Onu, niente maschi in gare femminili
La relatrice speciale ONU sulla violenza sulle donne chiede che sia vietato agli uomini gareggiare con le donne.
Reem Alsalem relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sulle donne, in un recente rapporto ha affermato che dovrebbe essere vietato agli uomini che si credono donne di gareggiare in competizioni femminili. La Alsalem ha reso noto che negli ultimi anni più di 600 atlete hanno perso 890 medaglie in 400 competizioni di 29 sport differenti.
«Molteplici studi – ha dichiarato – hanno dimostrato che gli atleti nati maschi hanno un vantaggio nelle prestazioni sportive per tutta la vita, anche se questo è più evidente dopo la pubertà. […] Il sesso deve essere inteso nel suo significato ordinario, ovvero nel sesso biologico». Quest’ultima affermazione si puntellava su una dichiarazione della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995. La Alsalem però non esclude completamente gli atleti transessuali da ogni competizione femminile.
La rappresentante degli Stati Uniti all'ONU, che aveva appuntato sul vestito un distintivo con i colori LGBT, l’ha accusata di usare un «linguaggio degradante» a danno degli atleti trans e di diffondere «disinformazione di genere» e «bullismo». I delegati di Gran Bretagna, Canada, Paesi Bassi, Francia, Messico, Colombia e altri paesi occidentali hanno criticato la Alsalem con argomenti simili usati dalla delegata USA.
Appare ormai certo che un alleato contro il transessualismo sia il femminismo e tutti coloro i quali difendono la dignità della donna.