Papa Francesco e i giovani: festa della misericordia
Da oggi e fino a domenica, si terrà la Gmg a Cracovia in Polonia e il Papa sarà presente fino alla conclusione. Cinque giorni intensi per Francesco che ha già preso parte alla Gmg di Rio nel 2013, da poco eletto al soglio di Pietro dopo la rinuncia di Benedetto XVI. L'incontro di Cracovia è attraversato dal tema “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”.
DIARIO DA CRACOVIA di Luca Fornaciari
Per un'intuizione del santo papa polacco Giovanni Paolo II, dal 1985 si sono celebrate ormai trentuno Gmg, le giornate mondiali della gioventù. Per dare ai giovani un’importante esperienza di Chiesa. La prima, lontano da Roma, si tenne proprio in quel di Buenos Aires, la diocesi di papa Bergoglio; era il 1987. Fino al 31 luglio, si terrà la Gmg a Cracovia in Polonia e il Papa argentino vi si recherà dal oggi fino alla conclusione. Cinque giorni intensi per papa Francesco che ha già preso parte alla Gmg di Rio nel 2013, da poco eletto al soglio di Pietro dopo la rinuncia di Benedetto XVI.
L'incontro di Cracovia è attraversato dal tema “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” (Mt 5,7), un tema non casuale lungo questo anno giubilare dedicato proprio alla misericordia divina. Anzi, questo tema è il tratto caratteristico di questo papato, posto al centro di tutta l'azione di papa Bergoglio. La tabella di marcia delle giornate polacche è piuttosto intensa: il Papa arriverà in Polonia verso le 16 di oggi, domani si trasferirà in elicottero a Czestochowa, per poi ritornare lo stesso giorno a Cracovia, venerdì nuovo trasferimento per visitare Auschwitz e Birkenau, quindi ritorno per celebrare la Via Crucis con i giovani. Il giorno 30 sarà incentrato sul tema chiave del pontificato con visita al Santuario della Divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska, apostola della misericordia beatificata proprio da San Giovanni Paolo II. La sera ci sarà la veglia con i giovani e quindi il giorno 30 si concluderà con la grande celebrazione eucaristica della Gmg.
Uno dei temi caldi che probabilmente attraverserà i giorni polacchi del Papa sarà quello dell'accoglienza e degli immigrati, inserito in un contesto che la cronaca di questi giorni rende sempre più incandescente. Un indizio ci viene anche dalla recente omelia che il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha tenuto ai giovani italiani in partenza per Cracovia. «Continuo a domandarmi», si è chiesto Galantino, «come si possano tenere le mani giunte in preghiera e poi con le stesse mani respingere il fratello che chiede di essere accolto! Continuo a domandarmi come si possa con la stessa bocca invocare il Padre e pronunziare dei “no” decisi e sprezzanti di fronte al bisogno del fratello!». Dichiarazioni che non hanno mancato di sollevare polemiche.
A questo proposito occorrerà prestare attenzione all'incontro che Francesco avrà con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico polacco nel cortile d’onore del Wawel (ore 17 del 27 luglio) a cui seguirà la visita di cortesia al presidente polacco. Sappiamo, infatti, come l'attuale governo polacco sia particolarmente critico rispetto alle politiche di accoglienza messe in atto dall'Europa. Convitato di pietra sarà ancora una volta il discorso di Benedetto XVI in quel di Ratisbona nel 2006, un discorso troppe volte classificato alla voce integrismo, oppure sventolato come una bandiera soltanto politica, perdendo così di vista il profondo significato teologico e filosofico di quella lectio ancora attualissima.
Anche l'incontro con i vescovi polacchi potrebbe rappresentare un altro momento di particolare interesse della visita del Papa, visto che è cosa nota come la gerarchia polacca, molto legata a Woityla, fatichi a sintonizzarsi con l'attuale pontefice soprattutto alla luce del lungo cammino sinodale sulla famiglia culminato con l'esortazione Amoris laetitia. Non è un segreto che la delegazione polacca al Sinodo abbia più volte manifestato una certa insofferenza alle aperture del Pontefice sui temi della famiglia e, in particolare, a riguardo degli sviluppi posti alla Familiaris consortio di Giovanni Paolo II su alcune questioni (ad es. l'accesso ai sacramenti dei divorziati risposati).
L'altro tema al centro dell'attenzione sarà sicuramente quello della divina misericordia, una via di perdono e mitezza che potrebbe rappresentare davvero una specie di ultima spiaggia per un mondo attraversato da guerre, violenze e ingiustizie. La visita ad Auschwitz e Birkenau, che il Papa ha già comunicato che farà in silenzio, potrebbe, in questo senso, rappresentare una tappa importante per ricordare a tutti che la via del male non ha fine. «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia», disse Gesù a suor Faustina Kowlaska. Un messaggio di una certa urgenza.
Nel ricco diario della santa apostola della divina misericordia è scritto che «il Signore non fa mai violenza alla nostra libera volontà. Dipende da noi se vogliamo accogliere la grazia di Dio oppure no, se collaboreremo con essa oppure se la sprecheremo». Ai giovani riuniti a Cracovia in questi giorni non facili resta una grande responsabilità, quella che tocca il cuore di ogni uomo. Soltanto una risposta sincera alla misericordia divina, infatti, produce quel frutto che tutti vorremmo cogliere. Quello di un mondo più ricco di misericordia, perchè capace di distinguere il bene dal male, il vero dal falso.