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IL FILM

Polisse

In un commissariato parigino si combatte la violenza sui minori. Entrando nel vissuto di indagati e poliziotti senza morbosità.

Visioni 25_02_2012
Polisse

Durata: 134'
Genere: Drammatico
Regia di: Maïwenn Le Besco
Cast principale: Karin Viard, Joeystarr, Marina Foïs, Nicolas Duvauchelle, Maïwenn Le Besco
Tematiche: polizia, infanzia, famiglia, violenza

Non è facile il compito che hanno i poliziotti dell'Unità di Protezione dell'Infanzia di un commissariato parigino. Sono tutti i giorni a contatto con il problema della pedofilia o comunque delle minacce e delle attenzioni morbose che i bambini subiscono anche, anzi soprattutto, all'interno delle loro famiglie. Un compito difficile che i poliziotti cercano di eseguire con il massimo della discrezione e della delicatezza possibile facendo i conti non solo con le emergenze da risolvere ma anche con le difficoltà del loro “privato” che inevitabilmente viene condizionato, anche pesantemente, dal lavoro quotidiano.

Si indaga su padri troppo “attenti” ai figli, su madri troppo manesche, su istruttori con un debole per i loro allievi e si ascoltano le testimonianze dirette degli stessi bambini. Polisse, terzo film della regista Ma?wen Le Besco (dopo Le bal des actrices del 2009 e Pardonnez-moi del 2006), meritatamente vincitore del premio della Giuria all'ultimo Festival di Cannes, è stato messo in relazione a A.C.A.B. di Stefano Sollima in questi giorni nelle sale. In entrambi i film i protagonisti sono i poliziotti, ma se nel film di Sollima gli uomini del reparto celere si muovono tutti al limite tra legalità e illegalità (anzi spesso oltre il limite), si sentono accerchiati e minacciati da tutti, dagli ultrà ai naziskin fino alle istituzioni, i poliziotti dell'Unità di Protezione dell'Infanzia sono ben dentro i limiti della legalità, anche se devono prendere decisioni non facili (vedi la retata notturna in un campo rom) e hanno decisamente un comportamento molto più umano. Nel film un ruolo importante se lo ritaglia la stessa Ma?wen nei panni di una fotografa inviata proprio per testimoniare l'attività del commissariato.

La sua posizione, dapprima estranea e di incomprensione, lentamente si trasforma in uno sguardo sempre più vicino e dentro la vita e l'attività quotidiana della squadra di polizia; e questo è il percorso che fa anche lo spettatore. E' infatti difficile rimanere indifferenti alle vicende raccontate dal film, sia che si tratti di lotta alla pedofilia, sia che si tratti del vissuto personale dei singoli poliziotti. Un'ultima annotazione; nel cast – ma in un ruolo decisamente marginale – anche Riccardo Scamarcio che impersona il marito (ex?) della stessa Ma?wen.