Mille persone in Marcia per la Vita
Nonostante la pioggia, più di mille persone hanno partecipato alla Marcia per la Vita di Palermo, con lo slogan di "Vita, famiglia, educazione!" per dire no ad aborto ed eutanasia. La testimonianza di Lea Vanella, madre di dieci figli.
“Vita, famiglia, educazione!”. Questo lo slogan che più di mille persone hanno fatto risuonare per le strade di Palermo nella giornata di domenica, in occasione dell’edizione 2014 della Marcia per la Vita, da anni appuntamento fisso per tutte le realtà pro life della Sicilia e non solo.
Un’occasione per dire un secco no all’aborto e all’eutanasia, rilanciare il valore della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale e per chiedere alla politica e alle istituzioni locali maggiore rispetto per la vita e maggiori tutele per la famiglia. «Siamo qui oggi per mandare un messaggio chiaro alla politica: senza vita e senza famiglia non si va da nessuna parte», spiega Diego Torre, uno degli organizzatori dell’evento, promosso dal Forum Vita, Famiglia, Educazione. «È ora di smetterla di ignorare, se non di sabotare, l’istituto famigliare. La presenza alla Marcia di un numero così notevole di persone nonostante il tempo particolarmente inclemente dimostra quanto la gente tenga ai valori fondamentali, soprattutto in questa terra».
E infatti il pomeriggio di domenica è stato caratterizzato da una violenta pioggia che non ha mai smesso di rovesciarsi sui partecipanti, tra i quali tanti erano i bambini, i giovani e i giovanissimi. Più di 70 le associazioni aderenti, laiche e religiose, tra cui molte parrocchie (la Marcia ha ricevuto la benedizione dell’Arcivescovo di Palermo, il cardinal Paolo Romeo e quella di altri Vescovi siciliani) una chiesa ortodossa e alcune comunità evangeliche.
Al termine del corteo, conclusosi in piazza Verdi, ha offerto la sua testimonianza Lea Vanella, casalinga di Palermo, madre di ben dieci figli. «Ventotto anni fa io e mio marito abbiamo scelto di aprirci alla vita: è stato un percorso lungo e consapevole, maturato nel tempo; una scelta fatta da entrambi», spiega Lea. «Ci sono stati momenti difficili e più volte le gravidanze mi hanno portato a rischiare la vita, ma mi sono sempre affidata a Dio e le previsioni mediche sfavorevoli sono state completamente stravolte. Nei momenti di difficoltà mi sono fatta molte domande e ho avuto più di una crisi di coscienza, ma ho sempre deciso di lasciare fare a Colui che è il datore della vita: la vita non può nascere dalla morte e non avrei mai potuto accettare di togliere la vita a un’altra creatura per salvare la mia».
In piazza anche tanti volontari di quelle associazioni pro life che tutti i giorni si trovano “in trincea”, impegnati a strappare dalla morte quanti più vite possibili e che purtroppo non ricevono spesso dalle istituzioni tutto l’aiuto e l’attenzione che meritano. «Da qualche anno il Movimento per la Vita e quindi i Centri di Aiuto alla Vita ricevevano alcuni fondi dalle istituzioni, ma dall’ultimo cambio di amministrazione regionale questo non è più avvenuto», spiega Rosa Rao, presidente della sezione palermitana del Movimento per la Vita. «Certamente ogni aiuto negato ai CAV significa meno figli, meno donne aiutate e quindi meno vite salvate. A oggi ci troviamo a dipendere solamente dalla generosità delle parrocchie. Inoltre - continua la presidente - la nuova amministrazione regionale ha di fatto provocato l’interruzione del servizio “una culla per la Vita” di via Noce, anche se i volontari si stanno attivando per riportare al più presto in funzione questo importante servizio. Insomma, da una parte vengono tolte sovvenzioni e aiuti ai CAV, mentre dall’altra parte avanza l’ideologia del gender può invece avanzare indisturbata».
I volontari palermitani sono poi impegnati in altre iniziative. Ogni primo sabato del mese, ad esempio, viene celebrata una Messa in una cappella del cimitero per contrastare il delitto dell’aborto, a suffragio dei bambini abortiti e a sostegno delle madri in difficoltà. La cappella, dedicata al culto della Divina Misericordia in memoria di tutti i bimbi abortiti, contiene un diario su cui madri che hanno fatto al scelta dell’aborto scrivono parole di pentimento, o messaggi ai loro figli. «Noi cerchiamo di portare loro la misericordia di Dio e il conforto cristiano», spiegano i volontari.
«Come Movimento per la Vita intendiamo portare avanti in Sicilia la diffusione dei metodi naturali, che sono stati oggetto di incontri a livello nazionale negli ultimi mesi», spiega Paola Geraci, ginecologa e socia fondatrice del CAV di Palermo, attivo dal 1979. «Questi metodi non solo sono utili per la regolazione naturale delle nascite, ma sono anche un ottimo modo per aumentare la conoscenza di sé e della coppia, per aumentare il rispetto vicendevole e nei confronti della vita».