Pietra di San Giuseppe, una vita a servire Gesù e i poveri
Religiosa spagnola, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1994, è la fondatrice delle Madri degli Abbandonati e di San Giuseppe della Montagna. Una figura antesignana di santa Teresa di Calcutta, pur con le sue peculiarità. Un recente film, La missionaria di San Giuseppe, ne racconta la vita.
Le vite di alcuni santi e testimoni della fede sono decisamente sottovalutate e assai poco conosciute in rapporto alla loro straordinarietà. Così è per la beata Pietra di San Giuseppe (Petra de San José, 1845-1906), religiosa spagnola, fondatrice delle Madri degli Abbandonati e di San Giuseppe della Montagna. C’è chi l’ha definita un’antesignana di santa Teresa di Calcutta; tuttavia, la vicenda della beata Pietra presenta delle peculiarità, che la rendono unica nel suo genere. Se si dà uno sguardo d’insieme a quanto avvenuto pressappoco dagli anni ’60 del XIX secolo (quando si manifesta la vocazione religiosa di Madre Pietra) al 1994 (anno della sua beatificazione), si è liberi di pensare che si tratti di pure coincidenze ma definirle tali è davvero un azzardo.
Il recente film biografico La missionaria di San Giuseppe offre una straordinaria occasione per far conoscere al mondo la figura di Pietra. La pellicola, prodotta da Andrés Garrigó per Goya Producciones, è diretta da Pablo Moreno e vede tra gli attori Marian Arahuetes, nei panni della protagonista, e Rafa Jiménez, nel ruolo di colui che fu il fidanzato della beata, prima della sua vocazione religiosa.
Ana Josefa Pérez y Florido nasce a Valle de Abdalajìs, nei pressi di Malaga, il 6 dicembre 1845. Ultima di cinque figli e orfana di madre a soli tre anni, Ana cresce in una famiglia benestante. Suo padre José è un proprietario terriero, per un paio d’anni anche sindaco della cittadina. Ana si fidanza con un giovane conterraneo, José Mir: il loro è un amore puro, per nulla toccato da ragioni di interesse. Eppure, proprio in quegli anni, Ana inizia ad avere le prime apparizioni di San Giuseppe e avverte molto nitidamente che Gesù la sta chiamando alla vita religiosa, a servizio di poveri e malati.
D’improvviso, Ana inizia a provare una strana e inaspettata repulsione per il fidanzato ma, poco dopo, per vie traverse, le giunge un aiuto provvidenziale: nel corso di una serie di rivolte contadine, José si è schierato contro i conti di Corbos, la famiglia aristocratica protettrice dei Pérez. L’imbarazzante situazione costringe il padre a chiedere ad Ana di rompere il suo fidanzamento. Purtroppo, però, la ragazza deve fronteggiare anche l’ostilità paterna a un suo ingresso in convento. Il vecchio Pérez cambierà idea il giorno che, al culmine di un’irruzione di rivoltosi all’interno della loro abitazione, la figlia gli salverà la vita, facendogli da scudo umano.
La seconda parte della vita di Ana Josefa inizia nel 1873, con la presa in affitto di un immobile, in cui lei stessa, assieme alla cugina e ad altre due ragazze, allestisce una piccola casa di cura. L’eredità del padre, deceduto un paio di anni dopo, permette ad Ana e alle compagne di aprire anche una casa per anziani. Nel 1877, tutte e quattro entrano come novizie nelle Mercedarie della Carità ma, per Ana, costantemente inquieta e desiderosa di essere sempre più in linea con la volontà di Dio, quel periodo dura poco.
Messasi a disposizione del vescovo di Malaga, nel 1880, viene da questi incaricata di fondare una nuova congregazione, che si chiamerà Madri degli Abbandonati. Nel 1891, papa Leone XIII conferisce l’approvazione pontificia alla congregazione e, lo stesso anno, la fondatrice, che ha assunto il nome di Madre Pietra di San Giuseppe, emette i voti perpetui. Nel 1901, a Barcellona, Madre Pietra inaugura il santuario di San Giuseppe della Montagna, completando così il nome della congregazione in “Madri degli Abbandonati e di San Giuseppe della Montagna”. È proprio in tale santuario, che Madre Pietra nasce al Cielo, il 16 agosto 1906.
Il biopic dedicato alla beata Pietra ha il merito di fornire un quadro realistico della vita della religiosa spagnola evitando di banalizzare la storia del suo cammino di santità. Lei stessa crebbe in un ambiente di provincia, dove i pettegolezzi, i giudizi facili e il parlarsi dietro sono vizi diffusi. Anche per questo Ana Josefa dovette molto lottare contro le passioni mondane diffuse nel suo mondo, finanche in ambito religioso. Nella pellicola, il personaggio emerge in tutta la sua umanità e fragilità, specie nel conflitto tra l’obbedienza a Dio e l’obbedienza agli uomini. Anche il suo approccio senza risparmio nei confronti degli ultimi non sempre era compreso dalle consorelle. La Provvidenza pose però dalla sua parte i papi dell’epoca, Leone XIII e san Pio X, in particolare, che ne incoraggiarono sempre l’opera.
La vicenda di Madre Pietra prosegue ben oltre la sua morte. Inizialmente inumate nel cimitero di Barcellona, nel 1920, le sue spoglie furono traslate presso il santuario di San Giuseppe della Montagna; tuttavia, durante la guerra civile spagnola, furono trafugate dagli anticlericali socialisti. L’unico passaggio parzialmente “romanzato” del film è proprio quello relativo al destino delle ossa di Madre Pietra: di vero, c’è che l’uomo che furtivamente le seppellì in un campo sperduto a Puzol era entrato in possesso anche di un diario della religiosa; poi, in punto di morte, oltre a convertirsi, aveva svelato la vicenda del furto delle reliquie.
I resti di Madre Pietra sono stati ritrovati nel 1983 e l’anno successivo, dopo essere stati riconosciuti come autentici, sono stati definitivamente posti presso la casa generalizia della congregazione delle Madri degli Abbandonati e di San Giuseppe della Montagna, a Valencia. Pietra di San Giuseppe è stata beatificata da san Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1994.
La beata Pietra vive ora in Cielo ma anche in terra, nei conventi e nelle opere di carità della sua congregazione, diffusi soprattutto in Spagna e in America Latina. Una storia che è essa stessa un miracolo e che mostra la cifra del cammino di santità di qualunque uomo o donna: lasciare che Dio realizzi cose grandi partendo da cose piccole e umane.
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Per informazioni e richiesta di proiezioni private: andres@goyaproducciones.com
Sito web del film: https://www.petradesanjose.com/