Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico
ITINERARI DI FEDE

Nell'abbazia l'impronta della scarpa del pellegrino

L’abbazia di San Pietro di Villanova (Verona) ha origini molto antiche, risalenti probabilmente all’Alto Medioevo. L’attuale costruzione romanica fu, infatti, opera dell’abate Uberto de Conti nel 1131. Da allora la chiesa subì alcuni passaggi di mano e conseguenti rifacimenti in linea con gli stili e i gusti delle diverse epoche.  

Cultura 25_07_2015
L'abbazia di San Pietro di Villanova

L’abbazia di San Pietro di Villanova ha origini molto antiche, risalenti probabilmente all’Alto Medioevo. Un tempietto cristiano esisteva già nell’VIII secolo ma fu distrutto dal devastante terremoto del 1117. Notizie documentarie legate all’abbazia si registrano dal XII secolo: l’attuale costruzione romanica fu, infatti, opera dell’abate Uberto de Conti di San Bonifacio nel 1131. Da allora la chiesa subì alcuni passaggi di mano e conseguenti rifacimenti eseguiti in linea con gli stili e i gusti delle diverse epoche.  

I grossi blocchi di pietra dell’esterno dell’edificio gli conferiscono un aspetto piuttosto rustico. Il tufo che predomina nel registro inferiore della facciata, tripartita da pilastri culminanti in stemmi dell’ordine olivetano, si alterna con il cotto nella parte superiore in cui si apre un rosone gotico, ormai cieco. Sull’architrave è scolpita una misteriosa sequenza di consonanti che nessuno ha ancora decifrato. L’interno è suddiviso in navate che confluiscono, verso oriente, in tre absidi. Le volte a vela aggiunte dagli Olivetani, cui l’abbazia venne affidata dal 1562, rivestono l’antica copertura a capriate. Le navate sono separate da pilastri e colonne di marmo, sormontate da archi a tutto sesto su capitelli di diversa fattura. Tra il Sei e il Settecento in corrispondenza dei pilastri vennero aggiunte otto statue barocche di angeli reggenti una cornucopia.

Sulla parete della navata di destra si ammirano ancora affreschi di scuola tardo giottesca con storie della vita di San Benedetto. Il ciclo pittorico, attribuito a Martino e Jacopo da Verona, è suddiviso in tre registri per un totale di diciotto episodi ispirati alla biografia che del Santo scrisse nei suoi Dialoghi il Papa benedettino S. Gregorio Magno. Sul fondo dell’abside centrale, sotto l’affresco settecentesco con la Gloria di San Benedetto, è collocata l’ancona lapidea di San Pietro, pregevole opera del primo decennio del XV secolo di autore ignoto. Sopra uno zoccolo decorato a fogliami, racchiuse in cinque nicchie, trovano posto San Pietro, seduto sul trono, affiancato dai SS. Nicola di Bari e +Andrea, da una parte, San Paolo e San Benedetto dall’altra. Nel riquadro centrale una Crocefissione è inserita tra scene della vita di San Pietro e di Sant’Agata, contitolare dell’abbazia.

Il presbiterio è sopraelevato dalla sottostante cripta, uno dei più armoniosi e suggestivi ambienti ipogei romanici di tutto il Veneto, suddivisa in cinque navate da colonne reggenti arcate a conci di tufo. Dalla navata di destra parte un piccolo corridoio che doveva facilitare l’ingresso dei monaci dal monastero alla cripta, che per loro fungeva da chiesa invernale. L’abbazia di Villanova fu nel Medioevo meta di pellegrinaggio, tappa di riposo e di preghiera tra Verona e Vicenza, come documenta un’incisione schematica che si ripete sui pilastri della navata della chiesa, raffigurante la pianta di una scarpa. É il simbolo del pellegrino.