Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Pasquale Baylón a cura di Ermes Dovico
CONTROLLO DELLE NASCITE

Obama trucca le cifre contro i cattolici

Per obbligare le assicurazioni a fornire pillole e aborto gratis viene detto che le donne cattoliche già ne usano. Ma due studiose protestanti smentiscono.

Attualità 20_02_2012
Cecile Richards, amministratrice delegata della Planned Parenthood of America, consigliera di Barack Obama sul controllo delle nascite

 

La quasi totalità delle donne cattoliche americane si serve abitualmente di anticoncezionali. Perché allora tanto strepito se la riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama impone l’obbligo alle assicurazioni (e per loro tramite a tutti i datori di lavoro, comprese le istituzioni religiose) di fornire gratuitamente ai lavoratori americani "servizi" "sicuri" di controllo delle nascite? Una delle principali linee di difesa adottate dalla Casa Bianca nello scontro senza precedenti che la sta opponendo alla Chiesa Cattolica è questa. Una statistica, insomma, contro un «assoluto morale», come lo definirebbe il filosofo australiano John Finnis.

Infatti, paradossalmente, anche se tutte le donne cattoliche del mondo violassero di fatto la verità della morale sessuale insegnata dalla dottrina cattolica e radicata nel diritto naturale, il principio non muterebbe. Né cambierebbe il dovere del magistero di continuare a insegnare e a difendere tale verità contro ogni assalto, così come il diritto della persona umana di sottrarsi alla sua violazione. La verità infatti, non è democratica; non dipende dalle maggioranze, dai discorsi, dalle opinioni.

Epperò, all'atto pratico, la statistica messa in campo dalla Casa Bianca per calpestare la libertà dei cittadini che essa amministra, tassando la società - compreso chi dissente in piena coscienza e a norma di legge - onde disporre degli strumenti che le consentono di farlo, è stringente. Difficile darle torto sul piano amministrativo.

 

UN FALSO CONCETTO DI BENE PUBBLICO

Se infatti si concede allo Stato il potere d’imporre il modo con cui la Sanità dev’essere garantita ai cittadini, quindi quello di reperire i fondi necessari alla sua copertura finanziaria, e se si concede ai cittadini di pensare che diventa norma sociale ciò che la loro maggioranza o persino tutti fanno prima e oltre ogni considerazione ulteriore, per esempio morale, è evidente che un "servizio" come la contraccezione, e persino l’aborto e la sterilizzazione, cui molti cittadini già accedono, magari spendendo "troppo", debba essere offerto dal "sistema" in modo "sicuro" ed "economico" grazie alla contribuzione di tutti. Infatti, il principio del "benessere" che tale misura implica risulta "evidentemente" superiore alle singole coscienze e quindi è giusto che tutti vi concorrano in proprio. Si può anche non prendere mai la metropolitana urbana a cui la tassazione statale ci obbliga a partecipare in denaro, o detestare il Festival di Sanremo per cui la televisione di Stato ci obbliga a pagare, ma che quelli siano "beni" di tutti, cui tutti debbono dunque provvedere anzitutto per principio perché "così è giusto", è un ragionamento che in Italia troviamo perfettamente normale. Stante la mentalità dominante - che accetta questo ragionamento "aperto" come un principio inderogabile -, oggi la gente è insomma mediamente propensa a subire certe imposizioni, anche se ne fruisce solo una parte della cittadinanza, perché le considera "bene" "pubblico". Ciò avviene normalmente già quando lo Stato "è neutro": figuriamoci in un caso eclatante come quello degli Stati Uniti di oggi, dove il governo non solo non è neutro, non solo possiede un’agenda propria da promuovere, ma pure questo fa con una pervicacia e un’arroganza mai viste.

