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IL PATER NOSTER

Ore 12: il mondo prega col Papa

Nel giorno dell'Annunciazione del Signore, papa Francesco ha guidato la preghiera comune per richiedere la fine della pandemia.

Borgo Pio 25_03_2020

Nel giorno dell'Annunciazione del Signore, papa Francesco ha guidato la preghiera comune per richiedere la fine della pandemia. Il pontefice aveva lanciato l'appello al termine dell'Angelus di domenica scorsa: tutti i cristiani del mondo uniti nel recitare il Padre Nostro, la “preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”, aveva ricordato dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.

Prima dell'appuntamento fissato per mezzogiorno, nell'Udienza Generale di ieri mattina Bergoglio ha rammentato l'anniversario della “Evangelium Vitae”, l'enciclica di San Giovanni Paolo II “sul valore e l'inviolabilità della vita umana” e ne ha sottolineato l'importanza dell'”insegnamento nel contesto di una pandemia che minaccia la vita umana e l’economia mondiale”. “La cultura della vita – ha detto il papa - non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente”. A braccio, il pontefice ha voluto rimarcare che “la difesa della vita per la Chiesa non è un'ideologia, è una realtà” anche in “questa nostra epoca che è l'epoca dei diritti umani universali” nella quale, però, “non sempre le legislazioni sono a tutela della vita umana più debole e vulnerabile”.

Una difesa concreta e non astratta, perchè “la vita si manifesta in una persona in carne ed ossa : un bambino appena concepito, un povero emarginato, un malato solo e scoraggiato o in stato terminale, uno che ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, un migrante rifiutato o ghettizzato”, ha detto Bergoglio. E il ricordo dell'anniversario della “Evangelium Vitae” è stato anche l'occasione per ringraziare le tante persone che in questo momento di emergenza si sono messe, in diversi modi, “al servizio dei malati, degli anziani, di chi è solo e più indigente”.

Davanti all'avanzata inesorabile della tragedia sanitaria, con le misure restrittive del governo Conte che hanno fermato la celebrazione delle Messe e dei funerali, è cresciuto negli italiani il bisogno di affidarsi alla potenza divina: lo si è visto chiaramente la scorsa settimana con il boom di ascolti per il Santo Rosario promosso dalla Cei e trasmesso su Tv2000. Oltre 4 milioni di telespettatori (12,8% di share) hanno visto il papa aprire l'iniziativa mandata in onda dalla televisione dei vescovi italiani.

I vertici di viale Mazzini hanno anche deciso di trasmettere su Raiuno la Santa Messa mattutina celebrata privatamente da Francesco nella cappella di Casa Santa Marta. Il papa, ieri, introducendo la recita mondiale del “Padre Nostro”, alla quale si sono unite tutte le diocesi cattoliche e leader di altre comunità cristiane come il patriarca ecumenico di Costantinopoli e l'arcivescovo anglicano di Canterbury, ha detto che come “figli fiduciosi ci rivolgiamo al Padre” per “implorare la misericordia per l'umanità duramente provata dal morbo”. "Ci affidiamo con piena fiducia alle mani di Dio – ha detto il Santo Padre - "lo preghiamo con un cuore solo ed un'anima sola", prima di cominciare la recita del “Pater Noster” in latino, conclusa con l'italiano “liberaci dal male”.

Nel frattempo, nelle cattedrali vuote di tutta Italia, i vescovi hanno rivolto la stessa supplica al Signore, invocando la fine dell'epidemia che sta piegando il Belpaese. Venerdì prossimo alle 18 Francesco celebrerà la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Pietro, al cospetto di una piazza totalmente deserta: sarà concessa l'indulgenza plenaria a tutti i cattolici che si uniranno in preghiera con lui, attraverso i media che trasmetteranno la cerimonia. Questo momento di preghiera, con adorazione eucaristica, si concluderà con la benedizione Urbi et Orbi, impartita in forma straordinaria al di fuori dell'elezione papale, del Natale e della Pasqua.