Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni da Kety a cura di Ermes Dovico
SULLE TRACCE DI MARIA/19

Nostra Signora della Misericordia di Pellevoisin

La Madonna appare agli occhi della veggente francese Estelle Faguette, a Pellevoisin, nel 1876. Malata terminale, di famiglia poverissima, Estelle si rivolge alla Vergine con una lettera. La risposta consiste in 15 apparizioni, durante le quali Estelle guarirà miracolosamente. 

Ecclesia 03_05_2015
Estelle Faguette

Continuiamo la pubblicazione delle conversazioni che Diego Manetti tiene ogni primo sabato del mese a Radio Maria, alla scoperta dei santuari più importanti dedicati alla Vergine.

***

La traccia mariana che andiamo a esaminare insieme questa volta, cari amici, ci porta in un Paese che, per il gran numero di apparizioni mariane che lo hanno interessato, può davvero considerarsi privilegiato. Sto parlando della Francia, dove hanno avuto luogo le apparizioni forse più care alla devozione popolare mariana, cioè quelle di Lourdes, nel 1858. Ma è sempre in Francia che avvengono le apparizioni di Rue du Bac, a Parigi, nel 1830, di La Salette, nel 1846, e di Pontmain nel 1871. Certo, potremmo citare anche altre apparizioni, alcune fondate sulla tradizione dei secoli passati, altre risalenti all’epoca moderna ma ancora in attesa di riconoscimento da parte dell’autorità ecclesiastica competente, altre ancora già ufficialmente riconosciute (mi riferisco in questo caso alle apparizioni di Nostra Signora del Laus, dal 1664 al 1718). Però preferisco rimanere in un secolo particolare, ovvero quell’Ottocento che in Francia si presentava denso di particolari pericoli e rischi per la Chiesa: da una parte l’eredità del razionalismo illuminista, dall’altra il naturalismo e il materialismo di ispirazione massonica che tendevano a negare l’orizzonte spirituale della vita o quanto meno ad attaccare l’autorità della Chiesa e del Papa. Soprattutto, stava germogliando nel XIX secolo quella piaga che San Pio X avrebbe esplicitamente condannato come somma di tutte le eresie: il modernismo.

Bene, cari amici, è proprio nella Francia tanto visitata dalla Vergine Maria perché tanto bisognosa di aiuto celeste che si collocano le apparizioni che questa volta desidero presentarvi, cioè quelle di Pellevoisin, del 1876, alla veggente Estelle Faguette. Se si tratta di un evento celeste che pare perfettamente inserito nel grande affresco di apparizioni moderne francesi, tuttavia una specificità la possiamo subito mettere in evidenza: la veggente è sì una persona umile, di preghiera profonda e fede robusta, eppure ha già 33 anni, è cioè una persona adulta, a differenza delle altre apparizioni sopra citate che hanno per tramite veggenti in giovane età. La scelta di una persona adulta ci parrà chiara nel corso della presentazione delle diverse apparizioni – 15 in tutto – che Estelle ebbe nel 1876, poiché vedremo che il tema centrale delle visite di Maria – la sofferenza – e la complessità dei simboli e dei messaggi, nonché l’incarico di mettere per iscritto il racconto delle apparizioni stesse, non potevano che richiedere una persona adulta che si incaricasse di trasmettere il tutto in modo fedele e completo ai fedeli dell’epoca.

Andiamo dunque ai fatti. Ci troviamo in Francia, dove, il 12 settembre 1843, nasce Estelle Faguette, nei pressi di quella che oggi è Chalons-sur-Marne. Ricevuta la prima educazione religiosa, verrà presto avviata al lavoro in una lavanderia per aiutare la povera famiglia. Nel 1858, mentre a Lourdes l’Immacolata Concezione appare a Bernadette, Estelle si ammala per la prima volta, in conseguenza delle fatiche lavorative che gravano sulla sua giovane età. Nel 1860 entra nel noviziato delle suore agostiniane di Parigi ma, proprio a causa delle precarie condizioni di salute, deve rientrare in famiglia appena tre anni dopo. Persa la sorella, si trova a dover badare alla figlia di lei, aggiungendo questa preoccupazione a quella di dover provvedere ai genitori. Nel 1865 andrà a servizio presso la contessa di Rochefoucauld, seguendo la nobildonna nel trasferimento da Parigi al suo castello nei pressi di Pellevoisin, una località distante una ventina di chilometri da Chateauroux (a sua volta posto nel triangolo tra Tours, Poitiers e Bourges, nella Francia occidentale).

