Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L’ESEMPIO

Migranti, intesa tra Londra e Parigi. Roma non aspetti l’UE

Firmato un accordo tra il governo britannico e quello francese: il Regno Unito pagherà 72 milioni di euro alla Francia, che accrescerà i pattugliamenti sulle sue coste per impedire l’immigrazione illegale lungo la Manica. L’Italia è chiamata a fare lo stesso nel Mediterraneo, visto l’atteggiamento di Bruxelles.

Attualità 15_11_2022

Francia e Regno Unito si accordano per combattere le immigrazioni illegali e pericolose lungo la Manica. In un’Europa assente e talvolta connivente con scafisti e passeur, ognuno si difende come può.

I ministri degli Interni di Gran Bretagna e Francia hanno firmato ieri, a Parigi, un accordo del valore di 72,2 milioni di euro per il prossimo anno (rispetto ai 63 milioni di euro pagati per il 2022), per intensificare quegli sforzi che impediscano ai migranti illegali di attraversare la Manica e raggiungere il Regno Unito. L’accordo è stato possibile grazie all’intesa trovata nell’incontro della scorsa settimana tra il primo ministro inglese Rishi Sunak ed Emmanuel Macron sul grave problema dell’immigrazione illegale. “È nell'interesse del governo britannico e di quello francese lavorare insieme per risolvere questo complesso problema”, ha detto il ministro degli Interni britannico Suella Braverman dopo aver incontrato a Parigi il suo omologo francese Gérald Darmanin. L’accordo è stato siglato mentre dall’inizio dell’anno sono già 40.000 i migranti che hanno attraversato illegalmente la Manica, un nuovo record per il Regno Unito, visto che in tutto il 2021 erano stati invece solo 28.526. Più della metà dei migranti illegali del 2022 provengono da Albania, Afghanistan e Iran; in nessuno dei tre Paesi esiste un conflitto.

L'accordo firmato ieri consentirà alla Francia di aumentare del 40% il numero di agenti che pattugliano le spiagge francesi per impedire la partenza di barchini e gommoni di fortuna che prendono il largo per raggiungere le coste inglesi. In particolare, una nuova task force sarà istituita per cercare di invertire “il recente aumento di cittadini albanesi e di gruppi della criminalità organizzata che sfruttano le rotte migratorie illegali verso l'Europa occidentale e il Regno Unito”, si legge nel comunicato congiunto pubblicato dal governo inglese. Molti criminali ricercati dall'Interpol per reati gravi sono entrati in Gran Bretagna attraversando la Manica proprio nell’ultimo anno e con le imbarcazioni di fortuna partite dalle coste francesi: questo l’allarme pubblicato dal Daily Mail nei giorni scorsi. Il nuovo accordo franco-inglese prevede la creazione di nuovi centri di accoglienza per i migranti nel sud della Francia per dissuadere le persone che attraversano il Mediterraneo dal dirigersi a nord verso Calais, offrendo invece “alternative sicure”. Quali siano le “alternative sicure” a cui pensato Parigi e Londra non è dato a saperlo per ora, certo è che per il governo britannico, che affronta una spesa di circa 6,8 milioni di sterline al giorno (7,7 milioni di euro) per ospitare gli immigrati e gestire le richieste di asilo, l’accordo con la Francia è molto conveniente; per altro verso, Londra (come Copenaghen) ha attivato da tempo anche un accordo per la deportazione degli immigrati illegali in Ruanda.

L’accordo di ieri conviene anche al governo francese che, dopo la schizofrenia mostrata nei confronti dell’Italia sul caso della nave Ocean Viking, tenta di uscire dall’angolo delle accuse rivoltegli dalla destra interna di non espellere un numero sufficiente di stranieri illegali dal Paese. Con la firma dell’intesa con Londra, le pretestuose polemiche contro Roma e le nuove retate a Ventimiglia, Parigi vuol mostrare alla propria opinione pubblica il massimo impegno contro l’illegalità migratoria, promettendo anche nuove norme severissime su procedure d’asilo e status di rifugiato da approvarsi nei primi mesi del 2023. Nel frattempo, il confine orientale europeo è tutt’altro che sicuro e, dopo che anche la conservatrice Polonia e la progressista Finlandia hanno costruito il loro ‘muro’ per impedire l’invasione di migranti da Est, a Praga la Repubblica Ceca, con il sostegno di Slovacchia e Ungheria, chiederà un maggiore coinvolgimento degli altri Paesi nella protezione della frontiera esterna di Schengen nell'ambito della sua presidenza dell'UE. Lo ha dichiarato il primo ministro ceco Petr Fiala durante un incontro con il primo ministro slovacco Eduard Heger sulla lotta all'immigrazione clandestina al confine ceco-slovacco; per entrambi “la protezione del confine serbo-ungherese è fondamentale per mitigare il fenomeno migratorio”.

Nel leggere le dichiarazioni del portavoce della Commissione europea per gli Affari interni (“Non c’è differenza tra navi, obbligo di salvare tutti”) e quelle del portavoce dell’Oim, l’agenzia dell’Onu per le migrazioni (“Tutte le barche dei migranti sono a rischio naufragio”), si capisce solo una cosa: la frontiera Sud del Mediterraneo deve rimanere in mano a briganti e schiavisti... Italia, Malta, Cipro, Grecia si dovrebbero rassegnare ad essere piattaforme dei mercanti di esseri umani. Dopo la nota congiunta dei governi di questi Paesi, in cui si chiede attenzione e serietà nei ricollocamenti, e prima che dal prossimo gennaio sia l’anti-immigrazionista governo svedese a guidare il semestre di Presidenza europea, possiamo sperare che i nostri ministri Tajani e Piantedosi si riuniscano al più presto con i loro omologhi di Malta, Cipro, Grecia, Algeria, Tunisia e Libia, Egitto e Turchia per siglare un’intesa ferrea, migliorando l’accordo di Londra con Parigi? Aspettare Bruxelles o le promesse di ricollocamento di Parigi e Berlino è semplicemente ridicolo e suicida.