Onorevole Marzano, mai sazia del gender
La "strategia nazionale" sul gender, lanciata dall'ex ministro Fornero, sta figliando numerosi progetti per le scuole e per i media, imponendo un pensiero unico. Nonostante ciò l'on. Marzano (Pd) chiede un'accelerazione con un'interpellanza.
Il 21 marzo scorso l’onorevole Michela Marzano (PD) ha proposto un’interpellanza alla Camera “concernente iniziative per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere”. Il nocciolo duro dell’intervento della parlamentare sta nel fatto che secondo quest’ultima il Governo non sta facendo nulla in questa direzione. Il famigerato documento “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)” (v. l’articolo “L’ultimo regalo della Fornero: sdoganata la pedofilia”) a suo dire è lettera morta. Occorre invece darsi da fare e subito perché «conosciamo tutti la situazione in cui vivono tante e tanti concittadini, è una situazione assolutamente drammatica. Ci sono alcune persone che, semplicemente perché trans e/o omosessuali, vengono discriminate, vengono insultate, vengono emarginate rispetto ai diritti cui tutti dovrebbero avere accesso, proprio per garantire l'uguaglianza che è salvaguardata anche dalla nostra Costituzione. […] Non solo non esiste la possibilità, per esempio, per gli omosessuali di potersi sposare o di potersi unire in forma civile, ma non esiste nemmeno ancora una legge contro l'omofobia e contro la trans fobia».
La Marzano si affretta ad aggiungere che nessuno vuole tappare la bocca a chicchessia: «non si capisce la differenza che esiste tra libertà di espressione e insulto. L'insulto è una forma di hate speech, discorso dell'odio, […] Ora, l’hate speech non è un modo di esprimere un'opinione, […] con l’hate speech, con il discorso dell'odio, si vuole far male, si vuole far tacere la persona, si agisce, è un atto linguistico, non c'entra nulla con l'espressione della libertà, con l'espressione di un'opinione diversa». Inutile ricordare alla parlamentare, perfezionatasi alla Normale di Pisa, che ingiuria, calunnia e diffamazione sono già condotte sanzionate da tempo dal nostro ordinamento, molto prima che si stampassero le suddette Strategie, reati che nella loro disciplina non presentano lacune, determinando perciò l’inutilità di legiferare sull’argomento (v. Ddl Scalfarotto).
Quello che comunque sta più a cuore alla parlamentare è l’obiettivo di educare all’omosessualità le nuove generazioni tramite la complicità della scuola: «Io, in questa interpellanza, mi riferisco soprattutto all'asse educazione-scuola, e per quale motivo? Perché ho la sensazione che in realtà si stia assistendo in questo momento a un arresto, come se la strategia LGBT 2013-2015 non interessasse più il nostro Governo». Davvero siamo fermi a mere dichiarazioni di principio sul tema del gender oppure il documento “Strategia nazionale” ha trovato concreta applicazione?
A questo punto prende la parola Teresa Bellanova, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali: «a sostegno della strategia, il Dipartimento per le pari opportunità ha sottoscritto, in data 19 dicembre 2012, un protocollo d'intesa e, in data 6 giugno 2013, il relativo accordo di collaborazione, con il comune di Torino, in qualità di segreteria nazionale della Rete READY (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) per la realizzazione delle attività previste. […] Tali attività saranno realizzate a partire già dall'entrante primavera 2014. La formazione – continua il Sottosegretario - sarà condotta seguendo due diverse fasi temporali: la prima fase consiste nell'organizzazione di seminari a livello nazionale rivolti alle figure apicali delle amministrazioni centrali e delle loro articolazioni regionali; la seconda fase invece riguarderà la formazione delle figure apicali a livello regionale, provinciale e comunale mediante progetti pilota a livello territoriale (macroregionale)». Quindi il primo passo da compiere ad aprile è indottrinare tutti i responsabili della pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda poi gli istituti scolastici «in data 18 dicembre 2013, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha emanato apposita circolare a tutti gli uffici scolastici regionali […]con particolare riferimento ai temi del bullismo omofobico e trans fobico».
In merito agli altri ambiti ecco il calendario di alcuni “seminari formativi” sul tema “gender”: «asse sicurezza, in collaborazione con l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori – Ministero dell'interno: 2 e 3 aprile, 15 e 16 aprile prossimi venturi; asse lavoro, in collaborazione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il coinvolgimento delle parti sociali: 20 e 21 maggio prossimi venturi; asse educazione e istruzione, in collaborazione con il MIUR: da pianificare a breve». Non solo conferenze e lezioni però. Oltre ai noti tre libretti dell’Unar “Educare alla diversità” (v. l’articolo “Ecco come vogliono ‘rieducare’ i nostri figli”), la Bellanova ricorda che «è stata lanciata il 9 ottobre 2013, alla presenza del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Viceministro delegato alle pari opportunità, la campagna informativa “Tante diversità, uguali diritti” del MIUR e del Dipartimento per le pari opportunità. Si tratta di un'ampia campagna informativa sulle pari opportunità e sulla lotta contro le discriminazioni e la violenza, composta da cinque fascicoli informativi».
E per quanto riguarda i media? Anche i giornalisti sono invitati a seguire alcuni seminari: «si rappresenta che, a partire dal mese di ottobre 2013, il Dipartimento per le pari opportunità e l'UNAR hanno realizzato un progetto di informazione, formazione e sensibilizzazione, finanziato dal Consiglio d'Europa, rivolto ai giornalisti, ai fini di favorire una informazione corretta sulle tematiche LGBT. […] Al termine del ciclo dei seminari nazionali, sono state redatte e pubblicate le linee guida per un'informazione rispettosa delle persone LGBT», le famose Linee guida liberticide di cui abbiamo parlato più volte dalle colonne di questo quotidiano (v. “La lobby gay imbavaglia i giornalisti”).
Infine si rammenta che sono stati lanciati due progetti pilota: uno per accogliere i detenuti transessuali ed approcciarsi a loro nel modo corretto e un altro «è finalizzato al sostegno delle persone transgender nel processo di transizione e all'inclusione socio-lavorativa». Il succo di tutto questo discorso è che la Strategia gender pianificata dal Governo sotto il ministro Fornero sta filiando progetti concreti per diffondere la dottrina omosessualista in tutta la nazione e in tutti gli ambiti della vita sociale. Il nemico sta guadagnando terreno di giorno in giorno.
Nonostante questa montagna di iniziative per i gay (ma se ne fanno altrettante per le famiglie?) la Marzano non si sente pienamente sazia, soprattutto se pensa ai bambini a scuola ancora troppo plagiati da una mentalità “eterosessista”. Vuole che i tre libricini dell’Unar ed elaborati dall’Istituto Beck, a cui abbiamo accennato sopra, siano presenti su tutti i banchi di scuola di ogni ordine e grado: «mi chiedo che fine ha fatto il prodotto Beck, che fine fa la formazione diretta degli insegnanti, che devono spiegare ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, alle nostre ragazze, alle nostre bambine, da subito, il fatto che essere attirati da persone dello stesso sesso non è qualcosa contro natura, è un'altra modalità di essere al mondo. Io chiedo questo alle scuole e lo chiedo come attuazione di questa strategia LGBT».