Come ricorda P. Angelo Maria Tentori nel suo splendido libro La tutta misericordiosa (Paoline 2006), dedicato a tali apparizioni, tutto ha inizio da una lettera, nella quale Estelle apre il proprio cuore sofferente alla Madonna, confidandole le sue preoccupazioni. A partire dalle condizioni di salute: a causa di una peritonite inguinale che, divenuta tubercolotica, ha intaccato stomaco e polmoni, la povera Estelle, a soli 33 anni, è data per spacciata. Ed ecco che, come estremo rimedio, la giovane decide di scrivere una lettera alla Madonna, della quale propongo di seguito i passaggi più significativi: 

“O mia buona Madre, eccomi di nuovo prostrata ai vostri piedi, non potete rifiutarvi di ascoltarmi. Non vi siete dimenticata che io sono vostra figlia e che vi amo: ottenetemi allora dal vostro divin Figlio la salute del mio povero corpo per la sua gloria. Guardate al dolore dei miei genitori. Voi sapete bene che non hanno che me come loro risorsa. (...) Se voi non potete a causa dei miei peccati di ottenermi la guarigione completa, potreste ottenermi almeno un po’ di forza per poter guadagnarmi da vivere per me e per i miei genitori. (...) Ricordatevi anche ciò che avete sofferto quando Gesù fu disteso sulla croce. Ho confidenza in voi, mia buona Madre, se voi volete, vostro Figlio può guarirmi (...) ma che sia fatta la sua volontà e non la mia (...). Vi prometto, o mia buona Madre, se mi concederete le grazie che vi domando, di fare tutto ciò che dipenderà da me per la vostra gloria e quella del vostro divin Figlio (...). Fate, o Vergine Santa, che io vi imiti nella vostra obbedienza e che un giorno possa possedere con voi Gesù per l’eternità.”

Ecco, una lettera da una figlia addolorata a una Madre piena d’amore, nella quale emerge la fede generosa e ben centrata di Estelle: chiede la grazia della guarigione, ma al fine di servire i genitori; si rivoge a Maria, affinché Ella interceda presso il Figlio, autore della grazia, anticipando un tema – Maria come dispensatrice delle grazie di Gesù – che emergerà nel corso delle stesse apparizioni; infine, si affida alla volontà divina, tutta protesa all’unico fine: guadagnare il Paradiso, nell’eterna comunione con Gesù. La risposta a questa lettera così commovente e accorata verrà data dalla Vergine in persona attraverso 15 apparizioni che, dal febbraio al dicembre 1876, trasformeranno per sempre la vita di Estelle e faranno di Pellevoisin meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli.

Santuario di Pellevoisin

Prima di entrare nel vivo delle apparizioni, ricordiamo che non vi è ancora stato il riconoscimento ufficiale da parte dell’autorità ecclesiastica, benché le due inchieste canoniche svoltesi nel 1877 e nel 1878 siano state favorevoli. Una terza inchiesta, del 1900, verrà interrotta nel 1900 e bisognerà aspettare il 1983 affinchè si riconosca come miracolosa la guarigione della veggente che avrà luogo, improvvisamente, al termine delle prime 5 apparizioni, benché questo non porti a un pronunciamento definitivo sulla soprannaturalità delle apparizioni stesse. Ne diamo quindi conto, in obbedienza all’autorità ecclesiale, come pura testimonianza umana, precisando però che l’arcivescovo di Bourges presidede ogni anno il pellegrinaggio diocesano a Pellevoisin, dove è sorto un piccolo santuario, presso il luogo delle apparizioni, intitolato a Nostra Signora della Misericordia: segno di indubbia apertura dell’autorità ecclesiale locale nei confronti degli eventi occorsi nel 1876 a Estelle.

Torniamo dunque a quel 1876. Anzi, agli inizi di settembre del 1875, quando Estelle scrive la lettera alla Madonna della quale vi ho proposto alcuni passaggi poco prima. Questa lettera verrà messa da un tramite, su richiesta di Estelle, nel fondo di un blocco di roccia della riproduzione della grotta di Lourdes che si trovava nel parco dei conti di La Rochefoucauld. Già in questo gesto della lettera ci sono elementi importanti: anzitutto affidare a una lettera, come richiesta “ufficiale”, solenne, la richiesta di una grazia per intercessione della Madonna, esprime la profonda confidenza di Estelle, che si impegna a rendere gloria alla Vergine e al suo Divin Figlio quale che sia la decisione della Madonna, tutta pronta a realizzare la volontà di Dio. E poi c’è il nasconder la lettera nella riproduzione della grotta di Lourdes, quasi ad anticipare un legame tra le due realtà mariane, Lourdes e Pellevoisin, che emergerà nel corso delle apparizioni, come vedremo.

