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UNIONI GAY

No alla Cirinnà Le Sentinelle tornano in piazza

La famiglia ha in Italia una sua piccola legione composta da sentinelle che la presidiano per difenderla. Forse saranno poche queste sentinelle e con risicati mezzi materiali, ma sono forti delle loro armi culturali e spirituali. Tra queste ci sono le Sentinelle in Piedi che chiamano a raccolta tutti, per scendere in piazza nei prossimi giorni a difesa della famiglia e contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili.

Famiglia 11_01_2016
Le Sentinelle in Piedi tornano in piazza

La famiglia ha in Italia una sua piccola legione composta da sentinelle che la presidiano per difenderla. Forse saranno poche queste sentinelle e con risicati mezzi materiali, ma sono forti delle loro armi culturali e spirituali. Tra queste ci sono le Sentinelle in Piedi che chiamano a raccolta tutti i signor Rossi d’Italia per scendere in piazza nei prossimi giorni a difesa della famiglia e contro il disegno di legge Cirinnà sulle Unioni civili che approderà al Senato il prossimo 26 gennaio.

In occasione di questa mobilitazione che interesserà l’intero stivale le Sentinelle di Milano hanno diramato un comunicato stampa che è un’ottima sintesi dei punti programmatici che dovrebbe animare l’azione di tutti gli innamorati del matrimonio e della famiglia. «Il ddl Cirinnà di civile non ha nulla», spiega il comunicato, «dal momento che è strutturato per delegittimare e disintegrare la cellula fondamentale della nostra società, ovvero la famiglia. Questo testo viene presentato come uno strumento necessario a garantire dei diritti ad una supposta categoria di persone discriminate per il loro orientamento sessuale». 

Le Sentinelle in Piedi mettono da subito il dito nella piaga. Da parecchio, infatti, si sente dire che riconoscere alcuni diritti alle persone omosessuali non toglie nulla agli altri. Ma in realtà se si introduce nel nostro ordinamento un falso matrimonio, cioè l’omo-matrimonio, anche il vero e unico matrimonio riconosciuto dal diritto naturale e dallo Stato ne uscirà danneggiato. Infatti, sarà come far circolare moneta falsa: anche i soldi buoni non verranno più presi per tali. Parafrasando Thomas Gresham, potremmo dire che la moneta falsa scaccerà quella buona. In altre parole se “matrimonio” è qualsiasi rapporto affettivo tra due persone, allora il matrimonio non esiste più. 

É come dire che per giocare a calcio basta una palla. In tal modo “calcio” è anche basket, tennis, pallamano, pallanuoto, baseball, football e altri sport che nulla hanno a che vedere con il calcio. Il gioco del calcio, avendo perso le proprie peculiarità perché saccheggiate da altri sport, sparirà proprio perché tutto sarà “calcio”. E così le Unioni civili non avranno esteso l’ambito di applicazione del diritto matrimoniale, ma avranno eliminato il matrimonio.

Il comunicato così prosegue: «Il matrimonio in Italia è consentito a tutti, non è precluso a nessuno (purché maggiorenni e non già sposati chiaramente), ed è fondato sull’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna.  Istituire un’unione tra due uomini o due donne ed equipararla al matrimonio non significa dunque estendere un diritto a chi non ce l’ha, significa invece ridefinire il matrimonio che, a questo punto, non sarebbe più fondato sulla complementarietà sessuale e la potenzialità generativa bensì su una “preferenza” sessuale o, come va di moda dire ultimamente, “sull’amore” inteso unicamente come sentimento ed emozione».  

«Ma il matrimonio», prosegue la nota, «non ha nulla a che fare con il sentimento, la parola “amore” non si trova negli articoli del Codice Civile poiché la disciplina del matrimonio parla di diritti e di doveri fra marito e moglie e nei confronti dei figli, parla di obbligo reciproco alla fedeltà, di assistenza morale e materiale, di fissare l’indirizzo della vita famigliare. Il sentimento non ha nulla a che fare con la disciplina giuridica del matrimonio, da millenni fondato sulla complementarietà uomo donna: l’unica capace in potenza di generare». 

Il ddl Cirinnà appare dunque, prima di qualsiasi altra considerazione di carattere morale, antigiuridico perché pretende di fondare un istituto giuridico sul mero affetto, che per l’ordinamento giuridico di qualsiasi Stato è solo flatus vocis. Perché ciò che importa a una Nazione è il fatto che il rapporto tra due persone possa mettere al mondo altri cittadini – capacità preclusa alle coppie omo – educarli al bene comune – e i bambini per crescere in modo sanno hanno bisogno di un papà e di una mamma – e sia stabile nel tempo garantendo così stabilità a tutta la società – ed invece le relazioni omosessuali sono più precarie di quelle etero.

Il comunicato delle Sentinelle in Piedi continua ricordando che se il disegno di legge Cirinnà diventerà legge allora prima o poi avremo anche la stepchild adoption – la possibilità che un partner adotti il figlio dell’altro partner. E avuta la stepchild adoption ci dovremo ingollare anche l’utero in affitto. Il descensus ad inferos è assicurato. Le Sentinelle alla fine chiamano a raccolta tutti sotto lo slogan che nessuna mediazione è possibile sulla famiglia: «bisogna scendere in piazza. Se il ddl Cirinnà, come abbiamo detto, disintegra la società partendo dalla famiglia, la società intera è chiamata a dire no ed è chiamata a farlo nello spazio pubblico poiché questa legge riguarda chiunque sia figlio, fratello, padre, madre, amico. […] Da Nord a Sud il popolo è pronto per mobilitarsi a difesa dell’uomo poiché, pur non avendo mezzi di comunicazione a disposizione, ci restano il nostro corpo, la nostra faccia, quello che siamo, la nostra storia e il nostro amore per l’uomo e per il Bene Comune. Nessuna mediazione è possibile e partendo da questa certezza siamo pronti a una grande manifestazione a Roma, ma nell’attesa non restiamo a guardare: da Nord a Sud vegliamo nelle piazze italiane, lì dove viviamo, abitiamo, dove siamo chiamati a svegliare le coscienze. Prima dell'inizio della discussione al Senato, e in particolare il 23 e 24 gennaio, invaderemo le piazze delle nostre città».

Queste le località e le date dove vegliare in silenzio:

Verbania sabato 23 gennaio piazza Ranzoni ore 16

Trieste sabato 23 gennaio piazza della Repubblica ore 17

Brescia sabato 23 gennaio piazza Vittoria ore 16.30

Cesena sabato 23 gennaio piazza del Popolo ore 16.30

Catania sabato 23 gennaio piazza Università ore 18

Bergamo sabato 23 gennaio Sentierone ore 16

Siena sabato 23 gennaio piazza del Campo ore 17

Viterbo sabato 23 gennaio piazza del Plebiscito ore 18.30

Biella domenica 24 gennaio via Italia (angolo Battistero) ore 16

Modena domenica 24 gennaio piazza Mazzini ore 16.30

Salo’ (BS) domenica 24 gennaio piazza Serenissima ore 15.30

Milano (data e piazza da confermare)