Pillole abortive prescritte da ostetriche, nuova follia dalla Svezia
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il governo svedese intende liberalizzare ulteriormente le pillole abortive, consentendone la loro prescrizione alle ostetriche. Una proposta che banalizza ancora di più l’aborto e non tiene conto dei maggiori pericoli per le donne.

La Svezia, come altri Paesi, sta subendo pressioni dalle multinazionali che producono pillole abortive. E i popolari e i democristiani le vogliono ulteriormente liberalizzare, anche a costo di stravolgere la professione dell’ostetrica e di banalizzare ancora di più l’uccisione dei bambini nel grembo materno.
La legge svedese sull'aborto è entrata in vigore nel 1975 e da allora è rimasta sostanzialmente invariata. L'aborto è disponibile su richiesta in Svezia fino alla 18^ settimana di gravidanza, deve essere effettuato da un medico qualificato in un ospedale generale o in una clinica privata approvata dal National Board of Health and Welfare (NBHW). Alla gestante va offerta una consulenza, che pure non è obbligatoria. Dopo 18 settimane di gravidanza, l'aborto è soggetto all'approvazione dell’NBHW.
Sia il misoprostolo che il mifepristone sono registrati presso la Swedish Medical Products Agency e approvati per l'uso abortivo: entrambi necessitano di prescrizione medica. In caso di aborto farmacologico, in Svezia, è possibile abortire sino alla 22^ settimana anche se la legislazione svedese richiede che il mifepristone sia somministrato in una struttura medica; se la donna lo richiede, viene fatta una valutazione per stabilire se può completare la procedura abortiva a casa.
In queste ultime settimane, però, dopo un'indagine commissionata dal governo di centrodestra formato da popolari, liberali e democratici cristiani, con l'indispensabile sostegno ‘esterno’, in parlamento, anche dei conservatori di Sweden Democrats, si stanno avanzando una serie di modifiche legislative. Evidentemente per i due partiti svedesi affiliati al PPE, quello dei moderati e quello dei democratici cristiani, i valori del loro partito europeo di riferimento non hanno alcun senso, dalla «dignità umana… all’importanza dei valori cristiano-giudaici». Per i popolari europei di oggi, ormai tutto è sacrificabile sull’altare del liberalismo immorale che riduce in polvere ogni identità e riverbero sociale delle radici giudaico-cristiane.
«I cambiamenti che proponiamo sono i più grandi degli ultimi 50 anni e consentiranno a chi richiede l'aborto di avere maggiore autodeterminazione e indipendenza durante il processo di aborto», ha detto a Euractiv Inga-Maj Andersson, ricercatrice del governo e ostetrica. Secondo il recente rapporto di Andersson, in Svezia ogni anno vengono eseguiti circa 35.000 aborti, la stragrande maggioranza (96%) dei quali sarebbero aborti farmacologici eseguiti in cliniche per l'aborto e a casa.
Per questo motivo, secondo il ministro della Salute svedese Acko Ankarberg Johansson, membro del partito democratico cristiano, è necessario rivedere la legge sull'aborto per adattarla allo sviluppo della medicina, rafforzando il diritto all'aborto ed estendendo l’applicazione della legge anche alle donne che si sentono uomini. Non solo. Secondo il ministero, anche le ostetriche devono poter autorizzare la prescrizione della pillola abortiva, senza che si mantenga l’obbligo attuale di assumere la prima pillola in una clinica. Il Consiglio direttivo dell'Associazione svedese degli operatori sanitari, i cui membri sono perlopiù infermieri e ostetriche, ha dichiarato a Euractiv che il sindacato accoglie con favore le modifiche legislative, considerando le proposte «positive perché le ostetriche potrebbero prescrivere pillole abortive e ampliare il loro ruolo. In particolare l'eliminazione del requisito di recarsi in una clinica per l'aborto, poiché potrebbero esserci donne che hanno difficoltà a recarsi in una clinica, ad esempio se devono viaggiare lontano», vista la conformazione del territorio svedese. Siamo all’apice della manipolazione tipica del linguaggio woke, che vorrebbe stravolgere la professione di ostetrica, che dovrebbe aiutare la partoriente a far nascere i bambini, non a ucciderli.
Il 14 febbraio, il neo segretario del Dipartimento alla salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., invece, ha sottolineato correttamente, in un'intervista a Fox News, che la pillola abortiva è stata associata a vari decessi e a numerose lesioni tra le donne e ha dichiarato che si sta valutando, con il presidente Donald Trump, «una revisione completa sull’uso delle pillole abortive, viste le notizie di decine di donne che sono morte e di migliaia che hanno subito effetti negativi». Oltre alla morte di milioni di nascituri, la FDA americana ha collegato il mifepristone – nel periodo che va dal 28 settembre 2000 al 31 dicembre 2022 – ad almeno 32 decessi di donne e più di 4.000 complicazioni gravi, ma quest’ultimo dato è ampiamente sottostimato.
Un recente studio dell'Istituto Charlotte Lozier ha rilevato che il tasso di visite al pronto soccorso legate all'aborto da parte di donne che hanno assunto il farmaco abortivo è aumentato di oltre il 500% tra il 2002 e il 2015. Un altro studio, stavolta dell'Università di Toronto (Short-Term Adverse Outcomes After Mifepristone-Misoprostol Versus Procedural Induced Abortion, 2023), pubblicato negli Annals of Internal Medicine, ha rilevato che una donna su dieci che ha assunto la pillola abortiva ha dovuto recarsi al pronto soccorso.
La pillola abortiva resta, ma la Corte Suprema non chiude i giochi
La Corte Suprema degli USA ha deciso all’unanimità che un gruppo di medici non ha i requisiti per agire in giudizio contro la liberalizzazione del mifepristone. Ma la sentenza lascia aperta la porta ad altri ricorsi, in primis delle donne danneggiate dalle pillole abortive.
RU486, la FDA ha sottostimato gli effetti avversi
Un articolo sulla rivista scientifica Health Services Research and Managerial Epidemiology mostra che l’agenzia americana per i farmaci ha fornito dei dati non attendibili sugli effetti collaterali del mifepristone, di molto inferiori a quelli registrati nientemeno che da Planned Parenthood. Eppure, la pillola abortiva viene sempre più liberalizzata, tanto negli Usa quanto in Italia.