La risposta della Vergine alla lettera di Estelle sta nelle apparizioni della quale il Cielo fa dono alla giovane circa 6 mesi dopo. Siamo nel febbraio 1876. Estelle si trova a letto, ormai in condizioni di sofferenza e malattia tali da ricevere l’Unzione degli Infermi. Dai suoi scritti ricaviamo la sua completa disponibilità alla divina volontà, laddove ricorda che ripeteva spesso: “Mio Dio, voi sapete meglio di me ciò che è meglio fare, fate ciò che vi piacerà; vi chiedo soltanto di aiutarmi a compiere il mio sacrificio generosamente”. Ecco, dopo aver chiesto appena sei mesi prima la grazia della guarigione, ora Estelle è pronta a morire, consegnando totalmente la propria vita nelle mani di Dio. Ma proprio quando il suo animo è disposto a perdere la propria vita per seguire il volere di Dio, ecco che la Madonna si fa presente e intercede per ottenerle la guarigione e con essa una nuova vita, rinnovata.

Seguiamo il racconto di Estelle. “Ricordo che nella notte che va dal 14 al 15 febbraio 1876 mi sentivo molto male (...). A un tratto apparve il diavolo ai piedi del mio letto. Che paura! Era orribile e mi faceva delle smorfie. Ma appena arrivato lui la Santa Vergine apparve all’altro angolo del mio letto. Portava un velo di lana bianchissima che aveva tre pieghe. Non potrò mai dire adeguatamente quanto fosse bella! (...) Il diavolo, scorgendo la Santa Vergine, indietreggiò. (...) Allora la Santa Vergine gli disse bruscamente: ‘Che cosa ci fai qui? Non vedi che lei porta il mio abito e quello di mio Figlio?’ (dice così perché la veggente dai 14 anni appartiene al movimento spirituale delle “Figlie di Maria”, NdR). Il diavolo disparve gesticolando. Allora lei si voltò verso di me e mi disse dolcemente: ‘Non aver paura, lo sai bene che sei mia figlia, no?’”.

È commovente notare che quest’ultima affermazione, cari amici, riprende proprio le parole di Estelle scritte all’inzio della lettera: “Non vi siete dimenticata che io sono vostra figlia”. Allora la Madonna aveva davvero letto la sua lettera e la sua presenza lì era la risposta ad essa! E notiamo poi la confidenza, che ci ricorda le parole dette nel 1531 dalla Vergine di Guadalupe a Juan Diego, rincuorandolo con amore e premura di mamma. Vediamo poi che satana precede la Vergine accanto al letto di Estelle, immagine di quel combattimento tra la Donna e il serpente che, dalla Genesi all’Apocalisse, ci parla della lotta tra la Madonna e il diavolo. 

Torniamo a quella prima apparizione. La Vergine proseguì dicendole: “Coraggio, abbi pazienza; vedrai che mio Figlio si lascerà commuovere. Soffrirai ancora cinque giorni in onore delle cinque piaghe di mio Figlio e sabato sarai morta o guarita. Però, se mio Figlio ti restituisce la vita, voglio che divulghi la mia gloria”. Quindi Estelle ha la visione di una piccola lastra di marmo, un ex voto, che la Vergine le chiede di far appendere a Pellevoisin poiché là – disse la Madonna – “hanno bisogno di esser stimolati”.

La Madonna le preannuncia ancora sofferenze, indicando che ogni dolore e ogni malattia trovano ragione d’essere nella conformazione al dolore del Cristo Crocifisso. Ecco perché Estelle non viene guarita subito e anzi neppure le viene assicurata la guarigione, chiedendole non solo pazienza ma fede e abbandono totali in Maria e Gesù. Se sarà guarita, però la Madonna “vuole” che diffonda la sua gloria, cioè la gloria di Suo Figlio, cui è sempre intimamente unita, secondo le parole del Montfort: “Non si può lodare Maria senza lodare Gesù!”. La Vergine dimostra ancora una volta di aver letto la lettera scritta qualche mese prima dalla veggente, poiché si ricorda della sua offerta a far di tutto per la gloria della Madonna e di suo Figlio. Infine, l’ex-voto, testimonianza e stimolo per gli abitanti di Pellevoisin, segno che ogni apparizione mariana porta sì un messaggio per i veggenti, ma ancor più considera essi un tramite per operare grazie maggiori a vantaggio del popolo tutto.

Alla prima apparizione ne fanno seguito altre 4, per un ciclo di 5 in altrettante notti consecutive. Nella seconda, nuovamente si presenta il diavolo. E subito la Madonna rincuora Estelle: “Ma non avere paura, son qui io! Ascolta: questa volta mio Figlio si è lasciato intenerire, ti lascia la vita. Sabato sarai guarita”. Sorprendentemente, la giovane donna non esulta, ma esprime quasi rammarico: “Se avessi la scelta, mi piacerebbe morire, adesso che mi sono preparata bene”. Al che segue il dolce rimprovero della Madonna: “Ingrata, se mio Figlio ti rende la vita, è perché tu ne hai bisogno. Infatti, che cosa ha dato all’uomo sulla terra di più prezioso della vita? Restituendoti la vita, non credere però che sarai esente dalle sofferenze; no, tu soffrirai e non sarai esente da pene. È questo che dà merito alla vita. Se mio Figlio si è lasciato commuovere è stato per la tua grande rassegnazione e la tua pazienza. Non perderne il frutto con la tua scelta. Non ti ho forse detto: Se lui ti restituisce la vita, tu renderai pubblica la mia gloria?”.

