“Mostrami l’amore”, così si parla di (vera) affettività
Nel nostro contesto ipersessualizzato e pornografico, dove si moltiplicano i corsi che riducono la sessualità a mero “tecnicismo”, è importante formare una cultura affettiva sana che coinvolga i genitori come primi responsabili dell’educazione dei figli. Con questi scopi nascono i cinque sussidi di Mostrami l’amore, rivolti a diverse fasce d’età e intesi a trasmettere tanti insegnamenti oggi ignorati.
«Non conosco l’amore, mostramelo tu!». È questo un interrogativo che, presto o tardi, matura nella mente e nel cuore di tutti i ragazzi e le ragazze, e che vorrebbero rivolgere ai loro adulti di riferimento. Questa richiesta, spesso non esplicita, talvolta non viene tuttavia raccolta e coltivata come meriterebbe, oppure la sua trattazione viene delegata ad agenzie educative terze, non sempre allineate e rispettose dei valori dei genitori e che spesso riducono la sessualità a un mero “tecnicismo”. Il tutto, in un contesto sociale ipersessualizzato, che dice e mostra tanto (troppo!), ma senza uno sguardo integrato e volto al vero benessere delle persone.
Insomma, la confusione è tanta. Ed è proprio nel tentativo di porvi un argine che nel 2014 è nata l’associazione di promozione sociale Progetto Pioneer, che negli ultimi anni si è distinta per i suoi progetti educativi rivolti a vari target, per la formazione pensata per persone coinvolte nel mondo dell’educazione, per la produzione di materiali e per la realizzazione di convegni. Tra queste attività rientra la sfida del progetto Mostrami l’amore, che si pone l’obiettivo di rispondere alla domanda da cui si è partiti, dando così il proprio contributo per la formazione di una nuova cultura dell’educazione affettivo-sessuale.
Mostrami l’amore si sostanzia nella produzione di 5 sussidi, «testi divulgativi per aiutare genitori e ragazzi ad affrontare la pervasività dei contenuti pornografici in modo responsabile, cautelante ed efficace». Il primo è 100.000 baci, a cura degli psicologi Miriam Incurvati e Giovanni Petrichella, inerente alla fascia d’età 0-10 anni: si rivolge ai genitori «con consigli per aumentare la sintonia emotiva tra genitori e bambini, sviluppare un sano rapporto con il piacere del contatto tra i corpi di sé e dell’altro attraverso le coccole, il gioco e la gestione del pudore».
Per la fase prepuberale, tra gli 8 e i 12 anni, sono stati quindi pensati due sussidi per genitori e figli: Sicuri alla scoperta della rete (a cura delle psicologhe Valeria Vichi e Alessandra Uliano) e Chi SiAmo: un viaggio alla scoperta dell’adolescenza (a cura dei medici Virginia Conti e Donatella Sanna). Il primo interessa «la gestione della privacy, del pudore online, dei pericoli di Internet, della libertà di scelta e delle minacce alla libertà di scelta (messaggi ipercoinvolgenti, subliminali, dipendenza indotta)»; mentre il secondo si pone l’obiettivo «di trasmettere ai ragazzi la bellezza e l’unicità del proprio corpo, la consapevolezza del valore di sé e dell’altro e un’idea sulla sessualità positiva e relazionale».
Arrivando all’età adolescenziale (10-16 anni), è stato elaborato dallo psicologo Gabriele Di Marco il testo FiltriAmo, pensato per soli genitori, con consigli tecnici su come porre dei filtri a Internet, uniti a consigli pratici sulla gestione di figli adolescenti. Infine, dai 16 anni in su, la psicologa Laura Perrotti ha curato Mostrami cosa posso fare, un manuale di autoaiuto «su come trovare un equilibrio e capacità di libera scelta rispetto all’uso di materiale pornografico e per uscire dalla dipendenza».
I sussidi 100.000 baci e Chi SiAmo: un viaggio alla scoperta dell’adolescenza sono già disponibili, editi da Città Nuova, e verranno ufficialmente presentati domenica 26 maggio alle ore 19.00 presso Horti Balbinae (Piazza Santa Balbina 8, Roma), alla presenza degli autori, del presidente di Progetto Pioneer Marco Scicchitano, di Tonino Cantelmi e di Giampaolo Nicolais. L’ingresso è libero, ma su prenotazione a info@progettopioneer.com.