà molto avanti nelle percentuali di voto se persisterà nella decisione di andare tutto solo.

Ma anche per i cattolici nel Pd non ci saranno tempi facili. Bersani, dopo la vittoria su Matteo Renzi, si è enormemente rafforzato, ha verificato che i poteri forti del Pd sono dalla sua parte (dai vecchi signori delle tessere al sindacato alle cooperative), ha colto l’occasione per rottamare qualcuno e metterà al ministero della Sanità Ignazio Marino, lo Zapatero italiano. Tempo tre mesi e l’Italia sarà come Inghilterra, Francia e Spagna per quanto riguarda le leggi su vita, procreazione e famiglia. Inoltre si è rafforzato anche Vendola, che riporterà in Parlamento l’estrema sinistra che ne era stata esclusa alle precedenti elezioni politiche. Si prevede una linea dura che stritolerà i poveri Fioroni.

Può sembrare un ritorno al 1994, con la gioiosa macchina da guerra ben oliata da una parte e Silvio Berlusconi dall’altra, ma per coloro che hanno a cuore la legge naturale e i principi non negoziabili la situazione è senz’altro peggiore e molto preoccupante. Per questo sarebbe bene che anche nel Paese e nel mondo cattolico emergesse qualche indicazione di impegno e qualche segno di disponibilità. E che i politici che condividono questi timori avessero il coraggio di scelte decise.