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CHIESA

Ordine di Malta, lo scandalo contraccettivi esiste

Non solo distribuzioni di contraccettivi e abortivi in Myanmar, Kenya, Sud Sudan, ma anche la giustificazione teorica di questo comportamento contrario all’insegnamento della Chiesa. Altro che piccolo incidente in Myanmar, subito bloccato non appena scoperto. Stiamo parlando dello scandalo alla base dello scontro degli ultimi mesi all’interno del Sovrano Ordine Militare di Malta.
- QUELLA LETTERA DEL PAPA AL CARD.  BURKE

Vita e bioetica 02_02_2017
Malteser international
Non solo distribuzioni di contraccettivi e abortivi in Myanmar, Kenya, Sud Sudan e anche in Germania per molti anni, ma anche la giustificazione teorica a questo comportamento contrario all’insegnamento della Chiesa. Altro che piccolo incidente in Myanmar, subito bloccato non appena scoperto. Stiamo parlando dello scandalo alla base dello scontro degli ultimi mesi all’interno del Sovrano Ordine Militare di Malta (clicca qui e qui) assurto agli onori della cronaca per via della clamorosa ingerenza della Santa Sede che ha costretto a dare le dimissioni il Gran Maestro Matthew Festing, reo di aver destituito in dicembre il Gran Cancelliere Albrecht Boeselager. Grazie all’intervento diretto del Papa, quest’ultimo è stato reintegrato nella sua posizione la scorsa settimana dal Consiglio Sovrano. 

Boeselager era finito nel mirino perché, in qualità di Grande Ospidaliere dell’Ordine dal 1989 al 2014, aveva la responsabilità diretta di Malteser International, l’organismo dell’Ordine di Malta che si occupa di soccorso internazionale: oltre 120 progetti in 24 paesi di tutto il mondo. Ebbene proprio Malteser International, che ha sede in Germania dove è stata fondata nel 2005 come sviluppo di Malteser Germania, è stata accusata di partecipare a progetti sanitari – per la prevenzione dell’Aids e per i servizi di salute riproduttiva – che includevano la distribuzione di contraccettivi.

Finora, Boeselager ha rigettato qualsiasi responsabilità e ha parlato di un solo caso di un progetto in Myanmar, subito da lui interrotto non appena si è reso conto di quanto accadesse. Ma la documentazione in nostro possesso – in parte rintracciabile su internet – dice che le cose stanno ben diversamente: al centro della vicenda ci sono programmi di soccorso anche in paesi africani; e comunque non di “incidenti” si tratta ma dell’applicazione sistematica delle linee guida della stessa Malteser International. 

Il tutto si sarebbe svolto all’insaputa del Gran Maestro, che dal Grande Ospedaliere avrebbe dovuto avere comunicazione di tutto quanto accadeva sul campo. Solo nel 2014 al Gran Maestro sarebbero giunte indicazioni su quanto accadeva in Myanmar ma anche in Kenya e Sud Sudan. Da qui la decisione di Frà Matthew Festing di nominare una commissione d’inchiesta interna, il 29 maggio 2015. La commissione, formata dai professori John Haas, Luke Gormally e Neil Weir, ha prodotto così un rapporto, consegnato nelle mani del Gran Maestro nel febbraio 2016, da cui sono poi scaturiti i tentativi di chiarimento e attribuzione di responsabilità che hanno avuto l’epilogo a dicembre, con la destituzione di Boeselager da parte di Festing.

Ma cosa ha trovato la Commissione?

ATTIVITA’ SUL CAMPO

Anzitutto «c’è una chiara evidenza del coinvolgimento di Malteser International in progetti sanitari – prevenzione di HIV e AIDS, altre malattie sessualmente trasmessibili e pianificazione delle nascite – che includono la distribuzione dei contraccettivi». 

