Pavoni, il santo che trasformò l'artigianato in opera
Si arricchisce la folta schiera dei Santi sociali dell’Ottocento con un fulgido nome. Quello di Lodovico Pavoni che questa mattina sarà canonizzato in Vaticano. Fondò gli Artigianelli, con una passione educativa e alla costruzione dell'Opera di Dio che ancora oggi dà frutti straordinari.
“Ludovico Pavoni si impegnò con tutto se stesso nell’assistenza ai giovani poveri e abbandonati. Egli seppe elaborare un metodo educativo che si basa sui mezzi tipici della pedagogia preventiva, quali religione e ragione, amore e dolcezza, vigilanza e conoscenza”. Così San Giovanni Paolo II Papa sul fondatore degli Artigianelli.
Si arricchisce la folta schiera dei Santi sociali dell’Ottocento del Piemonte e della Lombardia (in prima fila Giovanni Bosco e il Cottolengo) con un nuovo, fulgido nome. Quello di Lodovico Pavoni. Nato a Brescia l’11 settembre 1784 e morto a Saiano (in provincia di Brescia) il 1° aprile 1849, proclamato beato da san Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002, sale alla massima gloria degli altari domenica 16 ottobre, in una solenne cerimonia di canonizzazine presieduta da Papa Francesco. Dal suo carisma nasce la Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata-Pavoniani, oggi presente in Europa (Italia e Spagna), in America Latina (Brasile, Colomba e Messico, in Africa (Eritrea e Burkina Faso) e in Asia (Filippine). Con una particolare attenzione all’educazione e alla formazione professionale dei giovani, al mondo del disagio sociale, all’apostolato della stampa e all’attività pastorale.
In una Brescia che fa ancora parte della Repubblica di Venezia, Lodovico Pavoni si rivela ben presto un giovane dai molti interessi, vivace e geniale, sensibile ai problemi sociali e soprattutto con una fede solida. Nel 1803, a 19 anni, accoglie la chiamata del Signore alla vita sacerdotale; viene ordinato il 21 febbraio 1807. Nei primi anni di ministero si dedica soprattutto ai giovani e nel 1812 fonda un oratorio per aggregare ed educare gli adolescenti di famiglie povere, che si vergognavano di frequentare gli altri oratori della città di Brescia.
In quello stesso anno il vescovo, monsignor Gabrio Nava, lo sceglie come segretario e sei anni dopo lo promuove Canonico del Duomo, nominandolo nel contempo Rettore della chiesa di San Barnaba, incoraggiandolo a prendersi cura dei minori in difficoltà. Presso l’ex convento adiacente alla chiesa, nel 1821 fonda un Collegio delle Arti per ragazzi orfani, indigenti e abbandonati, ai quali in seguito si aggiungono anche i sordomuti: nasce così l’Istituto di San Barnaba. Per offrire continuità all’opera che ha cominciato su ispirazione divina, dopo estenunati pratiche presso le autorità religiose e civili, l’8 dicembre 1847, festa dell’Immacolata Concezione, fonda appunto la Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata, cui è particolarmente devoto. Muore in modo eroico il 1° aprile 1849, domenica delle Palme, cercando di portare in salvo i suoi ragazzi dai combattimenti delle Dieci Giornate di Brescia.
I Pavoniani (chiamati anche Artigianelli a Milano, Monza, Trento e Pavia) sono oggi una realtà articolata di cui fanno parte sacerdoti e laici, che intende portare avanti e attualizzare la passione educativa del Fondatore, offrendo una testimonianza di vita evangelica e fraterna. La loro missione è rivolta principalmente al mondo giovanile e si realizza nel campo educativo e del disagio, con scuole, corsi professionalizzanti, comunità educative, centri di aggregazione giovanile, interventi per minori a rischio, con handicap e tossicodipendenti. La missione pavoniana si esplica poi nell’attività pastorale, in stretta collaborazione con le Chiese locali, e soprattutto con l’apostolato della stampa, attraverso la casa editrice Ancora e le sue librerie (a Milano, Roma, Trento e Monza).
Ancora san Giovanni Paolo II: “Ludovico Pavoni riuscì ad organizzare un modello di istruzione e di avviamento al lavoro, che preludeva alle moderne scuole professionali, introducendo riforme che anticipavano profeticamente la dottrina sociale della Chiesa. La sua attività spaziava dall’educazione all’editoria, con originali intuizioni apostoliche e coraggiose azioni innovatrici”.