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NIGERIA

Morte di Lamolinara, un blitz incomprensibile

La maldestra azione contro i terroristi nella città di Sokoto rappresenta un boccone amaro da ingoiare per l'Italia, ma anche per il Regno Unito.

Attualità 10_03_2012
Francesco La Molinara

Il disastroso blitz contro i terroristi islamici di Boko Haram nella città nigeriana di Sokoto rappresenta un boccone amaro da ingoiare non solo per l’Italia ma anche per la Gran Bretagna.

I britannici, che a quanto pare hanno fornito il supporto informativo e la consulenza all’operazione eseguita in modo incredibilmente dilettantesco dalle forze nigeriane, devono fare i conti con la reazione del governo italiano. Roma chiede chiarimenti e vuole sapere perché non è sta informata prima del blitz che avrebbe dovuto liberare Francesco Lamolinara e Chris McManus, il primo cittadino italiano, il secondo britannico. Solitamente in questi casi prima di passare all’azione viene chiesto il via libera anche al Paese di nazionalità degli altri ostaggi e viene invitato un ufficiale di collegamento a seguire l’azione.

In passato britannici e italiani hanno operato senza difficoltà in modo congiunto. Nel settembre 2007 gli incursori del Col Moschin e quelli britannici dello Special Boat Service condussero insieme l’operazione tesa a liberare due agenti italiani catturati dai talebani afghani. Nel blitz effettuato dai britannici uno degli ostaggi venne liberato ma l’altro, Lorenzo D’Auria, venne ferito alla testa e morì pochi giorni dopo all’ospedale romano del Celio.

La stretta cooperazione italo-britannica venne confermata anche nell’ottobre scorso quando nell’Oceano Indiano i pirati somali presero possesso della motonave Montecristo. L’equipaggio si mise in salvo nella cittadella blindata della nave ma furono i marines britannici a intervenire catturando i pirati con un’operazione coordinata dai due Ministeri della Difesa. Questa volta invece David Cameron ha avvisato Mario Monti a cose fatte. Uno schiaffo destinato a mettere in ginocchio la politica estera italiana già umiliata dalla prigionia dei due fucilieri di Marina in India anche se Roma ha chiesto oggi a Londra e Lagos una ricostruzione dettagliata del blitz.

E meno male che tutti i media più importanti da settimane non fanno che ripeterci che con il governo Monti l’Italia ha ritrovato la sua credibilità internazionale! La vicenda del fallito blitz in Nigeria, che ha visto la morte dei due ostaggi e di 8 degli 11 terroristi, rappresenta una sconfitta amara anche per Londra che non ha risparmiato sforzi per salvare McManus. E’ stato l’intelligence britannico (MI6) a intercettare le telefonate dei terroristi e a localizzarne la casa nel sobborgo di Mabera e sono stati una ventina di incursori della Marina di Sua Maestà a mettere a punto il piano per liberare gli ostaggi.  A mandarlo a monte sembra abbiano provveduto le autorità nigeriane che avrebbero negato ai militari britannici l’autonomia di effettuare il blitz da soli pretendendo che fossero le truppe locali a eseguire l’attacco. Lo hanno però fatto con imperizia, stupidità e scarsa riservatezza. Basti pensare che i media locali riferivano già qualche ora prima del blitz che una casa di Mabera era sorvegliata perché sospettata di essere un rifugio dei terroristi di Boko Haram. Una fuga di notizie che forse è stata la causa della decisione di attaccare in pieno giorno assumendo maggiori rischi ma ancora accettabili se si fossero impiegati gli incursori britannici le cui tattiche prevedono di entrare simultaneamente da più parti nell’edificio per non lasciare il tempo ai terroristi di uccidere gli ostaggi.

I nigeriani hanno invece preferito inviare un elicottero sopra la casa
e farla circondare da 80 militari che l’hanno presa d’assalto rinunciando così all’effetto sorpresa e consentendo ai terroristi di dare battaglia per ben sette ore. Difficile sapere se i due ostaggi sono stati freddati dagli uomini di Boko Haram o colpiti durante la battaglia (come sembra più probabile considerato l’elevato numero di colpi rinvenuti sul corpo di Lamolinara) ma non c’è dubbio che la storia degli interventi anti-terrorismo raramente ha visto operazioni condotte in modo più ottuso e dilettantesco. L’anti terrorismo in salsa africana è qualcosa di simili a un duello all’Ok Corral (ma con armi automatiche) che ha ben poco senso in un’area abitata e in presenza di ostaggi.