Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
Svipop
a cura di Riccardo Cascioli
Spose bambine

Nelle Filippine una legge adesso proibisce i matrimoni precoci

La legge approvata in via definitiva dal Senato eleva a 18 anni l’età minima per il matrimonio e  servirà a tutelare i diritti delle bambine e delle adolescenti

Svipop 19_11_2020

Il 9 novembre il Senato delle Filippine ha approvato definitivamente e all’unanimità il disegno di legge “Bambine non spose” il cui iter era iniziato lo scorso marzo e che eleva a 18 anni l’età minima per sposarsi. Le Filippine sono 12esime nella classifica dei paesi con più matrimoni infantili. Secondo dati governativi una donna su sei si sposa prima di compiere 18 anni, anche a 10 o 11 anni soltanto. Tradizioni culturali e altri fattori sociali, come ad esempio la povertà, sono all’origine del fenomeno una conseguenza del quale è quasi sempre l’abbandono scolastico. La Chiesa ha accolto con molta gioia la notizia. “Il matrimonio infantile è una triste realtà che disumanizza, sfrutta e abusa le ragazze. Accogliamo con favore il nuovo disegno di legge che vieta i matrimoni precoci, elogiandone la tempestiva approvazione – ha commentato per l'Agenzia di stampa Fides monsignor Rex Andrew Alarcon, vescovo di Daet e Presidente della Commissione episcopale sulla gioventù – il desiderio di proteggere bambini, ragazzi e ragazze, la loro dignità e i loro diritti e l'obiettivo di salvaguardare il matrimonio e la famiglia, sono elementi cruciali e necessari per lo sviluppo autentico e armonioso della società”. La parlamentare Rosa Hontiveros ha dato voce alla soddisfazione dei parlamentari: “oggi diamo alle nostre ragazze la possibilità di sognare, la possibilità di definire il loro futuro secondo i loro desideri, difendiamo il loro diritto di continuare in un percorso di istruzione e di decidere da adulte quando sono pronte per iniziare a creare una famiglia” ha detto. Fides ha rimportato anche le osservazioni del missionario cattolico Shay Cullne, direttore della fondazione “Preda” impegnata nella tutela dei diritti dei bambini: “nelle Filippine – ha spiedato – spesso la cosiddetta ‘unione matrimoniale’ è solo un mezzo per giustificare la pedofilia; le ragazze sono usate come schiave sessuali, abusate da partner adulti che spesso pagano le famiglie di origine. Pochi coraggiosi denunciano gli abusi sessuali su minori. Quei presunti matrimoni servono solo a coprire il crimine della pedofilia. Speriamo che questa legge aiuti a estirpare questo cancro”.