L'apparizione

Anche questa volta è tornato il diavolo, però si tiene più lontano; e comunque non mancano le parole di conforto della Madonna che dice a Estelle: “Sono qui io!”. Le rivela quindi che sarà guarita. Ma Estelle si era ormai preparata per il Cielo e fa fatica ad accettare di dover restare sulla terra. Eppure la Madonna le dice chiaramente che è la veggente stessa ad aver bisogno di questa vita. E poco dopo le mostra infatti la sua vita passata, con tutte le mancanze trascorse, soprattutto quelle che Estelle reputava più leggere e quindi delle quali non si era adeguatamente pentita. La Madonna favorisce questo esame di coscienza per spingere Estelle a capire che occorre purificare il cuore da ogni mancanza, anche dalle più piccole, affinché si comprenda che la guarigione del fisico, di cui le fa dono per grazia di Dio, è segno di quella guarigione più profonda, dell’anima, cui è chiamata Estelle stessa. Una purificazione che ella potrà guadagnare anche attraverso la sofferenza della vita che la Madonna le preannuncia, facendo riecheggiare le parole dette a Bernadette 18 anni prima: “Non prometto di farti felice in questa vita, ma nell’altra”. Ecco, inizia a svelarsi il legame tra Pellevoisin e Lourdes: una chiamata ad offrire la preghiera e la sofferenza per i peccatori, per la conversione del cuore, nella certezza che questo sacrificio permetterà di guadagnare il premio della felicità eterna con Gesù.

Nella terza apparizione la Madonna rincuora Estelle mostrandole, questa volta, alcune buone azioni passate e dicendole che con la sua rassegnazione aveva riscattato le colpe passate. Quindi le disse: “Io sono tutta misericordiosa e possiedo mio Figlio. Sono state quelle buone azioni e alcune preghiere ferventi che tu mi hai rivolto che hanno toccato il mio cuore di madre. E poi quella letterina che mi hai scritto nel mese di settembre. Ciò che più mi ha commosso è stata questa frase: ‘Guardate al dolore dei miei genitori, se venissi a mancare loro: sono al punto di dover mendicare per vivere. Ricordatevi dunque quello che avete sofferto quando Gesù, vostro Figlio, fu steso sulla croce’. Ho mostrato quella lettera a mio Figlio. I tuoi genitori hanno bisogno di te. Sforzati di essere fedele per l’avvenire. Non trascurare le grazie che ti sono date e propaga la mia gloria.”

La Vergine si è dunque rivelata come la “tutta misericordiosa”. Nella profonda comunione con il suo divin Figlio Gesù, Maria è tutta immersa nella misericordia che, come ricorda Gesù stesso a Santa Faustina Kowalska, è l’attributo più grande della sua Divinità. Mentre Dio è misericordia per essenza, Maria lo è per comunicazione, per grazia. Una comunione così stretta col Figlio che Ella può dire: “Possiedo mio Figlio”, cioè ne sono la padrona, poiché ho la chiave per accedere al Suo Cuore misericordioso e ottenere tutto ciò che gli chiedo. E questa stessa cosa credeva Estelle quando nella lettera alla Madonna aveva scritto: “Se voi volete, vostro Figlio può guarirmi”. 

E non c’è dubbio che la Vergine, così unita al Figlio, non possa volere che quello che Gesù stesso desidera, secondo la perfetta consonanza con la Sua Volontà. Se la Misericordia è dunque l’attributo con cui Maria stessa si presenta – al punto che il santuario di Pellevoisin è appunto intitolato a “Maria Madre di Misericordia” – la Madonna non manca però di riprendere i suoi figli, di ammonirli, di incoraggiarli sulla via del bene, correggendoli e spronandoli a conformarsi sempre più all’immagine di Cristo Crocifisso. 

Nella quarta apparizione la Vergine Santa ribadisce a Estelle l’invito a divulgare la sua gloria, mentre nella quinta - che conclude il ciclo di apparizioni giornaliere del 14-18 febbraio 1876, da lunedì a venerdì - invita Estelle a servirla con semplicità. Quando poi ella le chiede se dovrà cambiare stato di vita per meglio servirla, la Madonna le dice: “Ci si può salvare in tutti gli stati. In quello in cui ti trovi puoi fare molto bene e puoi divulgare la mia gloria”, sottolineando così che la prima condizione di vita evangelica è la semplicità, l’esser una persona sola, senza falsità e doppiezze, confidando totalmente in Dio, con obbedienza e santo timore. Questa è condizione essenziale di salvezza, prima ancora dello “stato” per cui, nel caso di Estelle, con grande senso pratico la Madonna la invita a restare nel mondo per occuparsi dei genitori e della nipote.

