OSCE: «Proteggiamo i luoghi di culto cristiani»
A Vilnius il vertice dei 56 ministri degli Esteri dei Paesi membri dell'OSCE chiede interventi rapidi e incisivi
a favore dei cristiani perseguitati.
«Ci vuole subito una convenzione internazionale per proteggere i luoghi di culto». È questo l’accorato appello lanciato dal sociologo Massimo Introvigne - rappresentante dell’OSCE per la lotta al razzismo, alla xenofobia e alla discriminazione contro i cristiani e i seguaci di altre religioni nonché collaboratore di spicco de La Bussola Quotidiana - durante un incontro con le organizzazioni della società civile - che ha coinvolto esponenti di Paesi che non fanno parte dell'OSCE, fra cui per la prima volta la Libia - svoltosi al vertice dei 56 ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che si conclude oggi a Vilnius, capitale della Lituania.
La richiesta giunge a pochi giorni dalla "Conferenza internazionale sulla discriminazione e persecuzione dei cristiani" - organizzata dal Patriarcato di Mosca e chiusasi nella capitale russa il 1° dicembre, peraltro alla vigilia del voto - che ha visto l’importantissima alleanza “sul campo” tra cattolici e ortodossi (ma vi erano anche rappresentanti islamici ed ebraici) uniti nel chiedere l’istituzione di un organismo internazionale di monitoraggio sulle violenze contro i cristiani e di soccorso alle comunità sofferenti e minacciate.
Nel suo intervento Introvigne ha sottolineato che in Africa Settentrionale i cristiani «non si accontentano della tolleranza. Non vogliono essere semplicemente tollerati ma vogliono essere cittadini di serie A come tutti gli altri, con piena possibilità di accesso anche alle cariche politiche e militari».
Dopo le "primavere arabe", infatti, e soprattutto dopo gli esiti delle elezioni svoltesi in Tunisia e in Egitto che hanno visto il successo di partiti a diverso titolo islamisti, è più che mai il momento di proseguire e anzi intensificare gli sforzi affinché venga davvero istituito quello che informalmente ma significativamente - e soprattutto efficace mediaticamente - venne a suo tempo denominato, proprio a partire dall’Italia - e anche con il sostegno culturale de La Bussola Quotidiana - "Christian Rights Watch", ovvero un osservatorio o una convenzione internazionale che sia in grado di protegga i cristiani. La proposta di Introvigne a Vilnius, chiedendo che dalle parole e dalle denunce si passi finalmente ai fatti e alle difese, suggerisce di cominciare almeno - e il farlo sarebbe fortemente emblematico oltre che benemeritamente sostanziale - dai luoghi di culto, in specie quelli dove si raccolgono in preghiera le minoranze religiose, per esempio le chiese e le sinagoghe nordafricane (nei Paesi a maggioranza musulmana e negli Stati islamici la persecuzione si estende oltre ai cristiani anche gli ebrei, in pratica senza soluzioni di continuità), così come i cimiteri e gli archivi.
«Può sembrare», dice Introvigne «che in situazioni in cui troppo spesso sono discriminate e aggredite le persone preoccuparsi dei luoghi di culto sia secondario. Ma non è così. L’esperienza dimostra che distruggere le chiese significa voler uccidere l’anima delle comunità cristiane, e chi cerca di uccidere l’anima non avrà rispetto neppure per il corpo e per la vita dei cristiani».
Oggi sono tanti i Paesi del mondo favorevoli a una convenzione internazionale per la protezione degli edifici di culto e dei cimiteri. Più in generale, la lotta contro le persecuzioni dei cristiani è un campo di azione in cui l’OSCE è stata particolarmente attivo nel corso del 2011, anno in cui la presidenza di turno dell’Organizzazione è toccata proprio alla Lituania in cui è risuonato forte e chiaro l’ennesimo appello di introvigne. A Vilnius, del resto, il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha chiarito che se gli Stati Uniti intendono rispettare i risultati delle elezioni svoltesi nei Paesi nordafricani dopo le cosiddette "primavere arabe", nondimeno Washington desidera che i governi già usciti o che usciranno dalle elezioni dovranno rispettare le minoranze religiose.
All’incontro ministeriale di Vilnius hanno peraltro partecipato anche il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi e l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per le relazioni con gli Stati della segreteria di Stato vaticana, che, a nome della Santa Sede, ha rilanciato la proposta d’Introvigne d’istituire una Giornata internazionale annuale per il ricordo dei martiri cristiani moderni.