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Natività di san Giovanni Battista

La tradizione fissa ad Ain Karem la nascita del Precursore, il primo segno pubblico dell’inizio dei tempi messianici

Santo del giorno 24_06_2023 English Español

«Che sarà mai questo bambino?» (Lc 1, 66). San Giovanni Battista è l’unica creatura, insieme naturalmente a Maria Santissima, di cui la Chiesa celebra solennemente la natività, che cade sei mesi prima della nascita terrena di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. La nascita del Precursore, che la tradizione fissa ad Ain Karem, è il primo segno pubblico dell’inizio dei tempi messianici, preceduto dal suo miracoloso concepimento attraverso la sterile Elisabetta e prima ancora dall’annuncio dell’arcangelo Gabriele all’incredulo Zaccaria. Già nel nome Giovanni, «Dio ha avuto misericordia» - il cui pieno significato si rivelerà con la vita, morte e risurrezione di Gesù, «Dio è salvezza» - è racchiusa la sua missione di «preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1, 17): queste furono le parole usate dallo stesso arcangelo davanti a Zaccaria, che riacquisterà la voce ed eleverà il Benedictus proprio dopo aver imposto al figlio (all’ottavo giorno, cioè all’atto della circoncisione) il nome che gli era stato comandato dalla volontà celeste.

Come insegnano i Padri della Chiesa, Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale e santificato già durante la Visitazione di Maria a Elisabetta, sussultando nel grembo materno al saluto della Vergine, che dentro di sé custodiva il Signore. Non per nulla san Gabriele aveva annunciato a Zaccaria: «Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» (Lc 1, 15). Così piacque alla Provvidenza per l’uomo chiamato a essere il profeta dell’Altissimo, colui che - rivestito dello spirito di Elia - ha preparato le strade a Gesù predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. La sua attività pubblica iniziò verso il 27-28 d.C., in base alla dettagliata cornice storica e religiosa fornita dall’evangelista Luca (Lc 3, 1-3). Attraverso il suo ministero, che cominciò dopo aver fortificato lo spirito in regioni deserte vivendo in preghiera e penitenza, divenne l’anello di congiunzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento.

Il Battista fu l’ultimo e il più grande dei profeti, perché fu l’unico che poté additare il Messia: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29). Quel Messia era proprio Gesù, sul quale Giovanni, al momento del Battesimo nel Giordano, vide scendere e rimanere lo Spirito Santo, secondo il segno che gli era stato preannunciato dal Cielo per riconoscere colui che doveva venire: «E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio». Il santo, che di sé aveva detto di essere voce di uno che grida nel deserto (rievocazione di una profezia di Isaia sul Precursore), testimoniò dunque la divinità di Gesù, affermando con letizia e umiltà che la propria missione aveva raggiunto il suo culmine e che era arrivato il tempo dello Sposo: «Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire». A sua volta Gesù gli rese testimonianza, chiamandolo «più che un profeta» e proclamandone la grandezza: «Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni».

La celebrazione della nascita di san Giovanni Battista al 24 giugno ha origini antichissime, come testimonia tra gli altri sant’Agostino (354-430). La sua nascita, sulla base del racconto evangelico e dei rinvenimenti archeologici, si ricollega alla piena plausibilità storica della data del Natale al 25 dicembre. In un suo discorso in occasione della solennità, così disse il santo vescovo di Ippona in riferimento al ruolo del Battista nella storia della salvezza: «Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella Passione di Gesù. Se Giovanni avesse annunziato sé stesso non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: Chi sei tu? (Gv 1, 19). E rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: In principio era il Verbo (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po’ di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio».

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