In merito alla divulgazione della sua gloria, la Vergine mostra a Estelle in visione l’ex-voto. Questa volta in esso, contornato da boccioli di rosa d’oro agli angoli, campeggia un cuore infiammato, e trapassato da una spada e con una corona di rose, a richiamare il retro della Medaglia Miracolosa mostrata a Caterina Labouré a Rue du Bac, Parigi, nel 1830. La rosa è simbolo dell’amore, secondo l’immagine di Maria “Rosa Mystica”; il cuore della Madonna è bruciante d’amore per suo Figlio, ma anche bruciante di dolore, trafitto da quella spada che ricorda la profezia del santo Simeone quando la Madonna aveva presentato il Bambin Gesù al tempio.

 Medaglia Miracolosa

La Madonna prosegue: “Ciò che più mi affligge è la mancanza di rispetto che si ha per mio Figlio nella santa Comunione e l’atteggiamento nella preghiera quando la mente è occupata da altre cose. Lo dico per quelli che pretendono di essere pii.” Sono parole cariche di dolore. Non si parla di mancanza di amore per l’Eucaristia, ma di assenza di rispetto, come a dire: Non avete neppure il minimo rispetto... Ciò che più addolora la Madre è vedere suo Figlio, nella presenza eucaristica che è somma espressione di Gesù che si dona agli uomini, defraudato non solo di amore, ma anche di riconoscimento, di rispetto... E questo deve farci pensare a quale sia il nostro atteggiamento nei confronti dell' Eucaristia, da quando entriamo in chiesa, magari frettolosamente, a quando ci inginocchiamo, se ancora lo facciamo, ma forse sbrigativamente, dinnanzi al Ss. Sacramento. Prendiamo davvero spunto, cari amici, da queste parole della Madonna, per tornare a rispettare, riverire, adorare, amare profondamente Gesù Eucaristia!

Infine, la Madonna ribadisce il suo rispetto per la Chiesa di Suo Figlio, subordinando la missione di Estelle di divulgare la sua gloria all’obbedienza al confessore: “Fa’ conoscere la mia gloria, ma prima di parlarne aspetterai il parere del tuo confessore e direttore. Ti tenderanno insidie e ti tratteranno da visionaria, da esaltata, da pazza. Tu non fare caso a tutto questo. Siimi fedele, io ti aiuterò”. 

Si conclude così la quinta apparizione. E, appena dopo la mezzanotte, appena comincia il sabato, giorno tradizionalmente dedicato alla Madonna, ecco che Estelle si ritrova guarita, come leggiamo dal suo racconto: “La mia guarigione ebbe luogo verso mezzanotte con eccezione del braccio destro che rimane come paralizzato, molto gonfio... A mezzanotte, al momento in cui la Vergine spariva, soffrii per qualche minuto più che in tutta la mia malattia intera. Poi (...) mi sentii guarita... Mi sentii così felice in quel momento di non soffrire più che mi domandavo se ero proprio io... (...) Rivivevo!”. 

Questo è uno snodo fondamentale nella storia di Estelle. Perché ha ottenuto la grazia della guarigione, come promessole dalla Madonna. Tuttavia ha dovuto attendere 5 giorni, in onore alle 5 piaghe del Crocifisso. E sa già, per bocca della Vergine, che nuove prove e dolori la attendono. Questo lo sottolineo solo perché senz’altro, tra quanti leggono, ci sarà chi, avendo domandato la grazia della guarigione per intercessione della Vergine, e non essendo (ancora) stato esaudito, potrà esser tentato di sfiducia. Ebbene, cari amici, non perdetevi d’animo, ma considerate il cammino percorso da Estelle: dapprima la richiesta di guarigione per occuparsi dei genitori, poi la disponibilità a morire, infine la salute recuperata dopo ancora 5 giorni di sofferenza, poi ancora la prospettiva di una missione e la felicità non in questa vita, ma nell’altra... Ecco, con simili sentimenti e con analoga disposizione d’animo, più facilmente scorgeremo i segni di Dio nella nostra vita e sapremo vivere la malattia e la sofferenza, in noi e nei nostri cari, some segno della predilezione di Dio, passi per conformarsi al Crocifisso in questa vita e godere la gioia del Risorto nell’eternità.

Ancora una nota: il braccio destro non guarisce subito. Questo perché il parroco di Pellevoisin, don Salmon, possa chiedere a Estelle di farsi il segno di croce con la destra, vedendo improvvisamente il braccio paralizzato sciogliersi in ampi segni di croce, credendo così alla veridicità della guarigione.

