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FEDE 2.0

Per grazia ricevuta e... pagata con carta di credito

Per grazia ricevuta e con carta prepagata.  Al santuario della Madonna di Caravaggio, a metà strada tra Milano e Bergamo, offerte, Messe, candele votive, rosari, santini e tutto ciò che ha a che fare con le devote richieste alla Vergine hanno una nuova via per salire la cielo: la carta di credito. 

Cronaca 12_02_2015
La macchinetta per la carta di credito al Santuario di Caravaggio

Per grazia ricevuta e con carta prepagata.  Al santuario della Madonna di Caravaggio, a metà strada tra Milano e Bergamo, offerte, Messe di intercessione o di suffragio, candele votive, rosari, santini e tutto ciò che ha a che fare con le devote richieste alla Vergine hanno una nuova via per salire la cielo: la carta di credito.

É la nuova Devozione 2.0: al Santuario che ogni anno è meta di quasi due milioni di pellegrini basta strisciare la carta di credito (o digitare il codice Pin) il bancomat o la carta paypost, digitare sulla tastiera il “servizio” scelto (candele, messa, offerte) e ritirare l’apposita ricevuta. Senza mettere mano a monete e banconote. Le due “macchinette distributrici” con schermo touch screen sono collocate sotto i portici della Cancelleria e nella navata minore della basilica, sotto il quadro dell’Apparizione. Beh, nessuno può dire che la cosa sia stata appositamente studiata, ma la collocazione di quel grande dipinto di Maria che appare alla giovane Giannetta de’ Vacchi, è davvero strategica ed è un buon incentivo a ripetere più volte l’operazione di acquisto. 

Il totem piazzato in basilica funge anche “candeliere elettronico”, destinato a chi intende accendere candele sul luogo, oppure collegandosi al sito del santuario da un computer di casa, smartphone e tablet. Già, anche questo è possibile. Tutte e due le macchinette permettono di prenotare le messe (senza una data precisa il costo è di 11 euro, con data 16), devolvere offerte al santuario per le sue strutture e  opere di carità. Dunque, niente di scandaloso o proibito, eppure molti fedeli non l’hanno presa bene. Il gadget tecnologico, infatti, non era già stato gradito qualche mese fa quando don Gino Alessi, il rettore del Santuario di Caravaggio, aveva tentato un primo esperimento. Durato pochissimo: i fedeli avevano protestato e non è mai stato chiarito se a causa della poca dimestichezza con carte credito, pin e prenotazioni on line (soprattutto da parte dei pellegrini anziani) oppure perché ritenevano “poco” religioso lo strumento.

Alla fine, i distributori automatici erano stati rimossi. Adesso, il rettore ci riprova e stavolta pare proprio intenzionato a non tornare più indietro. Qualche mese fa «la rimozione», aveva scritto don Gino sul Ramo fiorito, pubblicazione distribuita al Santuario, «è stata disposta per le perplessità di alcune persone che, immaginando chissà quali trame illecite, anziché chiedere spiegazioni hanno preferito far intervenire i giornali, generando il consueto e inutile polverone farcito di falsità. Ci si chiede, comunque, perché debba essere considerata cosa scandalosa pagare con carta di credito».

Certo, il rettore ha ragione: lo scandalo, se c’è, è solo  testa dei soliti criticoni che erano arrivati perfino a rinfacciare al rettore le durissime parole pronunciate da Papa Francesco a Santa Marta contro “il tariffario delle Messe” in vigore in alcune parrocchie perché «la redenzione di Gesù è sempre gratuita». Certo, ma se l’intervento di Dio è sempre gratis e con amore non così quello dei fornitori del Santuario o delle aziende incaricate alle opere della sua gestione e manutenzione. Del resto, le cifre richieste per una messa a Caravaggio non sono certo da acquisto delle indulgenze, però quel tariffario fisso, impossibile da discutere a tu per tu con il sacerdote, un pochino suona stonato. Sarà forse per il fatto che il pagamento dei servizi con carta di credito toglie concretezza al gesto e materialità all’offerta, avvolgendo così il tutto in un  poco fervoroso anonimato. Insomma, andare in Santuario a chiedere di celebrare una Messa non è mica come fare il pieno di benzina e passare poi alla cassa consegnando quel pezzo di plastica. 

Senza contare poi che la carta, anche per accendere una candela a ringraziamento o per implorare qualche grazia dalla Vergine miracolosa, escluderà irrimediabilmente dal gesto i bambini che amano far scivolare dentro quelle cassettine e che poi accendono automaticamente i lumini. Pure i fedeli più attempati avranno qualche difficoltà in più, come gli immigrati, soprattutto filippini e sudamericani che ogni domenica riempiono le navate del Santuario. Sarà soltanto questione di abitudine, ma una carta di credito usata in un luogo sacro come se fossimo a un bancomat e al ristorante, ha qualcosa di fuori posto. Di questo passo, potremmo arrivare (forse ci arriveremo) anche alla raccolta delle offerte durante la messa con lo stesso sistema. Anziché allungare il cestino per le monete, lo scaccino potrebbe passare tra i fedeli con l’apposita macchinetta wireless e far digitare a ciascuno la cifra stabilita.  E speriamo che il restyling tecnologico del Santuario bergamasco finisca qui: la Messa in differita su tablet e smarphone quella ancora non è valida.