Nel Cimitero Teutonico nulla che riguardi la Orlandi
L'11 luglio i riflettori dei media nazionali e internazionali si sono accesi sul piccolo Campo Santo Teutonico. Riaperte le tombe di due principesse tedesche del XIX secolo, dopo una segnalazione anonima sulla sepoltura presunta di Emanuela Orlandi (sparita nel 1983), ma non sono state trovate ossa. E riparte il giro delle illazioni anti-Vaticano.
L'11 luglio i riflettori dei media nazionali ed internazionali si sono accesi sul piccolo Campo Santo Teutonico, sito all'interno delle mura leonine, per seguire le operazioni di apertura delle tombe delle principesse Carlotta Federica di Meclemburgo-Schwerin e Sophie von Hohenlohe, morte rispettivamente nel 1840 e nel 1836. I due simulacri erano stati indicati come il possibile luogo di sepoltura di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa a Roma nel 1983, in una segnalazione anonima pervenuta al fratello Pietro. Acconsentendo alla richiesta dell'avvocato di quest'ultimo, l'Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano ne aveva autorizzato l'apertura. Come ha scritto Andrea Tornielli, direttore del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, nel suo editoriale su Vatican News, "l’indagine ha avuto un (prevedibile) esito negativo". Nelle tombe, infatti, non sono stati trovati i resti di Emanuela Orlandi.
L'attenzione dell'opinione pubblica, però, si è concentrata sul mancato ritrovamento delle ossa delle due principesse. L'ispezione dello staff di tecnici, avvenuta alla presenza di un perito di fiducia di Pietro Orlandi, ha accertato come all'interno dei simulacri non ci fosse traccia né di urne, né di bare. Su questa circostanza, come spiegato dal direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, "sono in corso verifiche documentali riguardanti gli interventi strutturali avvenuti nell’area del Campo Santo Teutonico, in una prima fase alla fine dell’Ottocento, e in una seconda più recente fase tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso". In attesa dell'esito degli accertamenti predisposti dal Vaticano, vale la pena far presente che negli anni '60 - come segnalato nel sito ufficiale stesso del luogo - l'area del Campo Santo Teutonico è stata teatro di operazioni di traslazione di salme: basti pensare ai resti umani fino ad allora sepolti all'interno della vicina chiesa di Santa Maria della Pietà e spostati - presumibilmente - nel terreno del cimitero.
Non è impossibile pensare che la mancata presenza delle ossa delle due principesse possa essere legata a questi lavori che hanno interessato l'area anche sottoterra. Inoltre, anche a partire dal 2008 e per tutto il 2009 il cimitero è tornato ad essere "un cantiere" a seguito delle operazioni di restauro e di pulizia realizzate dagli studenti della Munich Technical School for Stonemasons. L'intero complesso (chiesa, cimitero e collegio) sorge su suolo italiano ma gode dello status di extraterritorialità a favore della Santa Sede, come fosse una sede diplomatica (del 'defunto' Sacro Romano Impero, riportano alcune fonti tedesche).
In diverse ricostruzioni degli organi di stampa successive al completamento dell'ispezione dell'11 luglio si è cercato di presentare il mancato ritrovamento delle ossa delle due nobildonne come l'ennesimo capitolo del mistero sulla sorte di Emanuela Orlandi, alludendo ancora una volta ad un presunto coinvolgimento del Vaticano. In realtà, alla luce del caso Orlandi l'unico dato oggettivo dell'apertura delle due tombe è l'evidenza che al loro interno non ci fosse nulla di riconducibile alla quindicenne scomparsa 36 anni fa. Alla luce di ciò, la segnalazione che invitava a cercare "dove indica l'angelo" potrebbe apparire la trovata di un mitomane o un tentativo di depistaggio, in ogni caso l'ennesimo affronto alla speranza e al dolore dei familiari della cittadina vaticana. Nel suo editoriale, Tornielli ha spiegato che, essendo anonima, è stato "impossibile alla Magistratura vaticana verificarne previamente il grado di attendibilità". Proprio su questo punto, la Santa Sede, ribadendo la sua vicinanza nei confronti della famiglia Orlandi, ci ha tenuto a rivendicare la propria disponibilità a collaborare, dimostrata dalla decisione di autorizzare l'apertura.
Più il tempo passa, più si comprende la determinazione con cui i congiunti si dedicano a sondare qualsiasi informazione emergente sul caso, magari nella speranza che chi sa qualcosa, invecchiando, voglia togliersi un peso dalla coscienza. Meno si comprende, invece, l'atteggiamento di chi continua ancora oggi ad intorbidire le acque di una vicenda già abbastanza oscura e dolorosa inventando pseudo-rivelazioni decisive o fabbricando documenti palesemente falsi, molto spesso con l'intento di accreditare una presunta colpevolezza del Vaticano. Inoltre, chissà se questo nuovo nulla di fatto consiglierà agli operatori dell'informazione di trattare la questione, che attira l'interesse di migliaia di persone in tutto il mondo come si è visto dalla diffusione mondiale della notizia dell'apertura dei due simulacri delle principesse tedesche, con meno sensazionalismo, specialmente nel rispetto della ricerca della verità condotta dai familiari.