Concluso questo primo ciclo di 5 apparizioni, la Madonna lascia del tempo affinché Estelle possa meditare nel suo cuore quanto accadutole in quei cinque, intensissimi giorni. Finché si giunge a luglio. Dall'1 al 3 del mese si verificano la 6^, la 7^ e la 8^ apparizione. Il 1° luglio la Madonna si presenta dunque nuovamente a Estelle, sempre nella stanzetta di Pellevoisin dove la veggente ha ottenuto la grazia della guarigione. La Vergine le appare con le braccia tese, in segno di accoglienza, poi le dice: “Tranquillizzati, bambina mia, abbi pazienza: andrai incontro a delle sofferenze, ma io sarò là”. 

Nelle parole pare non esserci nulla di nuovo, eppure Estelle descrive un particolare davvero significativo: la Vergine le appare con le braccia tese e dalle sue mani cade come una specie di pioggia, simbolo delle grazie celesti di cui la Madonna è dispensatrice. E poi aggiunge una promessa fondamentale: Lei sarà accanto a Estelle nelle prove che la attendono, anzi dice proprio “sarò là”, quasi a voler indicare che addirittura la precederà. Simili parole dobbiamo esser certi, cari amici, che la Vergine rivolge al cuore di ognuno di noi nell’imminenza della prova, laddove ci assicura che non ci lascerà mai soli... Sempre confidare quindi in Maria, nel dolore, nella malattia, nella difficoltà. Perché Lei è sempre con noi, obbediente alla missione che Gesù stesso, dalla croce, le ha affidato dicendo a Maria che stava accando a Giovanni: “Ecco tuo figlio”...

Il giorno successivo, 2 luglio, festa della Visitazione di Maria, la Madonna si presenta a Estelle ancora con il gesto delle mani aperte da cui fuoriesce come una pioggia, simbolo di quel dispensare grazie celesti che fa di Maria la Mediatrice per eccellenza tra noi e suo Figlio, come ben disse il Montfort nel suo mirabile “Trattato della vera devozione a Maria”. Questa volta la Vergine appare a Estelle circondata da una ghirlanda di rose, simbolo della preghiera del Santo Rosario che, in unione con Maria, ci permette di contemplare i misteri della vita del Figlio suo. In questa settima apparizione Estelle riceve pure un segreto che rivelerà a Leone XIII nell’udienza privata del 1900. Infine, le vengono mostrati dei fogli bianchi come segno che Estelle è chiamata a scrivere il racconto delle apparizioni per divulgare la gloria di Maria e di Gesù. E questo ci appare enormemente di conforto, pensando che forse con egual favore la Vergine possa guardare a quanto facciamo tutti noi, cari amici, voi e io, per tentare di divulgare la gloria della Madonna e lodare le meraviglie del Signore, chi scrivendo, chi trasmettendo dalla nostra cara Radio Maria, chi testimoniando sul lavoro, a scuola, in famiglia, chi anche solo donando una parola di conforto che possa avvicinare un’anima a Gesù attraverso Maria!

Prima del commiato, imbarazzata, la veggente vorrebbe chiedere una prova alla Madonna quale segno della veridicità della sua testimonianza, forse pensando a una fonte miracolosa, come a Lourdes, ma la Vergine, leggendole nel cuore, quasi la rimprovera dicendole: “Forse che la tua guarigione non è una delle prove più grandi della mia potenza? Sono venuta soprattutto per la conversione dei peccatori”. Ecco che si svela così il senso esplicito di queste apparizioni della Madre di Misericordia: Ella è venuta per chiamare a salvezza tutti i peccatori, ambasciatrice di Suo Figlio che per tutti i peccatori è morto in croce. 

Il 3 luglio l’apparizione è breve. La Madonna raccomanda a Estelle la calma del cuore e il riposo, dicendo di esser venuta solo “per concludere la festa”. La veggente non capisce a che cosa si riferisca, poiché la festa della Visitazione era stata il giorno prima. Poi il parroco le rivela che quel 3 luglio si festeggiava l’incoronazione solenne di Nostra Signora di Lourdes. Estelle comprende allora le parole della Vergine e ancor più si svela il legame tra Lourdes e Pellevoisin. Un legame attraverso le differenze. Poiché a Lourdes e a Pellevoisin la Madonna viene per i peccatori, ma mentre a Bernadette viene manisfestata la richiesta di far edificare un santuario, analogo desiderio non viene espresso a Estelle. Questo perché il messaggio della Madre di Misericordia riguarda il cuore dell’uomo: è esso chiamato alla guarigione, prima ancora che il corpo, e solo purificando l’anima attraverso le grazie di cui Maria è celeste sorgente si potrà edificare il vero santuario, ovvero un corpo e un’anima capaci di accogliere e custodire, rinnovati dall’amore di Dio, la comunione con Gesù e con Maria. Ecco dunque il vero santuario che viene richiesto dalla Madonna: lo spirito nuovo in grado di vivere nell’amore di Dio. Sarà questa la traccia del cammino di Maria a Pellevoisin, attraverso le numerose conversioni che faranno di tanti e tanti fedeli altrettanti santuari spirituali eretti a lode e onore di Gesù attraverso Maria!

