Ordine di Malta, la morte del Gran Maestro può riaprire i giochi
Che cosa succederà all'Ordine di Malta dopo la morte del Gran Maestro? Non si esclude il riacutizzarsi dello scontro tra le due anime opposte. Il programma di Boeselager ha il dialogo con l'islam e aiuti per i cambiamenti climatici. Di fronte a questo scenario divisivo, la scomparsa di fra’ Giacomo Dalla Torre è una perdita grave per lo SMOM.
Non c'è pace per il Sovrano Ordine di Malta. Ieri, poco dopo la mezzanotte, si è spento in una clinica romana il Gran Maestro, fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto. Le condizioni di salute del Principe, a cui era stata diagnosticata pochi mesi fa una malattia inguaribile, erano peggiorate nel corso della giornata di martedì. Raggiunge la Casa del Padre un uomo di preghiera e sinceramente dedito alla carità cristiana.
L'apprezzamento unanime per la sua persona avevano fatto sì che il 29 aprile del 2017, in uno dei momenti più difficili della storia del Sovrano Ordine di Malta, venisse scelto come Luogotenente. Il 2 maggio del 2018 il Consiglio Compito di Stato gli aveva confermato la fiducia, eleggendolo 80esimo Gran Maestro e quindi successore del dimissionario fra' Matthew Festing. Come molti ricorderanno, il nobiluomo inglese aveva rassegnato le sue dimissioni dalla sua carica a vita il 24 gennaio del 2017 su esplicita richiesta di papa Francesco fattagli durante un'udienza in Vaticano.
Il passo indietro di Festing rappresentò l'epilogo di uno scontro senza precedenti all'interno dell'Ordine esploso nel dicembre del 2016 con la rimozione forzata di Albrecht Freiherr von Boeselager dalla carica di Gran Cancelliere. Un procedimento avviato dopo che il barone tedesco si era rifiutato di obbedire all'ordine dell'allora Gran Maestro di farsi da parte a seguito delle sue responsabilità emerse da un'indagine interna sulla violazione dell'articolo 9 della Carta Costituzionale dello Smom che impone ai membri di rispettare gli insegnamenti e i precetti della Chiesa.
Secondo l'accusa, Boeselager, al tempo del suo incarico di Grande Ospedaliere, avrebbe saputo della distribuzione di contraccettivi in Africa per mano di volontari dell'Ordine ma non avrebbe fatto nulla per impedirlo. Una vicenda che ha rappresentato soltanto la miccia in grado di far esplodere una polveriera già innescata. Sullo sfondo, infatti, lo scontro tra le due anime prevalenti all'interno dello Smom: quella inglese e quella tedesca, volendo riassumerle semplicisticamente. A separarle, più che la nazionalità, è la stessa visione e prospettiva futura di quello che è uno dei più antichi Ordini religiosi Cattolici: rafforzarne il carattere religioso promuovendo le vocazioni dei cavalieri professi od accentuarne le funzioni assistenziali, allargando il coinvolgimento dei laici.
Papa Francesco, richiedendo le dimissioni di Festing e favorendo la reintegrazione di Boeselager al ruolo di Gran Cancelliere dopo la costituzione di una Commissione d'indagine sull'espulsione di quest'ultimo contestata dal primo, è sembrato propendere per la via tedesca. In una lettera indirizzata al Consiglio Compito di Stato nell'aprile del 2017 proprio in occasione dell'elezione a Luogotenente di fra' Giacomo Dalla Torre, il pontefice aveva voluto rimarcare il "particolare legame" dell'Ordine con il Successore di Pietro sancito anche dalla Corte Costituzionale ed aveva auspicato l'avvio di un un "significativo cammino di rinnovamento spirituale" contrassegnato dallo studio e dalla proposta delle "riforme necessarie".
Il braccio di ferro tra Festing e Boeselager aveva avuto uno strascico importante anche in Vaticano con la nomina di un Delegato Speciale, l'allora Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato Giovanni Angelo Becciu e la conseguente destituzione de facto del cardinale Raymond Leo Burke, formalmente patrono dello Smom ancora oggi ma senza funzioni e poteri. Nella querelle con Boeselager, il porporato statunitense aveva supportato fra' Festing ed aveva chiesto al papa stesso l'autorizzazione a procedere per la vicenda della distribuzione dei preservativi nel corso di un'udienza avvenuta nel novembre del 2016.
La non risolta crisi istituzionale scoppiata in tutta la sua drammaticità durante quei giorni convulsi aveva trovato una tregua con la scelta di Dalla Torre alla guida dell'Ordine, prima come Luogotenente e poi come Gran Maestro.
Professo religioso, esponente di una nobile famiglia che ha dato tanto alla Santa Sede, il suo profilo era sembrato quello giusto per traghettare l'istituzione nel difficile percorso di rinnovamento voluto dal papa, garantendo però la necessaria fedeltà alla tradizione. Un compito non facile, da esercitare mettendo in conto inevitabili scossoni e nel bel mezzo di una guerra intestina soltanto sopita ma non certo estinta. Cosa succederà nell'Ordine dopo la morte del suo 80esimo Gran Maestro?
I ben informati non escludono il riacutizzarsi dello scontro tra le due anime opposte, tenendo conto che è vero che quella tedesca, almeno finora, pare avuto dalla sua il consenso di Francesco, ma una parte del Consiglio Compito di Stato continua ad essere legata agli inglesi. "L'Ordine - ha dichiarato tempo fa in un'intervista fra' Festing - non è un'organizzazione umanitaria o una ong come molti vogliono far credere". L'ex Gran Maestro e i cavalieri che la pensano come lui temono che al termine del processo di riforme inaugurato nel 2017 possa esserci la trasformazione dello Smom in una ong come tante, con la conseguente perdita di sovranità e d'identità.
Un anno fa, in occasione della sua riconferma per altri cinque anni al ruolo di Gran Cancelliere, Albrecht Boeselager ha fatto una sorta di manifesto programmatico per il futuro dello Smom: dialogo con i rappresentanti dell'Islam, aumento degli aiuti per le "persone colpite dalla guerra e dai cambiamenti climatici", maggiore attenzione per il ruolo della donna, armonizzazione delle norme per i cavalieri professi con il diritto canonico. Un programma che difficilmente si può immaginare condiviso da tutti. Di fronte a questo possibile scenario divisivo, la scomparsa di fra’ Giacomo Dalla Torre, con la sua capacità di dialogo e di sintesi, è una perdita ancora più grave per il Sovrano Ordine di Malta.