La Chiesa Cattolica può cioè legittimamente, anche per i relativisti più assoluti, continuare a tuonare dottrinalmente contro la contraccezione e l’obbligo di fornirla gratuitamente a tutti; ma se la "maggioranza delle donne cattoliche" fa comunque uso di metodi per il controllo delle nascite che paga di tasca propria, di fronte al fatto che i servizi assicurativi sulla salute possono fornirli a costi più bassi poiché spalmati sulla collettività, è difficile pensare di avere motivi concreti, di public policy, per opporvisi. E la ragioni "metafisiche" cui, nella temperie culturale di oggi, si ha diritto solo nel foro assolutamente privato, valgono in pubblico quanto il proverbiale Speakers’ Corner di Hyde Park: dite la vostra che ho detto la mia, e poi contraccezione gratuita sia.

L’alfiere dell’Amministrazione Obama in questa lotta contro la Chiesa, le comunità religiose e il diritto alla libertà religiosa sancito dalla Costituzione federale degli Stati Uniti è del resto il ministro della Salute Kathleen Sebelius, già governatrice del Kansas per due mandati, cattolica, collettrice di enormi donazioni in denaro provenienti dalla lobby abortista. Ma se le statistiche su cui la sua controchiesa fonda il proprio sofisma fossero inattendibili?

 

UN FALSO CALCOLO DI UTILITÀ PUBBLICA

Per sostenere il proprio progetto, la Casa Bianca sostiene oggi che il 98% delle donne cattoliche adoperi disinvoltamente e regolarmente i contraccettivi, e lo fa basandosi su uno studio realizzato dal Guttmacher Institute, cioè la divisione semiautonoma di ricerca della famigerata Planned Parenthood Federation of America (PPFA). Del resto - come ha sottolineato Jake Tapper, corrispondente dalla Casa Bianca della rete televisiva ABC News, e Jill Stanek rilanciato sul portale Life Site News -, tra i consiglieri che Obama si è scelto per imporre il controllo delle nascite attraverso le assicurazioni sanitarie figura pure Cecile Richards, amministratrice delegata della PPFA [nella foto].

Che proprio la più potente organizzazione abortista del mondo - forte anche di un ramificatissimo sistema globale di cliniche abortiste - sia la sola fonte attraverso cui l’Amministrazione Obama cerca di imporre persino ai cattolici l’obbligo di regalare la cultura di morte si evince da quanto scrive Cecilia Munoz, direttrice del Consiglio per gli affari interni della Casa Bianca, sul blog della Casa Bianca stessa. Ora, le affermazioni della Munoz - osserva Christine Dhanagom sul portale Life Site News, «sono state ripetute ad nauseam dalla stampa e dalle organizzazioni filoabortiste, nonché difese da un sito sinistreggiante qual è PolitiFact.org», ma né lei né PolitiFact.org dicono (né alcuno lo ha chiesto loro) da dove provengono quelle cifre di cui tutti si fidano acriticamente. Eppure sarebbe come servirsi esclusivamente di ciò che dicono i produttori di carne, ma senza mai citarli, per stabilire il paniere universale della spesa settimanale. E infatti in questa faccenda tutto è, per primo le statistiche, solo una «maledetta bugia».

Lo afferma Mollie Ziegler Hemingway, giornalista, collaboratrice di The Wall Street Journal e autrice di Losing Our Religion, una ricerca che, preparata originariamente nel 2004, sta costantemente aggiornando per la pubblicazione. Anzitutto, quel 98% di donne cattoliche citato scende subito all’87% poiché dal conto va escluso chi, all’indagine, ha risposto seccamente di non utilizzare «alcun metodo» contraccettivo. Del resto, quel misero 2% delle donne che, secondo lo studio del Guttmacher Institute, non adopera anticoncezionali dichiara di seguire i metodi di regolazione naturale della fertilità ammessi anche dalla Chiesa Cattolica.

Epperò il Guttmacher ha condotto la propria investigazione su un campione di donne selezionato appositamente tra quelle che, notoriamente o verosimilmente, già fanno uso di anticoncezionali. Non cioè, sulle donne cattoliche in genere. Lo mostra bene una recensione di Lydia McGrew, madre di famiglia e homeschooler, Ph.D. in Inglese dalla storica e "sudista" Vanderbilt University di Nashville, in Tennessee, autrice di saggi e di testi di filosofia analitica, nonché - con il marito Timothy J. McGrew, docente di Filosofia e già direttore di Facoltà alla Western Michigan University di Kalamazoo - del volume Internalism and Epistemology: The Architecture of Reason (Routledge, New York 2007), insomma una madre, una moglie e una filosofa che ha l’hobby, scrive, «del blogging in difesa di posizioni politiche conservatrici e démodé».

