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PAPA IN MADAGASCAR

"Non manipolare il Vangelo con tristi riduzionismi"

Guardare all'altro come ad un fratello. Non manipolare il Vangelo con tristi riduzionismi, rifuggendo da ogni integralismo. Sono le due lezioni di Papa Francesco sul Vangelo secondo Luca di ieri, ad Antananarivo in Madagascar. E in vista alla Città dell'Amicizia esorta a vivere "una fede viva, impegnata, che sia tradotta in azioni concrete. 

Ecclesia 09_09_2019
La Messa del Papa ad Antananarivo (Madagascar)

Il realismo cristiano come strumento per affrontare le grandi sfide a cui è chiamato il Paese. Questa è la 'ricetta' che il papa ha fornito al popolo malgascio durante l'omelia della messa celebrata nel campo diocesano di Soamandrakizay ad Antananarivo. "Camminare al seguito di Gesù - ha detto Francesco - non è molto riposante" perchè è un impegno che richiede delle esigenze.

Alla luce della lettura del Vangelo di Luca di ieri, egli le ha ricordate: guardare all'altro come ad un fratello a prescindere dalla provenienza familiare, senza cadere nella tentazione di credere che "l’appartenenza a un determinato gruppo, a un clan o una cultura particolare" possa diventare "la chiave decisiva e determinante di tutto ciò che è giusto e buono", finendo per "giustificare e persino 'consacrare' alcuni comportamenti che portano alla cultura del privilegio e dell’esclusione". L'altra "esigenza del Maestro - ha detto il pontefice -  ci incoraggia a non manipolare il Vangelo con tristi riduzionismi, bensì a costruire la storia in fraternità e solidarietà". Un concetto ribadito con la citazione di alcuni passaggi sul dialogo e sulla collaborazione tratti dal Documento di Abu Dhabi e l'attacco ai fondamentalismi, definite "dottrine incapaci di vedere crescere insieme grano e zizzania nell’attesa del padrone della messe". Commentando la lettura evangelica del giorno, Francesco ha infine invitato a non giustificare sempre se stessi e seguire il Signore nella liberazione di "una delle peggiori schiavitù: il vivere per se stessi". Facendo sì che Dio sia "centro e cardine della nostra vita" è possibile "combattere tutte quelle idolatrie che ci portano a focalizzare la nostra attenzione sulle ingannevoli sicurezze del potere, della carriera e del denaro e sulla ricerca di glorie umane", ha chiosato il pontefice.

Dopo la messa, la visita alla Città dell'Amicizia, progetto creato dall'argentino padre Pedro Opeka dove si assistono i poveri e dove possono trovare un lavoro dignitoso. Ai venticinque mila abitanti dei villaggi dell'opera umanitaria, Francesco ha detto che la povertà non è una fatalità ed ha spiegato che "Akamasoa (il nome dell'associazione in lingua malgascia) è l’espressione della presenza di Dio in mezzo al suo popolo povero; non una presenza sporadica, occasionale: è la presenza di un Dio che ha deciso di vivere e rimanere sempre in mezzo al suo popolo”. La Città dell'Amicizia, al suo 30esimo anno di vita, è il risultato di "una fede viva che si è tradotta in azioni concrete capaci di spostare le montagne", ha osservato Bergoglio. L'ultimo appuntamento della domenica è stato l'incontro con il clero nel Collège Saint Michel dove il Santo Padre, al suo terzo giorni ad Antananarivo, ha definito quella del Madagascar come "una Chiesa viva, impegnata, che cerca ogni giorno di essere presenza del Signore". Ha ringraziato i consacrati per l'apostolato che svolgono nell'isola nonostante spesso abbiano a che fare con difficoltà economiche rilevanti e ha raccomandato loro di non perdere mai il contatto con il popolo.

Non perdersi in discussioni, ma agire: questo il 'succo' del discorso che il pontefice ha rivolto ai religiosi e ai seminaristi presenti nel Collège, esortandoli a "promuovere tutto ciò che fa crescere, maturare e fruttificare il Popolo di Dio piuttosto che inorgoglirci di un certo ‘reddito’ pastorale facile, veloce ma effimero”. Come evangelizzatori non si vince agendo in nome di se stessi, ma solo in nome di Gesù, accompagnando con la preghiera l'aiuto ai poveri, agli oppressi, ai malati e ai più vulnerabili. La povertà evangelica, ha commentato il papa, è il rimedio migliore per non perdere la gioia missionaria ed evitare di diventare "professionisti del sacro". Al termine di quest'ultimo impegno, Francesco ha incontrato in forma privata i gesuiti locali con i quali, come di consueto in occasione delle visite apostoliche, ha avuto un colloquio i cui contenuti saranno pubblicati probabilmente nel prossimo numero del La Civiltà Cattolica. Oggi il papa si sposterà nelle isole Mauritius e farà ritorno ad Antananarivo in serata. Dalla capitale del Madagascar, infine, prenderà il volo che lo riporterà a Roma domani mattina.