Piloti USA: no ai voli con slogan atei
4 piloti su 5 della Fly Signs Aerial Advertising restano a terra contro l'idea di una «God-less America». La giornata dell'orgoglio ateo è un flop.
Il 4 Luglio è il giorno più glamour degli Stati Uniti, quello cui le bandiere garriscono al vento, così pure le maniche delle t-shirt e le gambe delle brache, l’aria è un tripudio di fanfare che suonano inni e musiche patriottiche, il cielo si colora di mille fuochi di artificio e ogni famiglia-cuore non rinuncerebbe nemmeno per tutto l’oro del mondo al tradizionale pic-nic a base di hamburger e hot-dog.
Quest’anno, però, gli atei uniti d’America hanno pensato di farne la giornata dell’orgoglio ateo, buona per un colossale outing da parte di tutti coloro che sono convinti che per essere buoni patrioti non solo non serve essere cristiani ma occorre proprio mandare Dio in soffitta. «Il 4 luglio», ha infatti detto Roy Speckhardt, direttore esecutivo dell’American Humanist Association, «offre agli americani non-teisti una grande opportunità di “uscire dallo sgabuzzino” e farsi apertamente riconoscere».
Così organizzazioni come gli American Atheists di Austin, Texas, la Freedom from Religion Foundation di Madison, Wisconsin, e la citata AHA, American Humanist Association di Washington (storica e famosa sigla del radicalismo laicista che vanta diversi focus-group tra cui uno darwinista, uno femminista, uno LGBT e uno dedicato al “cinema razionalista”) hanno cercato d’impossessarsi dell’anniversario di quel giorno del 1776 in cui a Filadelfia venne letta sulla pubblica piazza la Dichiarazione d’Indipendenza da cui nacquero gli Stati Uniti.
Nelle settimane scorse l’AHA ha diffuso per posta 15mila spillette con la scritta «Si può essere buoni senza Dio» (in inglese un gioco di parole cantilenante, «You can be good without God»), ma l’iniziativa più eclatante è certamente stata quella degli American Atheists (AA) che, al costo di 23mila dollari, si sono rivolti alla Fly Signs Aerial Advertising per far volare nei cieli di diverse città e luoghi di villeggiatura statunitensi degli striscioni con su scritto «L’atesimo è patriottico» oppure «God-less America» (“America senza Dio”), un gioco di parole che fa il verso al proverbiale augurio «God bless America». Solo che è andata malissimo.
Infatti 4 su 5 dei piloti di quella compagnia commerciale, cioè 68 su 85, si sono rifiutati di prendere la cloche per spargere ateismo dal cielo. Uno di loro, Red Calvert, ha detto al quotidiano USA Today: «Rispetto il nostro Paese e rispetto le nostre Chiese, e in questo Paese abbiamo già abbastanza problemi senza che ce ne dobbiamo andare a cercare altri. Se quella gente vuol compiere un gesto in cui crede, bene: solo non coinvolgano me».
Non c’è che dire, un sondaggio ottimo e per giunta gratuito. Le due anime del Paese si sono confrontate nel giorno in cui gli Stati Uniti celebrano se stessi con le parole inequivocabili della Dichiarazione d’Indipendenza: «Noi riteniamo queste verità essere autoevidenti, che tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, che fra questi vi sono vita, libertà e perseguimento della felicità». Una ne è uscita minoritaria e pagliaccesca, l’altra maggioritaria e serena. «Il sogno americano è che ogni uomo sia libero di diventare qualsiasi cosa Dio vuole egli diventi», diceva Ronald W. Reagan (1911-2004): per questo il 4 Luglio dell’orgoglio ateo è un grande flop.
Sotto alcuni esempi della propaganda ateista predisposta per il 4 luglio 2011 (cliccare sulle immagini per ingrandirle)