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TESTIMONI

Nelle periferie dell'umano: qui c'è posto per noi

Puoi contare a una a una le imprese e le sorprese di Dio. Basta graffiare appena la corteccia della realtà. Basta un po’ di pazienza per accogliere e ascoltare il grido delle persone. Basta bussare alle porte o suonare i campanelli: le pagine del libro della vita scorrono l’una dopo l’altra. Quali strade percorre la Grazia? La droga, la disperazione, i desideri del cuore, l’attesa di un figlio...

Editoriali 09_11_2014
La Chiesa esce in periferia

Puoi contare a una a una le imprese e le sorprese di Dio. Basta graffiare appena la corteccia della realtà. Basta un po’ di pazienza per accogliere e ascoltare il grido delle persone. Basta bussare alle porte o suonare i campanelli: le pagine del libro della vita scorrono l’una dopo l’altra. 

Due famiglie nuove pare non aspettino altro se non la visita del sacerdote, espressamente richiesta e prenotata; presentano tutta l’anagrafe familiare e raccontano, raccontano. L’una è partecipe della vita della Chiesa, l’altra si dichiara totalmente estranea e dice la gioia di incontrare un prete e il desiderio di “venire a vedere la Chiesa”: non solo fuori, ma anche dentro! Altrove un uomo straniero socchiude la porta con diffidenza e domanda: «Che cosa vuoi, di che cosa vuoi parlare?». Incontrarti, conoscerti, conoscersi insieme. Lì sulla soglia racconta di Gesù ritrovato al di fuori di ogni chiesa e di ogni religione; l’ha visto appeso in croce, l’ha riconosciuto limpido nelle pagine del Vangelo; ora, uomo peccatore, invoca il perdono. Quali strade percorre dunque la Grazia? La droga, la disperazione, l’intelligenza, la profondità del cuore, la serietà di fronte alla vita, l’attesa di un figlio. Dopo mezz’ora di dialogo sul pianerottolo, mi congeda con la promessa e il desiderio di poter continuare a parlare, quando e come accadrà. 

Di là, due anziane donne abitano dirimpetto l’una con l’altra ma non sembrano aver occasione di incontrarsi e di farsi compagnia. Una di esse mi accoglie con particolare loquacità, e commenta ilare e compiaciuta il suo proprio nome che corrisponde a una delle sale in cui il Papa fa i ricevimenti di cartello. All’altro ingresso un cane mi assalta («Ma è buono!», dice la padrona) e insistendo ad abbaiare rende impossibile la chiacchierata che la donna ha intrapreso fiduciosa. Più in là mi consola una famigliola con i due bambini quieti quieti. 

Così, a saltelli, è ripreso il nuovo giro di casa in casa, dove abita “l’altra parrocchia”, quella zona umana che non si considera parrocchia e quella dove incontri fedeli e infedeli, gente nota e ignota, amici ed estranei. Chissà cosa potrà accadere di giorno in giorno, di sorpresa in sorpresa. 

La Chiesa in uscita incontra il mondo: la donna divorziata, il giovane istruttore di ballo, il “cattolico” che non accetta di pregare e non lo permette neanche al prete. Quante facce ci sono al mondo, quante libertà camminano, quante strade si aprono, quante domande urgono? Con quale audacia il Signore ci manda in giro per strade e case? Con quale cuore Dio ama il mondo?

 

 

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