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Il progetto

Piante officinali, la Cattolica “riscopre” la sapienza dei monaci

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Piantate a Roma delle piante officinali nell’ambito di un progetto della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica. Un’iniziativa nel solco degli “horti medici” che sorgevano nei monasteri, specie durante il Medioevo.

Cultura 20_06_2024
Rosmarinus officinalis (licenza CC, da Wikimedia Commons)

Curarsi coi frutti del creato si può, come ricorda un progetto inaugurato pochi giorni fa. In data 13 giugno 2024, a Roma, grazie alla Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica, gli studenti del corso di Farmacia botanica hanno piantato delle piante officinali nel “Giardino dei Semplici”. Il giardino di piante curative si trova nell’area verde vicino al pronto soccorso del Policlinico Gemelli.

Questo progetto, chiamato “Simplex for Health”, fatto in collaborazione con l'Istituto Giuseppe Toniolo, ha messo a disposizione uno spazio di tredici ettari all'interno dell'area protetta del Parco regionale urbano del Pineto,  e vuole essere una proposta in grado di unire innovazione e tradizione nel campo della botanica farmaceutica. Dopo i saluti istituzionali, monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica, ha benedetto la nuova area, segnando l'inizio di un nuovo capitolo per l'educazione botanica e farmaceutica degli studenti.

Durante l’inaugurazione, nel giardino fitoterapico, sono state messe a dimora le prime piante officinali – Rosmarinus officinalis, Calendula officinalis e Lavandula angustifolia – di quello che è un orto medico destinato a  fiorire e crescere negli anni per il bene del progresso scientifico. Spiega il professor Andrea Urbani, uno dei curatori del progetto: «Il Giardino dei Semplici è nato da una primaria esigenza didattica: dotare il Corso di laurea della struttura  essenziale per lo studio della botanica farmaceutica e della chimica farmaceutica dei prodotti naturali, organizzata in “aiuole tematiche” di piante medicinali riunite per meccanismo d’azione».

La Chiesa, sin dalle origini, si è sempre mostrata molto attenta alla cura sia dell’anima che del corpo. E per questo motivo durante il Medioevo sono sorti, nei giardini di conventi e monasteri, preziosi orti di piante medicinali che, per la loro bellezza, offrono anche ristoro e pace dei sensi. I monaci, infatti, avevano conoscenze approfondite della medicina e delle erbe.

Gesù Cristo, come testimoniano i Vangeli, ha dedicato una parte importante del suo ministero proprio alla cura degli ammalati: la figlia di Giairo, l’emorroissa, il cieco nato sono solo alcuni esempi delle persone guarite da Cristo, e lui stesso ha dato ai suoi apostoli la facoltà di imporre le mani e guarire le persone. Per questo motivo la Chiesa si è sempre prodigata nella cura di ammalati e sofferenti. San Basilio Magno (329-379), Padre e Dottore della Chiesa, istituì uno dei primi ospedali della storia, la Cittadella della carità, detta anche Basiliade, a Cesarea in Cappadocia.

La Scuola medica salernitana (IX-XIII secolo), durante il Medioevo, attirava studenti e studiosi da tutto il mondo; essa nacque probabilmente grazie ad Adelmo, un benedettino proveniente da Montecassino, che nell’820 fondò un ospizio per malati a Salerno. Un ruolo importante nello sviluppo di questa scuola fu dato proprio dall’Abbazia di Montecassino, in cui già da due secoli vi era un’infermeria che, nella sua attività, seguiva la regola di san Benedetto (480-547).  Nella Scuola medica salernitana, in cui il progresso medico era arricchito dalla sensibilità spirituale, si studiavano i testi di Ippocrate e Galeno, così come le opere di medici arabi come Avicenna, senza però mai smarrire il perno cristiano. All’interno di questa istituzione, infatti, si sviluppò l’Almo Collegio medico e qui i diplomi, con un sigillo in ceralacca raffigurante San Matteo nell’atto di scrivere il Vangelo, venivano consegnati nella Chiesa di San Pietro a Corte, o in San Matteo o nella Cappella di Santa Caterina.

La Chiesa era, in ambito scientifico, un’autorità e aveva la funzione di proteggere il mondo medico dalle interferenze negative di medicastri, maghi e cialtroni che pretendevano di curare le persone con pozioni strane.

Nella Scuola medica salernitana veniva data grande attenzione alla salute e alla prevenzione; infatti, si enfatizzava l’importanza della dieta, dell'igiene e dello stile di vita per mantenersi sani.

Con lo sviluppo delle università nel Rinascimento, gli horti medici divennero parte integrante dei giardini botanici universitari. Ancora oggi queste conoscenze vanno valorizzate, affinché il mondo non soccomba sotto il peso di un mercato farmaceutico sempre più basato sul profitto anziché sulla salute.

L’Orto botanico di Padova, ad esempio, è stato fondato nel 1545, ed è uno dei più antichi giardini botanici universitari del mondo e include una sezione dedicata alle piante medicinali. Anche a  Firenze vi è un Giardino dei Semplici, che è stato fondato nel 1545. Come insegnava santa Ildegarda di Bingen, la cura della persona dev’essere fatta in sintonia e armonia con la natura: Dio, infatti, ha posto il creato a nostro servizio e in esso vi troviamo già tante delle cure necessarie per il benessere del corpo.