Evidenze riguardano un progetto in Kenya (2006-2011) per l’assistenza e la cura di malati di Aids, finanziato da una famosa Organizzazione americana antinatalista e abortista: Pathfinder International; un altro progetto in Myanmar (2006-2011) legato al Global Fund per combattere AIDS, Tubercolosi e Malaria: anche qui distribuzione di preservativi a gogo. E poi ancora altri progetti tra il 2006 e il 2015 – anche in collaborazione con Save the Children – nelle aree della Birmania abitate dall’etnia Shan – per prevenire malattie sessualmente trasmissibili o per controllare le nascite. Oltre ai profilattici, distribuiti in gran quantità, pillole contraccettive, diaframmi e perfino il famigerato contraccettivo iniettabile Depo-Provera).

Infine il rapporto riporta il caso di una inserzione per la ricerca di un consulente per l’assistenza a malati di Aids e Hiv, nel 2010 sempre in Myanmar: tra le caratteristiche del candidato ci deve essere anche la capacità di «insegnare l’uso corretto ed efficace del preservativo».

Oltre al rapporto interno, prove del coinvolgimento diretto di Malteser International in programmi che contraddicono l’insegnamento morale della Chiesa, si trovano in un altro rapporto (clicca qui) scritto dall’Istituto Lepanto (Usa). Qui le magagne di Malteser si trovano descritte nei Rapporti annuali delle singole agenzie dell’ONU, come Unaids o Undp: milioni e milioni di dollari di finanziamento in cambio di un sostegno alle politiche di controllo delle nascite. E nel 2011-2012, tale attività ha raggiunto anche il Sud Sudan

NON È UN CASO

Ancora più interessante per il nostro discorso, è la parte del Rapporto dedicata alla posizione teorica riguardo l’uso di contraccettivi. Qui si fa riferimento alle Linee Guida, dal titolo: Bioetica – Princìpi base a riguardo di pianificazione delle nascite e salute riproduttiva. Secondo tali linee, «i contraccettivi vanno distribuiti per programmare le nascite in circostanze in cui le coppie non possono applicare i metodi naturali». Inoltre «è accettabile in principio l’uso dei preservativi per prevenire la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili». Ancora: «Malteser International esprime neutralità sulla possibilità di dare informazioni sui metodi per prevenire la trasmissione del virus HIV». Per finire con un’affermazione di compromesso: «Ci sono situazioni in cui Malteser International deve trovare un equilibrio tra l’insegnamento della Chiesa e ciò che viene percepito come tale».

Nel rapporto 2005 di Unaids, nel profilo dedicato ai partner delle agenzie Onu, Malteser International viene indicata come organizzazione esperta di pianificazione familiare, con attività di distribuzione di contraccettivi.

Insomma è chiaro che la distribuzione di contraccettivi non è affatto un incidente di percorso, ma il frutto di una convinzione maturata negli anni e che tuttora resiste. Tanto più, sostiene il Rapporto, che a tale prassi – che si oppone al magistero della Chiesa - è stato offerto anche un fondamento teologico, grazie all’assistente spirituale, il vescovo Marc Stenger, di Troyes. Proprio all’influenza di Stenger si attribuisce una condotta etica che però è incompatibile con la Dottrina sociale della Chiesa.

UN PROBLEMA GLOBALE

Non si può dire peraltro che questo sia un solo problema dell’Ordine di Malta: lavorando in stretto contatto con altre Ong e ricevendo denaro dall’Onu, in questi decenni tante Organizzazioni non governative cattoliche hanno accettato tranquillamente di inserire la contraccezione tra i servizi messi a disposizione della popolazione. 

Ma tornando alla situazione interna dell’Ordine di Malta, il Rapporto e l’altra documentazione accessibile pongono sotto una diversa luce il recente scontro tra il Gran Maestro e il Gran cancelliere, tra Festing e Boeselager. È un dato di fatto che, malgrado le buone intenzioni, l’intervento del Papa e della Segreteria di Stato vaticana hanno rimesso in sella il responsabile di questa deriva morale, e mandato a casa il Gran Maestro.