Oregon: la mascherina è di sinistra, ma anche un po' razzista
I neri sono esentati dall’obbligo. Non è una fake news. A dar la notizia è la prestigiosa Newsweek e l’incredibile esenzione razziale dall’obbligo della mascherina è una disposizione data dalla contea di Lincoln, nello Stato dell’Oregon
Le mascherine sono di sinistra, vista la riluttanza di Trump e dei suoi elettori ad indossarle. Ma da questa settimana abbiamo appreso anche un’altra lezione: la mascherina è anche razzista. E per questo motivo i neri sono esentati dall’obbligo. Non è una fake news. A dar la notizia è la prestigiosa Newsweek e l’incredibile esenzione razziale dall’obbligo della mascherina è una disposizione data dalla contea di Lincoln, nello Stato dell’Oregon, sulla costa pacifica degli Stati Uniti.
La contea di Lincoln registra 292 casi di Covid-19, sui 7.201 totali dello Stato dell’Oregon, un solo morto. Non stiamo dunque parlando di una situazione drammatica come quella di New York, ma le autorità locali sono ugualmente preoccupate perché questa settimana registra un aumento di casi confermati. Le autorità sanitarie della contea di Lincoln hanno dunque imposto l’obbligo di portare la mascherina in luoghi pubblici, dove le persone possono avvicinarsi a meno di due metri le une dalle altre. Le esenzioni dall’obbligo di mascherina sono state applicate da subito per motivi di salute a categorie quali: bambini sotto i 12 anni, persone con difficoltà respiratorie, portatori di disabilità che impediscono di indossare una maschera senza danni.
Il 23 giugno la lista degli esenti dall’obbligo si è arricchita di una nuova categoria: anche i “non-bianchi” possono scegliere se indossare la mascherina o meno. Perché sono immuni dal coronavirus? Tutt’altro: le statistiche degli Stati più colpiti dimostrano che proprio gli afro-americani contino il maggior numero di vittime. E quindi? Ovviamente per motivi razziali, o meglio: per l’anti-razzismo. Le “persone di colore” hanno “sollevato preoccupazioni sulla profilazione razziale e molestie a causa della mascherina indossata nei luoghi pubblici”. È anche difficile comprendere questo concetto. Perché mai la probabilità di profilazione razziale, cioè il poliziotto che sospetta prima di tutto un afro-americano o un altro membro di una minoranza, dovrebbe aumentare con la mascherina?
«Per molti neri, decidere se indossare o meno una protezione in pubblico per proteggere se stessi e gli altri dal coronavirus è una situazione sempre perdente che può risultare in situazione in cui rischiano la vita in ogni caso», spiegava alla Cnn Renika Moore della Aclu (Unione Americana per le Libertà Civili). Cioè? Indossare una maschera è come «suggerire alla gente di sembrare una persona pericolosa, a causa degli stereotipi razziali che si sono diffusi», spiegava sempre alla Cnn il professore di economia Trevor Logam dell’Università dell’Ohio.
Una domanda legittima: le mascherine servono a frenare il contagio? Perché se la risposta è sì, il provvedimento anti-razzista della contea di Lincoln è quantomeno incosciente. Se la risposta è no, allora vuol dire che i membri del movimento “no-mask” hanno ragione: la mascherina è solo un’imposizione arbitraria di una museruola da parte del potere politico.
Un’altra domanda diverrà poi legittima: quanta fiducia potremo ancora riporre in una medicina così ideologizzata? Non si sa che cosa resterà del prestigio e dell’autorevolezza delle autorità sanitarie, dopo la lettera aperta dei 1300 medici e scienziati a favore degli assembramenti di Black Lives Matter (allora le leggi anti-assembramento non servono a nulla?) e questo provvedimento che esenta una parte di società dall’obbligo di mascherina, solo sulla base del colore della pelle.
Che per altro è una misura che suona molto simile, in modo sinistro, a quelle della segregazione razziale. Provate a pensarla in questi termini: “i neri non sono obbligati a indossare la mascherina contro il contagio” e diteci, poi, se non è peggio della profilazione razziale che si vuole evitare.