Bisogna attendere sabato 9 settembre, alle tre di pomeriggio circa, per la 9^ apparizione. Nel corso della quale la Madonna rimprovera a Estelle di non aver saputo conservare la pace del cuore e la calma interiore che le aveva raccomandato nella sua ultima visita, il 3 luglio, ragion per cui si era privata da sé stessa della possibilità di avere apparizioni il 15 agosto e l’8 settembre. La veggente era infatti così ansiosa di rivedere la Madonna che era giunta persino a lasciare il castello dei conti per andare, notte tempo, a Pellevoisin, nella stanzetta della guarigione e attendere in preghiera la Vergine. Al che il Parroco le aveva proibito di fare quelle sortite notturne, temendo per la sua salute e per lo svolgersi dei piani divini. Rientrata nell’obbedienza, riconquistata la pace interiore, ecco che Estelle viene dunque premiata con questa nuova apparizione.

La Madonna aggiunge poi: “Da molto tempo i tesori di mio Figlio sono aperti: che preghino!”. Quindi le mostra uno scapolare del Sacro Cuore di Gesù che Ella stessa porta sul petto, dicendole: “Mi piace questa devozione. È qui che sarò onorata”.

Inizia qui il richiamo mariano alla devozione del Sacro Cuore, che appare alla veggente rosso fiammante, vivo, sormontato da una croce, con una piaga aperta da cui fuoriescono sangue e acqua. Da questo cuore giungono agli uomini quei tesori del divin Figlio di cui la Madonna ha parlato, ovvero le grazie celesti, i sacramenti e la Divina Eucaristia.

Il giorno successivo, 10 settembre, avviene la decima apparizione, la più breve di tutte, in cui la Madonna si limita a dire: “Che preghino, io mostro loro l’esempio”, indicando il mezzo per attingere i tesori di grazia messi a disposizione dal Figlio, cioè la preghiera, di cui Ella stessa si presenta modello per eccellenza, facendo capire a noi oggi che è importante sì pregare Maria, affinché interceda presso Suo Figlio, ma altrettando essenziale è pregare come Maria, prendendola cioè a esempio della preghiera di ringraziamento, di lode, di supplica, di offerta.

Si giunge così al 15 settembre, con l’11^ apparizione, nella quale la Vergine dice ad Estelle: “Terrò conto degli sforzi che hai fatto per esser calma; non è solo per te che lo chiedo, ma anche per la Chiesa e per la Francia. Nella Chiesa non c’è quella calma che io desidero”. Poi sospira dicendo: “C’è qualcosa...”. Estelle scriverà di aver compreso subito che si trattava di qualche discordia. Quindi la Vergine riprese: “Che preghino e che abbiano fiducia in me!”. Poi, fattasi triste: “E la Francia! Che cosa non ho fatto per essa! Quanti avvertimenti e tuttavia rifiuta ancora di ascoltare! Io non posso più trattenere mio Figlio! La Francia soffrirà. (...) Ho pagato in anticipo, tanto peggio per coloro che non vorranno crederti. Più tardi riconosceranno la verità delle mie parole”.

Emerge da queste parole la viva preoccupazione della Madonna per le sorti della Chiesa e della Francia, di cui la veggente riferirà a papa Leone XIII nell’udienza del 30 gennaio 1900. Dei pericoli della Chiesa abbiamo già parlato all’inizio, accennando al naturalismo, al razionalismo, all’anticlericalismo, al modernismo. E della Francia come nazione privilegiata pure abbiamo già detto, ricordando con quante apparizioni mariane sia stata benedetta! La Madonna va poi oltre e afferma di aver “pagato in anticipo”, alludendo alla sua partecipazione a quel riscatto dell’umanità compiuto da Cristo attraverso il suo Sangue preziossisimo. Emerge dunque il ruolo di corredentrice della Madonna, secondo quanto la “Signora di tutti i popoli” stessa avrebbe detto nel 1951 apparendo ad Amsterdam e chiedendo la proclamazione del nuovo dogma che la riconoscesse “Mediatrice, Avvocata, Corredentrice”.

La 12^ apparizione avviene l'1 novembre, festa di Tutti i Santi, e dunque occasione per celebrare Maria, Regina del Cielo e dunque Regina di tutti i Santi. È un'apparizione silenziosa, nel corso della quale lo sguardo della Madonna appare come in contemplazione del Figlio Risorto, mirando un punto accanto a Estelle, come a dire che Gesù è sempre accanto a noi, anche quando noi non lo vediamo, e Lei è qui proprio per condurci a Lui.

La 13^ apparizione, domenica 5 novembre, prepara il commiato. La Madonna dice a Estelle: “Ho scelto te! Ho scelto i piccoli e i deboli per la mia gloria. Coraggio, il tempo delle tue prove sta per cominciare!”. Maria appare di una bellezza strarodinaria, riverbero della grazia di cui è piena. Così bella che Estelle si sente indegna della missione affidatale. Ma la Vergine la rincuora: “Ho scelto te”. Ecco che emerge la predilezione e l’amore per i piccoli, che la Vergine stessa aveva cantato nel Magnificat dicendo: “Ha guardato l’umiltà della sua serva”. 

Nella 14^ apparizione, sabato 11 novembre 1876, la Madonna si presenta con le braccia distese e mostrando lo scapolare del Sacro Cuore, elemento che segna le ultime apparizioni a Estelle. La veggente offre un semplice scapolare confezionato con le sue mani e la Vergine mostra di gradirlo, invitando però la giovane a “confezionarne molti altri”, alludendo con questo non tanto alla confezione di scapolari materiali, quanto piuttosto alla diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù. 

Si giunge così all’ultima apparizione, la 15^, venerdì 8 dicembre 1876, festa dell'Immacolata Concezione. Scrive Estelle: “Ho rivisto la Santa Vergine e non la rivedrò più sulla terra. Me l’ha detto lei (...) Lei mi sarà vicino, io non la vedrò ma parlerà al mio cuore. (...) Poi mi disse: 'Figlia mia, ricordati delle mie parole'. In quel momendo le rividi tutte, in particolare queste:

- Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio

- Quello che mi affligge di più è la mancanza di rispetto per mio Figlio che si ha nella santa Comunione

- Io sono venuta soprattutto per la conversione dei peccatori

- I tesori di mio Figlio sono aperti: che preghino!

- (Mostrando lo scapolare del Sacro Cuore) Mi piace questa devozione

- Io ti ho scelta, io scelgo i piccoli e i deboli per la mia gloria

Aggiunse poi: 'Ripetile spesso: ti daranno forza e ti consoleranno nelle prove. Non mi rivedrai più'. Al che Estelle grida, affranta: “Che ne sarà di me senza di voi, mia buona mamma?”. E la Vergine le risponde: “Io sarò vicino a te in modo invisibile”. 

Quindi le mostra ancora una volta le braccia aperte, da cui cadono come una pioggia di grazia che la veggente riesce a scorgere: devozione, salvezza, fiducia, conversione... Poi la Madonna dice: “Queste grazie sono di mio Figlio. Io le prendo dal Suo Cuore. Lui non può rifiutarmele”.

Dopo averla invitata a presentare la devozione dello scapolare al vescovo, la Madonna scompare.

Santuario di Pellevoisin, targa

È un'apparizione riassuntiva dell’intero ciclo. Ben ci spiega perché la Vergine aveva dovuto far leggere la lettera di Estelle a suo Figlio: perché le grazie sono tutte sue. Ma appena la Madre domanda al Figlio di poterne dispensare alcuna su suoi fedeli, ecco che questi non può negarle nulla, come in fondo è accaduto all’inizio della vita pubblica di Gesù, quando si è visto “costretto” dall’amore per sua Madre a compiere il miracolo dell’acqua trasformata in vino a Cana. Maria può tutto sul cuore di Gesù perché è Lei stessa, Immacolata, in questo cuore, in una fusione d’amore che fa sì che Maria sia inseparabile da Gesù come – per usare le parole del Montfort – la luce dal sole. Per questo amore al Sacro Cuore di Gesù la Vergine stessa ne reca lo scapolare e ne incoraggia la devozione, cosa che troverà effettiva conferma nell'approvazione ufficiale di Leone XIII con decreto del 4 aprile 1900, che riconosce lo scapolare del Sacro Cuore con sul retro la Madonna “Madre tutta misericordiosa”. 

Animati dalla stessa fiducia di Estelle, chiediamo dunque a Maria di sentire la sua vicinanza anche quando ci pare di non scorgerla, certi che si farà sentire nel nostro cuore non appena avremo raggiunto l’intimità di preghiera che Ella desidera ci sia con Lei e con Suo Figlio. E a Maria chiediamo di guardare tutte le nostre necessità, rivolgendoci a Lei come dispensatrice misericordiosa delle grazie del Figlio, pregandola insieme con la preghiera tanto cara allo stesso Leone XIII e che ben riassume il messaggio di Pellevoisin:

Salve Regina,

Madre di Misericordia,

Vita, dolcezza e speranza nostra, salve!

A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva,

A te sospiriamo, gementi e piangenti, 

In questa valle di lacrime.

Orsù dunque, avvocata nostra,

Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi

E mostraci, dopo questo esilio, Gesù

Il frutto benedetto del tuo seno.

O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria