Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Cristo Re a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Non ti è lecito

Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista (Mc 6, 25)

 

Schegge di vangelo 04_02_2022 English Español

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. (Mc 6, 14-29)

I potenti come Erode, che possono fare tutto quello che vogliono, pensano di essere liberi. Invece Giovanni il battista rinchiuso in prigione potrebbe non sembrare libero. Ma la realtà è diversa: anche se il primo sembra libero in realtà è prigioniero della propria superbia. Infatti Erode, per non rinnegare la sua parola e affascinato dalla figlia di Erodìade, cede al desiderio della sua concubina di vedere ucciso Giovanni. Fare a meno di Dio non porta la libertà, ma la perdita di essa. Invece Giovanni il battista, nonostante sia in prigione e poi subisca il martirio, è libero. Libero di dire quello che vuole fino ad arrivare a riprendere il re Erode dicendo: "Non ti è lecito considerare tua moglie quella che è la moglie di tuo fratello". Così si realizza il detto: “Servire Dio è regnare”. Ricordalo quando la paura tenta di prendere il sopravvento sulle tue azioni e pensa alla libertà di cui ha goduto Giovanni il battista nonostante la persecuzione.