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America Latina

Nuovo attacco alla Chiesa cattolica in Nicaragua

Sono stati arrestati almeno 11 sacerdoti e un diacono e prima il ministero dell’interno ha disposto lo scioglimento di Radio Maria

 

In Nicaragua è in atto un nuovo attacco alla Chiesa cattolica. Sono stati arrestati 11 sacerdoti e un diacono. Tutti, tranne uno, appartengono alla diocesi di Matagalpa, quella di monsignor Rolando Alvarez, a lungo perseguitato dal regime: agli arresti domiciliari nel 2022, poi condannato a 26 anni di carcere nel febbraio del 2023 e attualmente in esilio a Roma dopo essere stato scarcerato lo scorso gennaio insieme al vescovo di Siuna, monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega, a due seminaristi e a 15 sacerdoti, tutti come lui esiliati. Il 1° agosto sono stati arrestati monsignor Ulises René Vega Matamoros, vicario giudiziale della diocesi di Matagalpa e parroco di San Ramon, e monsignor Edgar Sacasa, parroco della chiesa di San Isidro Labrador. Il giorno successivo è toccato ad altri nove sacerdoti. Di sette si conosce l’identità. Sono padre Victor Godoy, vicario della chiesa dell’Immacolata Concezione, padre Marlon Velásquez, amministratore della chiesa di Santa Lucía, padre Antonio López, parroco della chiesa Nuestro Señor de Veracruz di Ciudad Darío, padre Raúl Villegas, parroco della chiesa di Nostra Signora di Guadalupe di Matiguás, padre Francisco Tercero, parroco della chiesa di Santa Faustina Kowalska, a Solingalpa, padre Jairo Pravia, parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione, e, unico di un’altra diocesi, padre Silvio Romero, parroco della chiesa di San Francisco di Assisi, nella diocesi di Juigalpa. Il diacono arrestato è Erwin Aguirre, parroco di Nuestro Señor de Veracruz di Ciudad Darío, sempre nella diocesi di Matagalpa. Di alcuni religiosi secondo il collettivo per i diritti umani Nicaragua Nunca Mas non si sa dove si trovino attualmente. Gli arresti sono stati eseguiti mentre nella capitale Managua incominciano le feste in onore di Santo Domingo de Guzman, una delle poche ricorrenze in cui le autorità autorizzano i fedeli a festeggiare all’aperto, benchè sotto il coordinamento della polizia. Pochi giorni prima, il 10 luglio il ministro dell’interno Maria Amelia Coronel ha disposto lo scioglimento di 12 organizzazioni senza scopo di lucro, una delle quali è Radio Maria, che operava nel paese da 40 anni. Come pretesto per la chiusura dell’emittente è stato detto che Radio Maria non ha redatto il bilancio relativo al periodo 2019-2023 e che il suo consiglio di amministrazione era scaduto dal novembre del 2021. Prima l’emittente aveva subito il blocco dei suoi due conti bancari, cosa che le aveva impedito di ricevere donazioni costringendola a ridurre la programmazione da 24 a 14 ore al giorno.