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LA MARCIA PER LA VITA

“Più soldi per le gravidanze, smantelliamo la 194”

«Il primo passo per smontare la legge 194: più soldi pubblici per le gravidanze e meno per gli aborti». La leader della Marcia per la vita Virginia Coda Nunziante conferma l'obiettivo del raduno pro life di Roma giunto ormai alla IX edizione: smantellare pezzo per pezzo la legge che legalizza gli aborti. Ieri a Roma anche un messaggio del vescovo Suetta che ha definito l'aborto un «delitto abominevole contro la vita e l'uomo» e la testimonianza dell'attore Eduardo Verastegui: «Grazie al mio film sono state salvate 4000 vite». 

Vita e bioetica 19_05_2019

Si è svolta ieri a Roma la nona edizione della Marcia per la Vita. La manifestazione è partita da piazza della Repubblica e si è conclusa davanti a piazza Venezia, dove è stato allestito il palco da cui sono stati pronunciati gli interventi finali. La minaccia di pioggia non ha scoraggiato i tanti partecipanti che, alla fine, sono stati premiati anche dalla comparsa di qualche raggio di sole. Le strade del centro capitolino si sono popolate di palloncini, striscioni di gruppi ed associazioni aderenti, cartelli con sopra riportate frasi di San Giovanni Paolo II e di papa Francesco. Prima dell'inizio della marcia vera e propria, i presenti sono stati intrattenuti dai ragazzi di Universitari per la vita che hanno animato il palco montato in piazza della Repubblica.

Alla testa del corteo,  alcuni giovanissimi manifestanti che hanno sorretto per tutto il tempo lo striscione ufficiale dell'evento. Dietro a loro, hanno percorso tutto il tragitto anche i cardinali Raymond Leo Burke e Willem Jacobus Eijk, oltre a monsignor Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio. Tantissimi i religiosi e le religiose di tutte le nazionalità, ma anche i laici provenienti da tutto il mondo ed orgogliosi di sventolare la bandiera del proprio Paese d'appartenenza. Più di venti le delegazioni pro-life arrivate nella Capitale da ogni parte del pianeta.

Sul palco di piazza Venezia, il parroco romano don Pasquale ha ricordato l'esperienza personale a contatto con donne che hanno scelto di interrompere una gravidanza. "L'aborto - ha detto il sacerdote - è una morte che porti dentro per sempre, non è mai una vittoria". Don Pasquale ha ringraziato chi ancora riesce a non rimanere indifferente di fronte al dramma di "milioni di esseri umani che migrano verso la vita umana e trovano i porti chiusi...quelli sì che sono porti chiusi!". Dopo il saluto di Michelle Kaufman, pioniera della Marcia per la vita in Nuova Zelanda, la platea è stata scaldata da Alejandro Geyer, uno dei coordinatori dei "pañuelos celestes" che hanno riempito le piazze argentine contro la legge sulla legalizzazione dell'aborto nel Paese sudamericano, poi bocciata dal Senato. 

“Ha vinto il colore celeste, il colore della vita, del manto della Madonna, del cielo”, ha gridato l'attivista pro-life, rievocando la straordinaria mobilitazione dello scorso marzo. Chi scende in piazza contro l'aborto, ha detto Geyer, lo fa perché mosso dalla consapevolezza di salvare due vite: quella del bambino e anche quella della mamma che, dopo un'interruzione di gravidanza, finisce per morire spiritualmente. Importante, poi, la testimonianza video inviata da monsignor Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che ha ringraziato i partecipanti per il coraggio di impegnarsi in prima persona su "temi sempre più occultati dal pensiero dominante che vorrebbe far passare alcuni gravi crimini contro la vita come aborto, eutanasia e tante manipolazioni, come diritti dei singoli o addirittura come conquiste di civiltà; invece sono delitti abominevoli contro la vita e l'uomo".

Significativa anche la testimonianza registrata dall'attore messicano Eduardo Verástegui che ha raccontato come, per via della sua interpretazione di Josè nel film "Bella", ha ricevuto negli anni 4000 donne che gli hanno rivelato di aver tenuto un figlio proprio grazie alla visione dell'opera cinematografica del 2006 divenuta un simbolo per gli attivisti pro-life. La manifestazione si è conclusa con le parole finali della storica organizzatrice, Virginia Coda Nunziante, la quale ha ribadito la sua convinzione che sulla legge 194 non siano ammissibili compromessi; l'obiettivo del popolo della vita, ha detto la presidente del comitato organizzatore, è "l'abrogazione totale della 194". "Ci vorranno degli anni - ha continuato, parlando dal palco - ma non possiamo perdere di vista quest'obiettivo e intanto smantelliamo la 194 pezzo per pezzo". Il primo passo, secondo la Coda Nunziante, dovrebbe prevedere più soldi pubblici per le gravidanze e meno per gli aborti. L'appuntamento per la decima edizione della Marcia per la Vita è previsto per il 23 maggio dell'anno prossimo, sempre a Roma.