Mostra a Cremona: bambine sadiche e conigli sgozzati
Dal 4 all’11 ottobre per le strade della cittadina lombarda appariranno illustrazioni controverse che saranno inaugurate con un giro in bicicletta per “grandi e piccoli”. L’artista parla di innocenza tradita, del bene come di qualcosa che ha sempre un volto oscuro in sé, di fatine sadiche e di giochi sadomaso. Quale messaggio vuole dare il Comune ai suoi cittadini e ai loro figli?
Bambine che tengono in mano conigli sgozzati o che seviziano sadicamente i loro pupazzi, mondi che trasformano la fiaba in incubo. Giochi innocenti che paiono avere fini perversi, piccole sessuate e sensuali con le gambe aperte in cui si infilano oggetti appuntiti, treni o pinocchi. Piccole dallo sguardo gelido e disincantato, che mangiano lecca-lecca insanguinati o che offrono i loro seni tagliati agli spettatori. In una parola illustrazioni che fanno dell’infanzia un luogo pericoloso da cui difendersi e per cui le protagoniste si sono fatte già dominatrici. Una mostra che mette il dubbio sulla possibilità del bene e dell’amore, insinuando che nascondono sempre un altro volto malvagio e a dire che la gratuità non esiste, che c’è sempre un secondo fine.
L’esibizione, fatta di immagini esposte per venti chilometri nelle vie di Cremona dal 4 all’11ottobre, sarà inaugurata con un giro in bicicletta “ridotto per facilitare la partecipazione di grandi e piccoli”, come si legge sul sito in cui si parla dell’evento, aggiungendo che l’illustratrice “Nicoletta Ceccoli accompagnerà i partecipanti; si faranno delle brevi soste davanti alle sue opere per la rituale intervista itinerante”. Bisognerebbe chiedersi quale sia il messaggio che l’amministrazione cittadina vuole dare alla città. Infatti, sebbene Ceccoli sia una famosa illustratrice di libri per bambini, che ha vinto premi internazionali importanti e che espone in tutto il mondo i suoi lavori definiti onirici o surrealisti, è lei stessa a confermare il contenuto controverso della sua opera.
Durante una intervista a Rai Radio 3 la donna ha spiegato che quando deve illustrare libri per alcuni racconti si attiene al contenuto, mentre quando produce lavori propri esprime se stessa in maniera più sincera. “Amo i film Horror e i mostri", racconta. Poi descrive le sue illustrazioni così: “Ci sono caramelle, fanciulle con sguardi innocenti, questi elementi rendono il mio lavoro sicuramente piacevole, ma quello che mi interessa è raccontare ciò che c’è sotto a questa superficie e quindi delle realtà che non sono così semplici da vedere...la scoperta che le cose non sono sempre quelle che sembrano e che, anzi, sono l’opposto di quello che credevo che fossero da bambina”. In un’altra intervista a San Marino Fixing specifica che “I temi che ricorrono nel mio lavoro sono la solitudine, la sensualità, la perdita di innocenza...".
Non sappiamo cosa sia successo a Ceccoli e sicuramente fa male pensare ad una bimba che vive il disincanto, ma usare l’arte che si rivolge ai bambini o ad un intero Comune per dire che “non puoi avere il buono senza il male” è sicuramente fuorviante. Anche perché l'artista continua aggiungendo che “mi piace provocare questo senso di disorientamento con il mio lavoro, queste bambine sono degli alter ego...lottano con i dragi e i mostri che sono i miei demoni, le paure che cerco di sconfiggere”. Ancora una volta non si sa precisamente con che paure abbia dovuto combattere Ceccoli, ma appunto spiace che siano riversate su un pubblico anche bambino. Anche perché, sempre a San Marino Fixing, lei stessa ha ammesso: “Scelgo tonalità rassicuranti, che rimandano al mondo dell’infanzia, a cui associo temi più disturbanti. Mi piace creare contrasti. A una prima lettura dolce e decorativa, ne segue una più adulta”.
Non solo, durante l’intervista a Radio Rai 3, quando la giornalista le domanda come mai le sue bambine siano “sadiche”, Ceccoli risponde con una sua illustrazione di Pinocchio dove c'è “una fatina dominatrice che sottomette pinocchio in un gioco sadomaso” e che sarebbe un personaggio sadico anche nel libro di Collodi. E poi continua: “Vorrei che il mio lavoro fosse sia divertente che macabro, bello e violento, un misto di sgradevole e delizioso”, come “quando disegno una bambina che sgozza un coniglio di pezza che sanguina” e che nella mostra cremonese inizialmente era affisso sul tabellone stradale situato davanti ad un asilo.
Certamente quando parla di male unito al bene la Ceccoli non intende dire che il sacrificio può essere fatto con gioia o che il bene può redimere il male, né che dalla sofferenza può nascere il buono, come nel caso delle opere sulla crocifissione o sul martirio. Al sito sanmarinese l’artista parla di come intende il dolore, qasi fosse buono in sé: “Le mie bambine, innocentemente sensuali, seducono ma senza esserne del tutto consapevoli...Nel mio modo giocoso mi piace suggerire una sensualità maliziosa. L’opera Just Dessert (dove la gonna di una bambina a forma di torta vie tagliata con un coltello da cui fuoriesce poltiglia sanguinante, ndr) richiama le iconografie dei martiri: San Sebastiano, Santa Teresa. Tutti corpi ‘trafitti’ dal dolore ma che appaiono quasi in preda al piacere allo stesso tempo. I ritratti dei martiri mostrano corpi puniti e tormentati. Tanto più feriti e tormentati, tanto più gridano la loro presenza sensuale”. In realtà le opere che raffigurano il sacrifico dei santi, parlano di pene indicibili che grazie alla forza dell’amore a Cristo rivelano che la morte non è la fine, anticipando sui volti dei martiri la resurrezione, perciò la completa sconfitta del male che non ha niente di buono in sé: non c'è nulla di sadico nel sacrificio dei santi, che non godevano del male ma del fatto che sarebbe stato sconfitto.
Inoltre, mostrare bamine "sensuali" che "seducono" e "sadiche" non può certo fare del bene all'immaginario collettivo. Eppure, l’amministrazione cremonese è guidata da un sindaco, Gianluca Galimberti, con delega al “progetto culturale della città”, sposato con tre figli e già presidente dell’Azione Cattolica di Cremona. Forse più che all’artista andrebbe chiesto conto a lui di quanto ha deciso di esporre per le strade della città. Ricordando quanto lo stesso Gesù disse: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me (cioè chi li allontana o mette loro un dubbio sul bene, ndr), sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare...". Perché il bene, la purezza e l'amore gratuito sono possibili.