Ouellet dà forfait al processo intentato dall'ex suora
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Vuole farsi valere Marie Ferréol, espulsa dalle Domenicane dello Spirito Santo per decisione del cardinale, trascinandolo davanti alla giustizia civile. Ma il porporato non si presenta e l'udienza slitta a marzo.
Il cardinale non c'è, il processo viene rinviato. L'assenza di Marc Ouellet all'udienza fissata al tribunale di Lorient rischia di diventare un caso in Francia e di provocare imbarazzi in Vaticano.
La causa è quella civile intentata dall'ex suora Marie Ferréol, cacciata dall'istituto delle Domenicane del Santo Spirito, a Pontcallec nell'ottobre del 2020 con decisione confermata nella primavera del 2021. Espulsione richiesta dallo stesso Ouellet al termine di una visita apostolica affidatagli dal Papa e condotta da dom Jean-Charles Nault e da suor Emmanuelle Desjobert. Dopo 34 anni in quella comunità, Marie Ferréol (il nome di nascita è un altro) è stata licenziata con l'accusa di «cattivo spirito» senza ulteriori spiegazioni. Una motivazione che all'ex religiosa non è bastata per accettare il responso arrivato dal Vaticano. Convinta di aver subìto un'ingiustizia, dopo aver cercato senza successo di far valere i suoi diritti sul terreno canonico, Marie Ferréol ha trascinato davanti alla giustizia civile francese l'ex potentissimo prefetto della congregazione per i vescovi, supportata dall'avvocato Adeline Le Gouvello De La Porte.
Nonostante la convocazione sia partita, Ouellet non si è presentato a Lorient. Il tribunale francese ha così deciso di rinviare l'udienza al prossimo 6 marzo. Le Gouvello De La Porte ha spiegato alla Bussola che così facendo «il giudice elimina ogni possibile problema meramente procedurale, legato al fatto che uno dei parteggianti risiede all'estero e che dispone di un avvocato». Dunque un rinvio necessario per far sì che prima della pronuncia siano rispettate tutte le formalità. In effetti non era ancora trascorso il termine di sei mesi dalla notifica con la convocazione ad udienza per chi risiede all'estero. Non avendo nominato un avvocato, Ouellet è senza rappresentante legale nel procedimento.
Nonostante non siano passati ancora i sei mesi, l'avvocato dell'ex suora ha detto alla Nuova Bussola che «l'organismo europeo preposto alla citazione ci ha tempestivamente segnalato che il documento era stato effettivamente presentato». Lo scorso agosto la notizia della causa intentata contro Ouellet aveva avuto larga diffusione sui giornali francofoni ed era stata affrontata anche in un nostro articolo.
Il cardinale non si è fatto avanti però con la giustizia francese e il rinvio è un esito inevitabile. Anche l'avvocato Le Gouvello De La Porte ha notato il bicchiere mezzo pieno, commentando che «è preferibile che la Corte elimini definitivamente tali problemi procedurali, affinché non possano essere utilizzati come argomento nell'ambito di un eventuale ricorso». Inoltre, il giudice avrebbe potuto già respingere le motivazioni di Marie Ferréol ma non l'ha fatto, scegliendo invece di far sì che tutte le precauzioni procedurali del caso venissero garantite in assenza della certezza che Ouellet abbia ricevuto la convocazione dove risiede.
Delusa, invece, l'ex suora che continua a vivere in una condizione di estrema precarietà da quando è stata espulsa dalla comunità. Monsignor Joseph Strickland aveva provato ad aiutarla, accogliendola con discrezione nella diocesi di Tyler e affidandole un lavoro nella biblioteca della Bishop Gorman High School. La notizia, però, non era rimasta nascosta provocando inevitabili polemiche e attirando ulteriori attenzioni vaticane sulla figura del vescovo americano già nella tempesta per l'insofferenza nei confronti dell'agenda sinodale della Chiesa.
C'è stato chi ha messo in correlazione la visita apostolica a Tyler con l'accoglienza dell'ex suora. In ogni caso, l'esperienza in biblioteca è durata poco perché le famiglie degli alunni, venute a conoscenza dalla stampa della sua cacciata da Pontcallec, si sono divise tra di loro, persuadendo Marie Ferréol a fare un passo indietro spontaneamente. Ora però, a 57 anni e dopo 34 di vita religiosa, si ritrova senza una professione e alla ricerca di un lavoro per vivere. Alle difficili condizioni economiche si uniscono quelle di salute per il drastico dimagrimento successivo all'espulsione e lo stato di frustrazione derivante dalla convinzione di aver subìto un'ingiustizia.
Intanto il cardinal Ouellet, in pensione dal Dicastero per i Vescovi, continua a seguire da vicino la vita dell'istituto delle Domenicane del Santo Spirito visto che Francesco, come ha spiegato alle religiose in una lettera del dicembre 2021, gli ha affidato la continuazione dell'accompagnamento fino a nuovo ordine. Oltre che al porporato canadese, il Papa ha confermato la sua fiducia a padre Henry Donneaud, nominato assistente apostolico dell'istituto col compito – si legge sul sito dell'istituto – di «garantire l'attuazione degli orientamenti forniti in seguito alla Visita». Orientamenti che, a quanto si apprende, riguardano soprattutto l'aspetto liturgico con l'abbandono della cosiddetta Messa in latino.
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