La McGrew documenta come le donne interrogate dal Guttmacher siano infatti quelle che "hanno motivi” per adoperare i contraccettivi: donne in età feconda e sessualmente attive a monte della "questione famiglia" dal cui novero sono state dunque a priori escluse quelle che di rapporti sessuali non ne hanno, quelle gravide, quelle che già hanno dato alla luce figli e quelle che invece un figlio lo stanno cercando. Perché le statistiche fatte bene mostrano che della stragrande maggioranza delle donne cattoliche fedeli all’insegnamento morale della Chiesa quelle non sposate non hanno rapporti sessuali e quelle invece sposate o sono incinte, o sono già madri di figli, o di figli sono alla ricerca o più semplicemente non cercano affatto di evitare la gravidanza.

Prima di stilare, e quindi di dar credito, a statistiche come quelle del Guttmacher occorre distinguere tra donna cattolica e donna cattolica: operazione triste, vero, ma non scordiamo che, proprio a proposito degli Stati Uniti, Papa Benedetto XVI ha già dovuto intervenire fermamente per stigmatizzare - vietando loro la comunione - gli uomini politici cattolici che apertamente sostengono l’aborto. Il problema, dunque, di quelle donne cattoliche che usano normalmente la contraccezione è a monte degli anticoncezionali stessi: per loro l’insegnamento della Chiesa Cattolica è irrilevante comunque, non solo in materia di morale sessuale. Sbandierarle dunque in pubblico come cartina al tornasole per minare l’autorità delle critiche mosse dalla Chiesa alla riforma sanitaria della Casa Bianca è scorretto: l’opinione di quelle donne "cattoliche" per le quali la Chiesa non ha alcuna autorità è indistinguibile da quella di tutte le altre donne che, qualunque credo esse professino, dell’insegnamento della Chiesa Cattolica non sanno che farsene. E tutto il resto che, in quest’ambito, attenesse al peccato personale è cosa da confessionale, non da statistiche: il peccato non ha peraltro mai sconfessato la verità né l’obbligo di annunciarla.

 

UN FALSO PROBLEMA SBUGIARDATO IN PUBBLICO

Insomma, quella che il Guttmacher Institute sta usando, e di cui la Casa Bianca sta abusando, con gran concorso di media, per imporre ai cittadini un illecito culturale e politico, pagato dai contribuenti, è una statistica «fasulla». Ma pure irrilevante.

«Se si scoprisse che un certo gruppo di quaccheri ha il porto d’armi», scrive infatti la McGrew prendendo a esempio una denominazione cristiana nota per essere pacifista a oltranza, «non per questo tutti gli impiegati di una organizzazione espressamente quacchera avrebbero diritto all’iscrizione gratuita al poligono di tiro o a un benefit in munizioni dal proprio datore di lavoro».

Non è vero che le donne cattoliche americane pratichino normalmente la contraccezione contro l’insegnamento infallibile della Chiesa cui appartengono. Non è vero che la Chiesa Cattolica ha l’obbligo di garantire ai propri dipendenti ciò che ritiene immorale. Non è vero che essa, e con essa le altre Chiese o comunità religiose, siano fuorilegge se obbediscono a una legge superiore a quella positiva. È la Costituzione degli Stati Uniti stessa a sancirlo, quella legge fondamentale del Paese che Obama e la sua Amministrazione stanno calpestando.

Nel contenzione fra la Casa Bianca e la Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti ha assolutamente ragione la seconda. Lo dicono le cifre messe bene in fila da - sembra Davide contro Golia, ma tutti ricordano chi in quello scontro aveva ragione e vinse - Mollie Ziegler Hemingway e Lydia McGrew. Due irriducibili luterane.

 

- La Chiesa USA: «Obama rinnega la Costituzione»