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DEFENDER EUROPE

Più di Putin fece il virus. Esercitazione Nato in crisi

L'esercitazione NATO "Defender Europe" subirà un ridimensionamento o anche la cancellazione, per la diffusione del coronavirus in Europa. Italia e Norvegia si sono ritirate, preferendo usare i loro militari per far fronte all'emergenza. Concepita per mostrare i muscoli alla Russia, la manovra è azzoppata dall'"arma biologica" cinese.

Esteri 17_03_2020
Quartier Generale della NATO

Più di Putin potè il Coronavirus. Il rischio che l’epidemia - che sta colpendo l’Europa (ma anche gli Stati Uniti) facendo chiudere frontiere, ritrovi pubblici e scuole - faccia annullare anche le più grandi esercitazioni della NATO degli ultimi 25 anni, si fa sempre più concreto. 

“Defender Europe” in programma dal 27 aprile al 22 maggio, ha la finalità di testare le capacità logistiche dell’Alleanza Atlantica di far affluire consistenti forze americane in Europa, in aiuto soprattutto a Germania, Repubbliche Baltiche e Polonia minacciate da un “nemico orientale”. Anzi, il presupposto dell’esercitazione è simulare la capacità di far affluire rapidamente truppe americane a rinforzo della NATO in caso di invasione di Lituania e Lettonia: quindi evidentemente in caso di guerra con la Russia. Un tema non certo nuovo, ma vecchio quanto la NATO che nell’epoca della Guerra fredda effettuava esercitazioni di rischieramento ben più massiccio, come le “Reforger” che tra il 1969 e il 1993 videro, in alcuni casi, sbarcare in Europa anche 70mila militari americani.

Nonostante tutte le fantasiose tesi complottiste che nelle ultime settimane hanno letteralmente invaso il Web e i social, l’esercitazione “Defender Europe” non ha nulla a che fare con la firma dell’accordo finanziario Ue noto come MES né col virus cinese. L’esercitazione prevede lo sbarco in Europa di circa 20mila militari statunitensi con 13mila tra mezzi ed equipaggiamenti (solo in minima parte già arrivati, il grosso è atteso per aprile) per compiere diversi atti tattici che dovrebbero coinvolgere anche 17mila militari europei della NATO e altri 10mila soldati americani già presenti in Europa. "Defender Europe" è stata ovviamente pianificata con largo anticipo (oltre un anno) rispetto alla sua attuazione, ma se non può essere messa in relazione a nessuno dei recenti fatti che hanno interessato l’Europa, inclusa l’epidemia di Coronavirus, rischia però di risultare una vittima illustre dell’epidemia.

L’11 marzo l’Italia ha reso noto che non parteciperà all’esercitazione. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha spiegato che i militari “sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise dal Governo. Per questo ho valutato, congiuntamente con lo Stato Maggiore della Difesa e informando il Comando Nato, di non confermare il nostro contributo all’esercitazione Defender 2020. Pur sostenendo il valore strategico dell’esercitazione, ho ritenuto opportuno mantenere massimo l’apporto delle Forze Armate in questa situazione”. La partecipazione nazionale era del resto limitata ad un paio di reparti dell’Esercito della Brigata Folgore e della Brigata Garibaldi schierati in Lettonia e Germania.

In Norvegia lo stesso 11 marzo è stata sospesa l’esercitazione “Cold Response 2020”, che avrebbe dovuto riunire più di 15.000 soldati nel nord del Paese, a causa dell’epidemia. “Il coronavirus è fuori controllo", ha detto il generale norvegese Rune Jakobsen. “Vogliamo mantenere le capacità operative dei militari, in modo da poter sostenere la società nel periodo turbolento che ci aspetta”.

Manca però oltre un mese all’inizio dell’esercitazione e il virus sta dilagando ormai in tutta Europa (e negli USA), ragion per cui non si può escludere che Defender Europe subisca ulteriori modifiche o venga ridotta o annullata, annullando la partenza del grosso delle forze statunitensi dagli USA, dove peraltro l’allarme per il virus sta montando. “Stiamo certamente monitorando e seguendo la situazione molto attentamente perché potrebbe avere conseguenze anche per la Nato”, ha spiegato il 4 marzo il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, precisando che non era prevista “nessuna cancellazione delle esercitazioni, che verrà valutata man mano che la situazione evolve”. Da allora però l’epidemia si è aggravata ed è difficile ritenere che in un’Europa, in cui ogni Stato sta chiudendo le frontiere nazionali e punta a preservare le sue forze militari per gestire emergenze interne, possano muoversi decine di migliaia di militari per un'esercitazione.

Concepite per mostrare i muscoli ai russi, le grandi manovre della NATO rischiano di venire sbaragliate da “un’arma biologica” cinese.