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GAZA E MEDIA

Perché torna l'antisemitismo e Hamas vince la guerra mediatica

È stato detto che Hamas ha vinto la guerra di propaganda, ma nessuno si è preso la briga di scavare dietro le quinte alla ricerca del come-mai. 

Cultura 13_09_2025
Manifestazione pro-Pal (La Presse)

L'altro tema che divide la gente di destra, oltre alla guerra ucraina, è Gaza. Ed è singolare che, sul tema, in molti ci sia sintonia con la sinistra rappettara e centrosocialica. È stato detto che Hamas ha vinto la guerra di propaganda, ma nessuno si è preso la briga di scavare dietro le quinte alla ricerca del come-mai.

Sì, perché una mobilitazione mondiale e praticamente unanime non è certo alla portata di quello che, alla fin fine, non è che uno dei tanti gruppi del terrore islamico. C'è da dire che sembra - si passi il paragone - un seme gettato su una terra che non aspettava altro, una molla compressa ed esplosa alla prima occasione utile. Tale da intimidire perfino la contraerea ebraica, che - lo si ricordi - fu capace non solo di mandare in galera i negazionisti della Shoà, ma perfino di costringere un'autorità come Ariel Toaff (lo storico israeliano, figlio del capo dell'ebraismo italiano) a rimangiarsi tutto quel che aveva scritto sugli omicidi rituali nel Medioevo nel suo Pasque di sangue.

È stato riesumato un termine, “antisemitismo”, che, dopo decenni di gite scolastiche ad Auschwitz, Giorni della Memoria, centinaia di film pluripremiati sull'Olocausto (filone nel quale si tuffò anche, e con vantaggio, il nostro Benigni), credevamo scomparso o, tutt'al più, appannaggio di qualche fissato neonazi occupato a deturpare i murales di Liliana Segre. Invece rieccolo, e alla grande. È ovvio che ci dev'essere qualcosa di più profondo, un'antipatia, ma sì, atavica. Uno che aveva i numeri per spiegare l'arcano era Israel Zoller, morto nel 1956. Infatti, ci scrisse sopra un libro: Antisemitismo. Curiosamente, Zoller era ucraino e si italianizzò in Zolli quando venne a insegnare all'università di Padova. Fu capo rabbino della comunità ebraica italiana e autorità mondiale negli studi biblici. Ma proprio a furia di scrutare le Scritture si rese conto che, sì, Gesù era davvero il Messia. Però lo tenne per sé, data la persecuzione in corso, per solidarietà con la sua gente. Solo a cose finite chiese il battesimo col nome di Eugenio, in omaggio a papa Pacelli, Pio XII, che tanti ebrei aveva salvato.

Zolli, nel suo libro, ripercorre da par suo tutta la storia ebraica. Fin dal nome, “ebrei”: da Ever, discendente di Sem e progenitore di Terah, padre di Abramo. Solo che Abramo era padre anche di ismaeliti, madianiti, edomiti, perciò semiti pure loro. Ma qui non è il caso di recensire l'opera di Zolli, quanto di partire dal concetto di Popolo Eletto, che dava sui nervi anche ai Romani occupanti: come si permettevano quei miserabili e marginali sudditi dell'Impero di considerarsi “superiori”? Basta scorrere il Vangelo per vedere come questi remoti provinciali privi di qualunque forma d'arte, visiva o scritta, si ritenessero “contaminati” se solo sfioravano al mercato qualche goy o “gentile” (da “genti”, non certo sinonimo di cortese). Infatti il centurione di Cafarnao, che lo sa bene, dice al rabbi nazareno di non essere “degno” di una sua visita. E Pilato, per sentire che vogliono i sinedriti, deve uscire lui dal pretorio. È il Battista a ricordare ai compaesani che l'etnia non conta, perché «Dio può far sorgere figli di Abramo anche da queste pietre!». Macché. Parafrasando il marchese del Grillo, “noi semo noi, e voi nun zete un c...”. E' chiaro che, da un punto di vista psicologico, un atteggiamento del genere può solo ispirare antipatia.

Ma la domanda delle cento pistole è questa: sono davvero speciali? Percorrendo tutta la storia, verrebbe da dire di sì, visto che, pur minoranza risicatissima, hanno collezionato più di un terzo dei Premi Nobel, la loro finanza è stata capace di  condizionare intere nazioni e, tanto per dire, Hollywood, in cui entrarono con le pezze al sedere, divenne praticamente cosa loro.

Ma questo ci riporta all'inizio del discorso: come mai la potenza finanziaria e propagandistica degli ebrei nel caso attuale di Gaza tace? Come mai ha permesso alla narrazione di Hamas di plagiare il pianeta a colpi di “genocidio” e “free Palestine”? C'è qualcosa che non sappiamo? Forse i “poteri forti” hanno deciso che Israele non deve prevalere? E che la situazione mediorientale deve restare così com'è? Cioè, cronicamente instabile e, in tal modo, atta a permettere futuri ed eventuali interventi ad libitum dei “poteri forti” suddetti? Boh, staremo a vedere...