Per salvare il pianeta danneggiano l'arte
Seconda udienza del processo ai due "allarmisti" climatici che in agosto si incollarono al basamento del Lacoonte. Danni irreversibili.
Seconda udienza ieri per Guido Viero ed Ester Goffi, gli attivisti (o allarmisti?) di Ultima Generazione che il 18 agosto scorso si incollarono al basamento del Lacoonte, nei Musei Vaticani, per lanciare l'allarme climatico. La prossima udienza sarà il 12 giugno.
«Abbiamo scelto Laocoonte perché cercò di avvertire i concittadini di Troia della sventura che stava per capitare e non fu ascoltato. Anche noi vogliamo fare aprire gli occhi, ma il mondo non capisce che se non si cambia rotta si va verso la catastrofe», ha dichiarato Viero al presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, come riporta Vatican News.
Il danno si è rivelato irreparabile, benché il restauro sia durato meno del previsto: Guy Devereux, responsabile del restauro, ha affermato che l'«adesivo sintetico tenace e corrosivo» utilizzato per la protesta ha reso «sbiancata e corrosa» la superficie marmorea interessata. Si è fatto ricorso pertanto a una mascheratura pittorica, ma il danno resta (con relative spese).
E pensare che i due si erano pure rivolti a "esperti" i quali avevano assicurato loro che la colla «faceva presa ma comunque era reversibile». Affermazione contestata dal legale dei Musei Vaticani (parte civile), che ha ricordato la loro precedente dichiarazione, resa il 1° marzo: allora i due si erano detti consapevoli di «presumibili danni concreti», «danni puramente estetici» (esattamente come quello acclarato da Devereux). La prossima volta converrà incollarsi alla Bocca della Verità.