Nuovo strappo tedesco: benedizione alle coppie gay
Il vescovo di Limburg ha mandato ai giovani cattolici un invito a un «forum di discussione» in cui sarà affrontato il tema della «benedizione» per le coppie che, per la Chiesa, non possono sposarsi. Incluse quelle composte da persone dello stesso sesso.
Nelle stesse settimane in cui la Chiesa luterana svedese ha diffuso un surreale opuscolo per «bambini Lgbt» dove Gesù viene definito «queer», c’è purtroppo chi, nel mondo cattolico tedesco, non vuole essere da meno. Stiamo parlando di monsignor Georg Bätzing, vescovo di Limburg, il quale nei giorni scorsi ha mandato ai giovani cattolici, alle organizzazioni laiche nonché ai membri diocesani una lettera molto particolare. Si tratta infatti dell’invito a un «forum di discussione» in programma per il prossimo 4 maggio a Wiesbaden, in cui sarà affrontato, udite udite, il tema della «benedizione» per le coppie che, per la Chiesa, non possono sposarsi. Incluse quelle composte da persone dello stesso sesso.
Il che è un evidente assurdo dal momento che, se queste coppie non si possono unire in matrimonio in chiesa, una ragione ci sarà pure: perché dunque pensare a una forma di «benedizione»? Domande e dubbi che non sembrano impensierire monsignor Bätzing, il quale intende esporre a coloro che prenderanno parte all’evento del 4 maggio una non meglio precisata soluzione che sarebbe stata abbozzata da Johannes zu Eltz, decano della città di Francoforte sul Meno. Per quanto insomma si tenti di presentare l’iniziativa come in itinere, tutto sarebbe, di fatto, già predisposto. Si tratta solo di renderlo noto a coloro i quali non sanno ancora di questa bizzarra quanto surreale forma di «benedizione» che si vorrebbe garantire alle coppie sia di divorziati sia, appunto, di persone dello stesso sesso, all’insegna di un minestrone ecclesialmente corretto.
Del resto, Bätzing - che era stato nominato vescovo nel gennaio 2016 da papa Francesco – non è nuovo a uscite che lasciano quanto meno spiazzati. Basti pensare che solo pochi mesi fa aveva pubblicamente preso le difese del gesuita Ansgar Wucherpfennig, da tempo a favore della benedizione per coppie omosessuali, assicurando «pienamente sostegno» a quello che allora ha definito «un brillante teologo, fedele alla Chiesa». Che padre Ansgar Wucherpfennig avesse definito le condanne bibliche dell’omosessualità come «formulate in maniera fuorviante» e che ancora prima avesse “benedetto” coppie omosessuali con una sorta di rito speciale, per monsignor Bätzing, non deve costituire un problema; semmai, un merito. D’altra parte, l’appuntamento in programma a maggio è esattamente una continuazione su questa linea.
Ora, è chiaro come iniziative come quella del vescovo di Limburg, in tempi normali, comporterebbero gravi e soprattutto immediate conseguenze. Siccome questi, però, non sono affatto tempi normali, tocca riportare questi episodi di ordinaria follia sperando che possano scuotere chi avrebbe non solo il potere, ma pure l’obbligo d’intervenire. Nel frattempo, come in altre occasioni anche in questa suonano consolatorie le profetiche parole di papa Paolo VI il quale, nel settembre 1977, confidava a Jean Guitton: «All'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa».
Se non c’è più neppure la capacità di richiamare pastori che, come se niente fosse, pianificano assurde benedizioni alle coppie gay, viene il sospetto che il pensiero «non cattolico all'interno del cattolicesimo» possa essere già – oggi – «il più forte». Anche se ciò non toglie, come appunto avvertiva il papa santo, che «esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa».