Non ti è lecito
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista (Mc 6, 25)
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. (Mc 6, 14-29)
I potenti come Erode, che possono fare tutto quello che vogliono, pensano di essere liberi. Invece Giovanni il battista rinchiuso in prigione potrebbe non sembrare libero. Ma la realtà è diversa: anche se il primo sembra libero in realtà è prigioniero della propria superbia. Infatti Erode, per non rinnegare la sua parola e affascinato dalla figlia di Erodìade, cede al desiderio della sua concubina di vedere ucciso Giovanni. Fare a meno di Dio non porta la libertà, ma la perdita di essa. Invece Giovanni il battista, nonostante sia in prigione e poi subisca il martirio, è libero. Libero di dire quello che vuole fino ad arrivare a riprendere il re Erode dicendo: "Non ti è lecito considerare tua moglie quella che è la moglie di tuo fratello". Così si realizza il detto: “Servire Dio è regnare”. Ricordalo quando la paura tenta di prendere il sopravvento sulle tue azioni e pensa alla libertà di cui ha goduto Giovanni il battista nonostante la persecuzione.