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Essere donna in Pakistan

Pakistan. Nuove minacce alla ragazza cristiana sposata a forza a un musulmano

Era stata rapita ad agosto, costretta a convertirsi all’Islam e a sposare un giovane musulmano di 25 anni. Tornata in famiglia per ordine di un giudice teme di essere rapita di nuovo

 “Sono rimasta nella casa dei Nizamani per più di quattro mesi. Tutto quello che è avvenuto è stato contro la mia voluta. Non ho mai ricevuto la colazione, mi davano un solo pasto al giorno. Tenevano le mie stoviglie separate perché sono di famiglia cristiana. Mi costringevano a leggere il Corano tutti i giorni. Ogni notte Shahbaz veniva e soddisfaceva i suoi desideri sessuali con me. Ero tenuta come una merce e dovevo lavorare tutto il giorno come una schiava. Non mi hanno dato nemmeno un vestito caldo per l’inverno. Hanno rovinato la mia vita”. Così racconta la sua vita con il marito Algeena (un nome di fantasia, spiega l’agenzia di stampa AsiaNews che le dà voce), una ragazza cristiana di 17 anni che il 21 agosto del 2019 è stata rapita in Pakistan in pieno giorno dallo zio del futuro “marito”, costretta a sposarlo e a convertirsi all’Islam. Shahbaz, un giovane musulmano di 25 anni, l’aveva molestata per mesi finché era intervenuta la mamma di Algeena, Maria, a ingiungergli di stare lontano da sua figlia. Convinta che a rapire Algeena fosse stato Shahbaz, Maria si è recata insieme a dei vicini cristiani a casa dello zio e da lui ha saputo della conversione e del matrimonio forzati nel frattempo già avvenuti. Gli Nizamani sono una famiglia potente di spacciatori, collusa con la polizia. Invano Maria ha tentato di denunciare il rapimento con l’aggravante della minore età di Algeena. La polizia ha rifiutato di registrare la denuncia. Provvidenzialmente il giorno di Natale Algeena è riuscita a rubare il cellulare del marito, ha chiamato la mamma e l’ha scongiurata di aiutarla. Il 31 dicembre Maria è riuscita a ottenere che il tribunale penale della provincia del Sindh ordinasse la comparizione in aula della ragazzina. Algeena si è presentata dimagrita, vestita di stracci, ha spiegato di essere stata costretta a convertirsi a suon di botte e con minacce alla sua famiglia. Il giudice che ha ascoltato il suo caso ha deliberato che tornasse a casa e così è stato. Ma il “marito”, che è a piede libero, la rivuole. Lei e la madre vivono nel terrore che torni a riprenderla. “Mia figlia ha paura – racconta Maria – vive rinchiusa in casa. Ha smesso di andare a scuola. Ha perso la sua dignità. Riceviamo minacce ogni giorno dalla famiglia Nizamani. Shahbaz passa nella nostra strada tutti i giorni perché vuole rapirla ancora. La sua famiglia ha espropriato un terreno davanti casa, dove dovevo avviare un negozio. Ora vorrei vendere la mia casa e trasferirmi altrove, ma nessuno vuole più comprarla. Vorrei salvare le mie figlie da queste persone malvagie e potenti”.