Nuove sfide per i cristiani iracheni
Vaste operazioni immobiliari favorite dalle autorità rischiano di modificare la composizione demografica della Piana di Ninive a scapito delle comunità cristiane
La vita è tutt’altro che facile per i cristiani iracheni rimasti in patria o tornati dopo la caduta del Califfato nel 2016. Da mesi ai problemi che già li assillano si aggiunge la preoccupazione per le iniziative della municipalità di Ninive volte a favorire la vendita di terreni a persone che non vivono nell’area e non fanno parte delle comunità cristiane del governatorato di Ninive, regione popolata tradizionalmente da comunità caldee, assire e sire. Il mese scorso a lanciare l’allarme per le conseguenze di queste operazioni immobiliari ormai di vasta portata che rischiano di modificare gli equilibri nella composizione demografica della Piana di Ninive sono state cinque formazioni politiche cristiane: il Partito Patriottico Assiro, l’Unione Patriottica Bethnahrain, il Partito Abnaa al-Nahrain, il Movimento Democratico Assiro (Zowaa) e il Consiglio Popolare Assiro Siriano Caldeo. In un documento congiunto le cinque sigle sostengono che “tali iniziative violano un comma dell’Articolo 23 della Costituzione che (anche in base a un pronunciamento della Corte Suprema Federale n°65 del 2013) va interpretato come un vero e proprio divieto a porre in atto acquisizioni immobiliari di terreni a case allo scopo di modificare gli equilibri demografici tra le diverse componenti della popolazione irachena, secondo modalità che rispondono a una mentalità settaria. Tale mentalità orienta ancora le scelte di molti di coloro che attualmente detengono il potere, nonostante a parole affermino il contrario”. Il documento contiene un appello al Primo Ministro e al Ministro di edilizia, municipalità e lavori pubblici affinché diano immediate istruzioni alle autorità competenti al fine di “fermare qualsiasi misura volta a modificare in profondità l’attuale status delle proprietà immobiliari nelle aree si storico insediamento delle comunità cristiane autoctone in Iraq”. Inoltre le cinque sigle politiche chiedono l’istituzione di nuove unità amministrative nella Piana di Ninive per favorire lo sviluppo di infrastrutture e servizi di contrasto alle pressioni che continuano a spingere i cristiani a emigrare e ostacolano il ritorno alle proprie case di quelli fuggiti dalla Piana di Ninive nell’agosto del 2014 quando è caduta in gran parte sotto il controllo delle milizie jihadiste del Califfato, ovvero dell’Isis o Daesh, lo Stato Islamico.