Oms, il “triplo miliardo” cela uno scenario preoccupante
All’ultimo vertice di Ginevra, Ghebreyesus ha insistito sugli obiettivi del “triplo miliardo”, che riguardano la copertura sanitaria universale, le emergenze e il benessere. Spazio, tra i temi, anche alla “salute digitale”. Ma l’Oms punta ad ampliare il suo potere e la salute rischia di divenire sempre più un pretesto per limitare la libertà.
I lavori a Ginevra dell’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si sono conclusi con il varo di nuovi piani strategici, delineando gli obiettivi del “triplo miliardo”, che dovranno essere raggiunti in tempi brevissimi, entro il 2023. Di cosa si tratta? Un miliardo di persone in più dovranno beneficiare di copertura sanitaria universale; un miliardo di persone in più dovranno essere meglio tutelate dalle emergenze sanitarie; un miliardo di persone in più dovranno godere di una salute e di un benessere migliori.
Il rieletto direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato in chiusura ai delegati che con questa settantacinquesima assemblea “si apre un nuovo corso per l’organizzazione”. Ghebreyesus ha affermato che tutto ciò che l’Oms ha portato avanti sarà valutato alla luce degli obiettivi del “triplo miliardo”. Obiettivi che appaiono piuttosto utopistici, secondo una certa tradizione dell’Oms, famosa per aver lanciato alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso il celebre slogan “salute per tutti entro l’anno 2000”. Molto spesso questi obiettivi strategici rimangono un libro dei sogni, ma intanto bruciano ingenti risorse.
Del finanziamento delle attività dell’Oms si è parlato nel corso dell’Assemblea generale. In questo momento l’Oms può contare su governi “amici”, come gli Stati Uniti e la Cina, e sul supporto di oligarchi come Bill Gates. In particolare, per supportare le strategie per eradicare totalmente la Poliomielite (anche se a livello mondiale solo due Paesi, Afghanistan e Pakistan, hanno avuto nell’ultimo anno un totale di nove casi), il Rotary International, parlando a nome della Global Polio Eradication Initiative (che consiste in Oms, Rotary, Cdc, Unicef e Bill & Melinda Gates Foundation), ha rivolto un appello alla comunità globale per estinguere la malattia.
Uno dei temi che è stato oggetto di attenzione è stato quello della cosiddetta “salute digitale”. Riconoscendo il potenziale delle tecnologie digitali nel migliorare la salute pubblica, i delegati hanno concordato una risoluzione sulla salute digitale. La risoluzione esorta gli Stati membri a dare priorità allo sviluppo e a un maggiore uso delle tecnologie digitali nella sanità come mezzo per promuovere la copertura sanitaria universale e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. La risoluzione chiede all’Oms di sviluppare una strategia globale per la salute digitale e sostiene l’aumento di tali tecnologie nei Paesi, fornendo assistenza tecnica e orientamenti normativi, monitorando le tendenze e promuovendo le migliori pratiche per migliorare l’accesso ai servizi sanitari. Chiede inoltre agli Stati membri di identificare i settori prioritari che trarrebbero vantaggio dall’assistenza dell’Oms, come l’attuazione, la valutazione e l’aumento di servizi e applicazioni digitali per la salute, la sicurezza dei dati, le questioni etiche e legali.
Esempi di tecnologie digitali per la salute includono sistemi che tracciano i focolai di malattie usando “crowdsourcing” o segnalazioni di comunità; e messaggi di testo sul cellulare per un cambiamento di comportamento positivo per la prevenzione e la gestione di malattie croniche.
Nel suo discorso conclusivo all’Assemblea generale, Ghebreyesus ha affermato che la salute deve essere un ponte per la pace. La salute - secondo il direttore generale dell’Oms - ha il potere di trasformare la vita di un individuo, ma ha anche il potere di trasformare famiglie, comunità e nazioni. In effetti, negli ultimi due anni si è potuto constatare in modo anche drammatico quanto sia vera questa affermazione. Ma la salute può costituire anche un’occasione per stabilire legislazioni emergenziali e di sicurezza con forti limitazioni della libertà. ”Abbiamo bisogno di un’Oms più forte e finanziata in modo sostenibile, al centro dell’architettura di sicurezza sanitaria globale”, ha detto il direttore generale.
L’Oms in questa prospettiva dovrà avere l’autorità di imporre in maniera esclusiva tutte le regole in caso di pandemia, ivi comprese quarantene, lockdown, vaccinazioni obbligatorie e passaporti vaccinali. Sarà il contributo determinante dato dall’Organizzazione alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030, che in ambito sanitario punta sostanzialmente alla drastica riduzione dei servizi medici e ospedalieri, alla privatizzazione dei sistemi sanitari e alla prevenzione delle malattie tramite piani vaccinali di massa. Tutto ciò dovrà essere verificato alla prova dei fatti delle ratifiche da parte dei singoli Stati.
Alla vigilia dell’Assemblea, rivolgendosi ad ogni Stato sovrano, monsignor Carlo Maria Viganò ha ricordato che la governance sanitaria globale, come evidenziato da autorevolissimi esperti non compromessi con il sistema, rappresenta uno dei tasselli fondamentali del Nuovo Ordine Mondiale, e come tale va respinta e contrastata. “Alla logica del controllo, del profitto e della patologizzazione di massa, - ha detto il presule - occorre sostituire una sanità pubblica che abbia come primo scopo la salute dei cittadini e la tutela dei loro inalienabili diritti”. Alla luce di quanto discusso nell’Assemblea di Ginevra, questa minaccia è molto concreta. Il termine “Emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”, utilizzato nei documenti, potrebbe includere non solo le epidemie virali, ma anche cambiamenti climatici e ogni problema correlato in qualche modo alla salute e al benessere. Uno scenario molto preoccupante.