Muore Bernard Nathanson, campione della vita
Si vantò di avere procurato 75mila aborti, ma la fede cattolica lo ha fatto rinascere. In Italia è appena uscito il suo vecchio libro Aborting America.
È scomparso lunedì, all’età di quasi 85 anni, Bernard N. Nathanson, il medico americano già campione dell’aborto (si era vantato di essere stato responsabile, diretto o indiretto, di 75mila aborti) e poi protagonista di una clamorosa, famosa conversione che lo ha portato sul versante opposto, alla cultura della vita e al cattolicesimo.
Newyorkese di origini ebraiche, ateo professo e alfiere della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, al cui cuore si rivelò presto esservi proprio la controcultura abortista, Nathanson fu tra chi fece di più per costruire l’atmosfera in cui alla fine, nel 1973, maturò, la legalizzazione dell’aborto americano, costata fino a oggi circa 50 milioni di vite umane. Per esempio gonfiando enormemente (lo confesserà con schiettezza anni dopo) le cifre dell’aborto clandestino, utili a creare la psicosi della “liberazione” necessaria. Nel contesto di questa grande offensiva ideologica, peraltro, Nathanson e i suoi sodali giudicarono sempre la Chiesa cattolica come il nemico principale, da abbattere a ogni costo.
Ma appena un anno dopo quel triste 1973 Nathanson cominciò a nutrire i primi dubbi, propiziati nientemeno che dalle nuove tecnologie in grado di mostrare per la prima volta a lui e a milioni di altre persone la realtà di un feto autentico nel grembo della madre carico di tutte le atroci sofferenze provocate da quella morte assurdamente procurata. E soprattutto la sua vera, piena umanità. Fu lì che Nathanson cominciò uno straordinaria trasformazione, buttando finalmente all’aria tutto il castello di menzogne e di false certezze su cui fino a quel momento si era retta la sua offensiva ideologica. Gradualmente ma non meno intensamente, divenne così, un testimone d’eccezione a favore del diritto alla vita, sostenuto e difeso contro tutti e contro tutto sempre con la sobrietà e la cristallinità dell’uomo di scienza, dell’uomo che impegna la ragione, dell’uomo che mostra fatti inopinabili.
Celebre è quel suo documentario che sconvolse il mondo, L'urlo silenzioso, del 1984, in cui l’aborto in diretta appare qual è in tutta la sua mostruosità. Da quel giorno Nathanson divenne una bandiera per l’intero mondo pro-life, una bandiera ancora una volta di ragione autentica e di fede pura, di dati concreti e di ragionamenti piani, di scienza e di buon senso. Con maestria, lo testimoniò attraverso un secondo documentario, Eclipse of Reason ("L'eclissi della ragione"), del 1987.
Nel 1979 aveva dato alle stampe un gran bel libro, Aborting America (scritto con Richard N. Ostling). La fede cattolica era ancora di là da venire, ma da quelle pagine Nathanson cominciava a rinascere. È l’unico suo libro tradotto anche in italiano, solo poche settimane fa, con il medesimo titolo inglese, a cura di Piero Pirovano, con prefazioni di Carlo Casini e Nicola Natale, ed edito dagli Amici per la Vita. Altri due sono seguiti, The Abortion Papers: Inside the Abortion Mentality ["Le carte dell'aborto: dentro la mentalità abortista"], scritto nel 1984 con la moglie Adelle R. Nathanson, e The Hand of God: A Journey from Death to Life by the Abortion Doctor Who Changed His Mind ["La mano di Dio: viaggio dalla morte all vita di un medico abortista che ha cambiato idea"], del 1996, libri che sarebbe utile diffondere anche in lingua italiana.
Scrive Narthanson in Aborting America: «L’etica dell’aborto è anche un invito all’irresponsabilità, alla violazione del concetto delle responsabilità inviolabili che ciascuno di noi ha verso gli altri». È la storia della sua vita, la prima. Con la seconda, rinata, Nathanson ha cercato di riparare, espiando in ogni modo umanamente possibile, espiando.