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SVEGLIARE LE COSCIENZE

Perché le Sentinelle ci esortano a vegliare "ora più che mai"

Pur gravemente silenziate, le Sentinelle in Piedi sono attive più che mai: la vittoria non sta nei numeri o in politica, ma nella "responsabilità personale" testimonianta davanti ad un potere che sta approvando leggi (Dat, Fake News, Gender) atte a rendere l'uomo un esecutore del nuovo totalitarismo.

Attualità 12_12_2017

Mentre tanti si sono abituati, dopo oltre quattro anni di battaglia contro un potere che prima con il ddl contro l'"omofobia" ("ddl Scalfarotto") poi con il gender nelle scuole, fino all’approvazione delle unioni civili (contro il diritto naturale che vede come unica istituzione precedente lo Stato il matrimonio fra uomo e donna) e ora con la legge sulle “fake news” e con quella sulle Disposizioni anticipate di trattamento (“Dat”, note come “testamento biologico”), loro non hanno smesso di lottare. Le Sentille in Piedi, scenderanno in piazza san Carlo a Milano il 17 dicembre (ore 17.30), il giorno prima a Pisa in piazza del Pozzetto (ore 10.30) e a Genova in via Cesarea al Teatro della Gioventù (ore 16), a Trieste il 15 dicembre e a Verona il 22. E lo faranno dopo essere state gravemente silenziate il 9 dicembre scorso a Brescia.

È vero, proprio perché la coscienza tende ad indurirsi con l’abitudine (allo stesso modo in cui un callo si forma su un piede abituato a camminare sui sassi) e perché la battaglia logora anche i più forti, il numero delle Sip si è ridotto. Ma chi, fin dal principio aveva capito che la loro non era una battaglia politica, che la piazza era solo il luogo dove farsi fiammella in un mondo in cui qualcuno deve tenere acceso il lume della verità (sapendo che non conta il numero, che bisogna esserci per sé e che solo così prima o poi il fuocherello tornerà fiamma) è rimasto e continua a vegliare svelando il vero volto di un potere che vuole privare l’uomo della sua libertà in cambio di una meschina sicurezza.

Scese in piazza lo scorso 9 dicembre a Brescia, le Sip volevano svelare a tutti proprio questo: che dietro il ddl sulle "fake new", dietro il “testamento biologico”, dietro le linee guida della fedeli sul gender nelle scuole si nasconde la stessa logica totalitaria ma senza volto, perché attuata dalla burocrazia statale che formalmente rispetta la legge e che in realtà viola i diritti primari dell’uomo.

Volevano svelarlo ordinatamente in silenzio, vegliando appunto, ma sono state bloccate dalla stessa logica che desiderano smascherare. Infatti, la questura ha deciso, comunicandolo solo due giorni prima, di non farle più vegliare nelle solite piazze ma di relegarle in un anfratto isolato, dove era impossibile vederle. Il portavoce delle Sip ha quindi parlato hai presenti così: “Cosa lega la decisione della questura di oggi, la legge sulle fake news, il gender a scuola e le Dat?”. La risposta è che “non c'era un politico a decidere chi dovesse essere inviato nei campi di concentramento, perché almeno all'inizio questa sorte toccava solo ai malati, ai cosiddetti improduttivi. C'era una valutazione medica fatta da un funzionario che a sua volta si rifaceva ad un regolamento. Quindi nessuno poteva sentirsi responsabile. Un po' come ci succede oggi: noi ci troviamo qui per la decisione di qualcuno che ai piani alti ha deciso che chiunque può manifestare in qualunque piazza bresciana, perfino piazza Loggia, tranne che le Sentinelle in Piedi. E tramite un pezzo di carta chiamato prescrizione, qualche funzionario ha eseguito l'ordine di qualche superiore che in virtù di qualche regolamento ha deciso di mandarci qui. E tutto sembra regolare solo perché è legale. Si dice che la burocrazia è l'arma del potere: è vero. Perché dietro a regolamenti e leggi si nasconde il potere che prende delle decisioni che vanno in una direzione o nell'altra: nel caso delle Sentinelle in Piedi qualcuno ha deciso di non farci manifestare pubblicamente…La legge è stata rispettata, la polizia ha eseguito gli ordini e quindi nessuno si sente responsabile”. 

Lo stesso accadrebbe con le leggi sulle "fake news", perché a decidere della veridicità di una notizia non sarebbe la magistratura ma una generica “autorità di controllo”, che tradotto, hanno continuato le Sip “significa che in qualche ufficio ci saranno dei funzionari nominati da chissà chi che decideranno quali notizie considerare vere e quali false”. Mentre le linee guida della Fedeli che indottrinano gravemente i bambini saranno attuate attraverso un regolamento: “E così chi collaborerà senza obiettare si sentirà a posto perché avrà seguito la legge,... si dirà “non poteva fare altrimenti, avrebbe perso il posto di lavoro”. Lo stesso accadrà con le Dat dove i medici, si faranno esecutori della legge prescindendo dai doveri del codice deontologico e della retta coscienza (uccidendo perché lo chiede lo Stato). 

Ma c’è un modo per scampare a tutto questo, un modo che non esime dal pagare di persona (come ogni vera testimonianza richiede) ma che rende liberi anche nei totalitarismi: esercitare la propria responsabilità personale nei loghi di lavoro, nelle scuole, nei luoghi pubblici, intervenendo sui giornali o nei confronti della politica: “Noi - ha continuato il portavoce - temiamo l'indifferenza e la combattiamo. E soprattutto oggi rinnoviamo la promessa che ci ha spinti a scendere in piazza fin dalla prima veglia: difendere ed affermare la verità ad ogni costo”. Perché “non sarà la politica a salvarci, non sarà la ricerca del compromesso, del male minore o del maggior bene possibile a salvare la situazione, non sarà un partito a cambiare le sorti del nostro paese. Noi oggi ci assumiamo la responsabilità davanti al mondo e davanti a noi stessi di difendere la verità tutta intera sempre e comunque. L'uomo è fatto per la verità, non per il compromesso. E siamo ottimisti sul futuro perché sappiamo come ricorda sempre Hannah Arendt che “il dominio totalitario, al pari della tirannide, racchiude in sé i germi della propria distruzione”. 

Perciò le Sip si domandano dove sia finito, il popolo del Family Day che forse, abbandonato dalle guide, ha dimenticato le parole di san Giovanni Paolo II: “Ci alzeremo in piedi quando un bambino viene visto…come un mezzo per soddisfare un’emozione…quando l’istituzione del matrimonio viene abbandonata all’egoismo umano…e affermeremo l’indissolubilità del vincolo coniugale”. Infine, a pochi giorni dal voto di una legge gravissima come quella sulle Dat (che apre le porte all’eutanasia), ci si chiede dove sia finito il popolo che difese Charlie Gard, e che forse, anche perché mal educato dalle gerarchie ecclesiastiche, oggi sembra totalmente rassegnato. Invece ci sarebbe bisogno di vederlo quel popolo per sentirlo ripetere con Giovanni Paolo II: “Ci alzeremo in piedi ogni volta che la sacralità della vita umana viene minacciata…ci alzeremo in piedi quando i deboli, gli anziani  e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, cura e rispetto”.