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L'ARTISTA

«Ogni volto dipinto chiede rispetto»

«La bellezza è la dimensione dell'umano, Castellucci non la rispetta. solo in questa epoca può essere chiamato "uomo di cultura"».

Cultura 27_01_2012
Alzek Misheff

In Italia e in Francia circa trent’anni fa ho dipinto oltre 1.500 volti  di giovani, molti di grandissime dimensioni (m 6x3), se possibile con la loro più nobile espressione...  Migliaia di metri quadrati  dipinti a mano affissi in mezzo alla pubblicità.  Cento volti di giovani con nome e cognome collocati anche nelle stazioni della metropolitana a Milano, nel sottopassaggio della fermata Palestro e ... neanche un graffio sopra...  neanche uno scarabocchio da parte dei passanti o dei graffitisti. Come mai?


Forse perché un volto dipinto viene rispettato se rappresentato con cura, forse vige una legge non scritta valida sia per i laici che per gli altri e forse anche valida per le diverse culture: il volto dipinto è sacro. Forse ci si può spingere a pensare che anche “il rispetto porta rispetto” ma forse no, non sempre.

Credo  che Castellucci non abbia mai avuto il tempo di pensare al profondo sentimento propriamente e profondamente religioso e altamente etico ed estetico dell’opera di Antonello da Messina. Ma che dico, non è vero, questa immagine è stata scelta con cura tra altre grandi rappresentazioni del volto di Gesù, perché agli occhi del regista più indifesa e di conseguenza più “funzionale” alla sua regia.


Antonello da Messina ha regalato all’umanità un volto immenso, che lui  per noi ha potuto immaginare, per avvicinarsi e riconoscersi in esso. Quanto sforzo e quanta maestria, quanta intensità e sopratutto quanta sincerità! Tale è l'intensità dei suoi sentimenti veri, fissati per sempre, eterni e da secoli condivisi! A noi tutti uomini viventi, e quanto basta sensibili, quel volto parla. Quel grande artista ha cercato di vivere in modo possibilmente dignitoso, che direi magnifico, guardando le sue opere!

Per quanto riguarda il cittadino Castellucci non c’è alcun bisogno di sapere cosa intende fare, o andare a vedere  le cose che ha fatto. Lui, come uomo per le civiltà non è mai nato, né adesso nel suo tempo, né dopo verrà ricordato. Perché non rispetta la bellezza e l’uomo che non rispetta la bellezza non è tale, perché la bellezza è la dimensione dell'umano.

Lui esiste come altra entità, che nella modernità - o se si vuole nella postmodernità - si chiama “uomo di cultura” e di mestiere fa il regista.

* Artista italiano di origini bulgare