Per sempre
La storia di Alice, vent'anni, capelli rossi da fumetto, una famiglia disastrata e un licenziamento inaspettato. Fino all'evento che le cambia la vita. Un romanzo di Edoardo Nesi.
Un’estetica espressionista e insieme minimalista; una scelta per la fantasia – ma dicendo della realtà- con al centro un personaggio dal nome esplicito: Alice. Utilizzava strumenti narrativi raffinati, contaminazioni, diversi generi e fonti, Edoardo Nesi, quando, nel 2007, dava alle stampe Per sempre, romanzo uscito per i tipi di Bompiani e ora riproposto dall’editore nella collana tascabili.
La storia di Alice, dicevamo. Neopovera da economia globale, licenziata da un call center trasferito in India, un padre fuggito, una madre in dipendenza da psicofarmaci. Vent’anni, i capelli rossi come quelli di un fumetto, i tatuaggi di un otaku giapponese e una decisa volontà di indipendenza da ogni rapporto di realtà sociale. Insomma un tentativo di rappresentazione che gioca con il paradosso, che sfida l’idea di realismo narrativo.
Perché questo personaggio resta in bilico: accumula mille termini finzionali per raccontare però il nostro circostante, la nostra concretezza. Eppure tutto si tiene, tutto è al suo posto, in questa storia che è classica del nostro tempo. Alice perde il lavoro. Alice ha già perso il suo amore (ma non il suo ricordo). Alice evidenzia –con la sua sola presenza- il ridicolo involontario degli okkupanti: gli studenti che, in collettivo, hanno preso possesso della scuola che frequentano –e in cui lei capita quasi per caso.
Dove andare, però, quando si è fuori da tutto? Cosa fare, in una città livida di freddo e di neon, alla vigilia di Natale? E la periferia della protagonista è luogo fisico e della mente: Deborah, l’unica amica, è bella e ha tanta coca, annuncia televendite per vivere e sogna di girare un film che non arriverà mai. E’ troppo di cartapesta per convincere Alice, che pure le vuole bene. A guardare fuori dalla finestra, poi, ci vedi la Cayenna: il palazzo popolare dove dormono gli immigrati , sulla cui facciata un logo arrogante recita che “la vita è adesso”. E chi legge è sempre in debito, sempre in ritardo.
Di fronte a tanto, a un cerchio così stretto, si può solo restare muti. E in silenzio, in effetti, resta anche Gesù: che Alice scorge, bellissimo, in apparizioni che hanno per teatro luoghi non propriamente adatti a un’epifania. Sotto lo strobo in un locale di lap dance. Sopra il tetto, quando da sola, al tramonto, prova a distinguere i colori nel cielo e un profumo di lavanda la avvisa del suo arrivo. Le visioni la spingono a leggere il Vangelo. Lei che ha un carattere che proprio non diresti. E, naturalmente, Alice non è una che fa troppi commenti. Ma piange forte, si commuove in certi punti.
Speranza è una parola difficile da pronunciare, ma viene comunque voglia di dire grazie quando un’invenzione, l’evento che non ti aspettavi, finalmente arriva a dare sapore alla tua vita. Si fa ricordare proprio per questo, per l’amore e per l’immaginazione questo bel romanzo. Che sfugge il disincanto di molto anti-umanesimo à la page e ha il coraggio di mantenere la coscienza dell’uomo come luogo di un eterno scontro: tra volontà autodistruttiva e la chiamata ad accogliere. Una sorpresa, sarà il finale di Alice. Un imprevisto capace di aprire e non di chiudere.
Edoardo Nesi
Per sempre
Bompiani, pagine 157, euro 7,50.