Pistoia e Pescia, ritiro anticipato per mons. Tardelli
La nunziatura apostolica ha comunicato l'accettazione della rinuncia presentata con qualche mese di anticipo dal presule toscano, che compirà 75 anni a gennaio ma per quella data spera di avere già un successore.
Mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e di Pescia (unite in persona episcopi), non ha voluto attendere i canonici 75 anni che compirà il 5 gennaio 2026 per presentare la rinuncia all'ufficio: lo ha già fatto a luglio e adesso la nunziatura apostolica ne ha comunicato l'accettazione. Lo ha annunciato personalmente durante un incontro con il clero nella curia di Pistoia. Il presule ha fatto cenno anche a un disguido per cui la lettera, datata 2 settembre, dev'essere rimasta ferma in qualche cassetto della nunziatura e gli è stata recapitata soltanto in questi giorni. Ma aveva intuito che la rinuncia fosse stata accettata dal momento che a settembre erano già partite le lettere di informazione per la ricerca del successore.
Le ragioni esposte dal presule sono essenzialmente tre, due di carattere personale e una di carattere... sinodale. In primo luogo la fatica di guidare due diocesi, tanto più che l'unione in persona episcopi con la diocesi di Pescia è giunta nel 2023, e pertanto già verso la fine del mandato e in età relativamente avanzata. Quindi la situazione, non ancora conclusa, della parrocchia di Vicofaro, tramutata de facto in centro di accoglienza per migranti dall'allora parroco don Massimo Biancalani, con tensioni annesse e connesse: «È una vicenda che mi ha profondamente segnato», ha confidato il vescovo. «Non voglio fare la vittima, ma è innegabile che abbia pesato sulla mia vita. È una realtà ancora aperta e difficile, che ho cercato di accompagnare con responsabilità e sofferenza».
La terza ragione del ritiro anticipato è legata al cammino sinodale «che ora entra nella sua fase attuativa», ha spiegato Tardelli. «Mi è sembrato giusto che questo nuovo cammino fosse guidato da un vescovo nuovo, capace di portarlo avanti fin dall’inizio con energie rinnovate e uno sguardo fresco. La mia è una decisione che nasce dal desiderio di servire la Chiesa, non da stanchezza o disaffezione». È questo «il motivo principale», come indicato anche nella lettera alle due diocesi: «Compiendo io gli anni all’inizio dell’anno ed essendo il 2026 un anno carico di prospettive e di appuntamenti per il cammino sinodale che coinvolge non solo le chiese di Pistoia e Pescia ma anche tutte le chiese che sono in Italia e nel mondo, mi è parso bene che tutto questo fosse quanto prima guidato da un nuovo pastore che potesse al più presto prendere in mano le redini del prossimo cammino».
Fino alla nomina del successore Tardelli resterà alla guida delle due diocesi (la rinuncia è accettata nunc pro tunc, «ora per allora») ma per l'inizio del 2026, quando avrebbe dovuto presentare la rinuncia, spera di aver già ceduto il pastorale a un vescovo più giovane.

