Nuovi dubbi sul "farmaco" che blocca la pubertà
Scienza & Vita e il Centro Studi Livatino criticano il possibile via libera dell'AIFA ad un preparato che verrà usato per i casi di disforia di genere.
A breve l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, si pronuncerà sull’uso della triptorelina al fine di bloccare la pubertà di quei ragazzi – uno su 9.000 – affetti da presunta disforia di genere. In tal modo, si pena erroneamente, il ragazzo non sarebbe gravato psicologicamente dai cambiamenti del proprio corpo e potrebbe decidere in autonomia a che sesso appartenere. Il Comitato Nazionale di Bioetica aveva dato parere positivo alla sua commercializzazione.
Scienza & Vita e il Centro Studi Livatino hanno elaborato una nota in cui fanno notare che mancano studi sull’uso di questo farmaco per tali scopi e non si sono verificati i suoi effetti nel lungo periodo.
Inoltre c’è il problema del consenso: «un minore in età prepuberale che si trovi in “condizione frequentemente accompagnata da patologie psichiatriche, disturbi dell’emotività e del comportamento”», si chiedono Scienza & vita e il Centro Rosario Livatino, «può esprimere un consenso? Come possono i professionisti del settore garantire che il consenso di un preadolescente affetto da disforia di genere sia “libero e volontario”?».