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CONSULTAZIONI

Nessun governo possibile. Legislatura già al capolinea

Come era ampiamente prevedibile, il giro di consultazioni si è concluso ieri senza alcun accordo. Il Centrodestra unito non ha i numeri. Il M5S non ha alleati. Gli unici favorevoli alle larghe intese, Forza Italia e Pd sono in minoranza. E quindi? Fine della legislatura. Un governo "di servizio" o il voto anticipato: questo è il nostro futuro.

Politica 08_05_2018
Centrodestra

Com'era chiaro e prevedibile fin dall'inizio, il tentativo di Sergio Mattarella di provare a dar vita a un governo stabile e duraturo è fallito. La legislatura potrà considerarsi mai nata, anche perché i lavori delle due Camere non sono mai partiti realmente. Se ne riparlerà dopo le prossime elezioni politiche anticipate, che potrebbero svolgersi già a luglio o al massimo in autunno.

L'incerto esito del voto del 4 marzo, nel combinato disposto con una legge elettorale scellerata, ha prodotto uno stallo durato già due mesi e  che ormai potrà avere solo uno sbocco: lo scioglimento anticipato delle Camere e la convocazione di nuove elezioni. Mattarella probabilmente darà vita a un esecutivo tecnico di tregua, che ben difficilmente potrà ottenere la fiducia in Parlamento e che dunque si limiterà a condurre il Paese al nuovo appuntamento con le urne. Mattarella avrebbe lasciato volentieri in carica lo stesso governo Gentiloni, ma considerato il fatto che l'attuale Premier potrebbe essere candidato per Palazzo Chigi dall'intera coalizione di centrosinistra, l'imbarazzo sarebbe stato eccessivo.

Ma come si è arrivati a questo epilogo? Ieri il Capo dello Stato ha ricevuto al mattino le delegazioni delle maggiori forze politiche. I 5 Stelle hanno ribadito l'indisponibilità ad appoggiare governi tecnici e la volontà di sottoscrivere un accordo di governo con la Lega (ma senza Forza Italia), individuando un premier terzo (né Matteo Salvini né Luigi Di Maio). La Lega, però, ha rifiutato l'offerta e, presentandosi unita con Forza Italia e Fratelli d'Italia al confronto con Mattarella, ha confermato di non volersi separare da Berlusconi. Salvini ha chiesto al Quirinale di affidargli l'incarico, ma senza precisare quale maggioranza potrebbe eventualmente appoggiare un suo esecutivo ("Un governo di centrodestra che cerchi i voti in Parlamento", ha dichiarato il leader del Carroccio). Dunque la Lega, al pari del Movimento 5 Stelle , ha detto no a un esecutivo del Presidente o tecnico o di tregua, che quindi non potrà ottenere la fiducia in Parlamento, stanti gli attuali rapporti di forza. Chi invece si è detto disposto ad appoggiare anche un governo non politico, pur di non tornare subito alle urne, è Forza Italia, casualmente (ma non troppo) allineata al Pd, altro partito disponibile ad assecondare ogni sforzo costruttivo del Presidente della Repubblica. Ma azzurri e dem insieme, pur con l'eventuale appoggio del Gruppo Misto e di Leu, non avrebbero comunque i numeri per sostenere governi che volessero fare a meno di Lega e Cinque Stelle. Ecco perché questi ultimi due partiti,premiati dagli elettori con ampi consensi il 4 marzo, hanno proposto al Capo dello Stato addirittura la data dell'8 luglio per le nuove elezioni anticipate, lasciando al Quirinale la massima libertà nel decidere quale governo debba gestire questi mesi preparatori al nuovo appuntamento con le urne.

Salvini e Di Maio hanno tutto l'interesse di tornare a votare in tempi brevi per rafforzarsi, ciascuno nel proprio bacino elettorale. Il leader della Lega punta a svuotare Forza Italia, a fare incetta di collegi uninominali e a lanciare l'opa sul centrodestra, ridimensionando forse definitivamente l'incandidabile Silvio Berlusconi. Di Maio, in caso di rapidissimo ritorno alle urne, potrebbe aggirare il vincolo statutario pentastellato dei due mandati e riproporsi quale candidato premier, pur con qualche mugugno all'interno del suo movimento.  A uscire invece con le ossa rotte dal "ballottaggio" che si terrà quasi sicuramente tra qualche mese potrebbero essere forzisti e democratici, che scontano il declino dei loro leader Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e l'erosione progressiva dei loro consensi da parte di Cinque Stelle e Lega. Fratelli d'Italia nei sondaggi sembra tenere, mentre tutte le altre forze minori, da Liberi e Uguali ai centristi, tremano perché si sentono a rischio estinzione, tanto più che difficilmente riusciranno in breve tempo a raccogliere le firme e ad adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla legge per presentarsi alla prossima competizione elettorale.

Rimane l'incognita di un nuovo voto al buio, con una legge elettorale che non favorisce la governabilità e rischia di riprodurre lo stallo attuale, proprio in un anno in cui in Europa l'Italia dovrebbe far sentire la sua voce in materia economico-finanziaria e di immigrazione. Lo ha detto chiaro e tondo lo stesso Mattarella: "I partiti, in mancanza di accordi, consentano che nasca un governo neutrale, di servizio. Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza, quel governo si dimetterebbe per far posto a un governo politico. Qualora non si formasse questa maggioranza, il governo neutrale si concluderà a dicembre, per poi andare al voto. L'altra ipotesi è un voto anticipato, ma si è sempre evitato di votare in estate. Si potrebbe fissare il voto in autunno, con la preoccupazione di non avere il tempo di elaborare e approvare la manovra finanziaria. Va considerato anche il rischio ulteriore della speculazione finanziaria sui mercati internazionali. E anche che, a legge elettorale invariata, si riproduca la stessa attuale situazione". Parole improntate a grande saggezza ed equilibrio quelle di Mattarella, ma ormai Lega e Cinque Stelle premono per votare a luglio. Chi la spunterà?